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In politica, l’ora della Generazione Z

Generazione Z

A distanza di due mesi è arrivato il momento di analizzare il risultato delle elezioni amministrative svoltesi ad ottobre 2021. Potrebbe essere arrivata l’ora della generazione Z?


Sono ormai trascorsi più di due mesi dalle ultime elezioni amministrative che hanno visto coinvolte città fra le più importanti d’Italia come Roma, Milano, Torino, Napoli e Bologna. Le considerazioni solitamente si fanno una volta che l’evento è appena terminato poi appena cessa anche l’entusiasmo tutto si normalizza, quando invece sarebbe più opportuno aspettare un po’ di tempo, così da poter ragionare a mente fredda e trarre le valutazioni.

Detto questo, i tempi sono maturi per approfondire quello che è successo; per il centrosinistra trainato dal Partito Democratico sotto la guida del suo segretario Enrico Letta è stato un trionfo. I democratici hanno vinto in tutte le città prima citate, confermandosi in tutti i territori dove già amministravano e hanno riconquistato piazze nevralgiche come Roma e Torino, entrambe provenienti dall’esperienza targata Movimento Cinque Stelle, grande sconfitto di questa tornata elettorale.

In particolare nella Capitale la sindaca uscente Virginia Raggi ha subito un grande colpo, dopo essersi posizionata all’ultimo posto fra i pretendenti nella corsa al Campidoglio, a differenza del 2016 dove il vento virava ancora dalla sua parte. Sul fronte opposto il centrodestra, nonostante rimanga almeno secondo i sondaggi la coalizione in vantaggio alle prossime elezioni politiche, ha conseguito un pessimo risultato dovuto secondo loro alla mancanza di sintesi fra gli alleati proponendo candidati sconosciuti ai cittadini, come Michetti a Roma o Battistini a Bologna, senza quindi riconoscere il merito agli avversari.

Un dato significativo di questa tornata elettorale riguarda il numero di candidati sindaco pubblicato dal Viminale, dove viene riportato che su 145 comuni alle urne si sono candidati soltanto nove persone con meno di 35 anni, ventisei quelli di età compresa fra i 36 e i 45 anni, al contrario del 75% rimanente più della metà superava la soglia dei 64 anni. Sebbene non siamo ancora pronti ad un cambio generazionale radicale, i giovani si sono fatti sentire con grande voce. In tanti anche fra i ragazzi della “generazione Z”, quella dei nativi fra la fine del secolo scorso e i primi anni 2000, si sono messi in gioco per ambire ad un posto in consiglio comunale o di quartiere.

A Roma per esempio è stata significativa l’esperienza del ventunenne Federico Lobuono il quale già nel 2020 si era presentato come potenziale sindaco della città, fondando La Giovane Roma una nuova formazione politica composta esclusivamente da under 30. Lobuono successivamente si è ritirato per sostenere il neo sindaco Gualtieri, candidandosi comunque al consiglio comunale senza però riuscire nell’impresa.

Una città dove davvero i giovani hanno fatto la differenza è stata Bologna, già definita dal suo nuovo primo cittadino Matteo Lepore come “la città più progressista d’Italia”, in cui la trentenne italo canadese Emily Clancy ha ricevuto il maggior numero di preferenze 3541, consentendole di essere nominata vice sindaco. Inoltre Bologna è stata l’unica grande città italiana, dove molti giovani se non addirittura giovanissimi sono entrati sia in consiglio comunale sia in quelli di quartiere.

Alcuni di loro hanno raggiunto un consenso notevole malgrado lo scarso sostegno da parte dei partiti e delle liste di riferimento come nel caso di Tommaso Malpensa, già noto in città come eccellenza della facoltà di giurisprudenza dell’Università di Bologna in quanto membro del Collegio Superiore. Dopo un’estenuante campagna elettorale condotta totalmente in solitario ha ottenuto 379 preferenze, secondo soltanto alla presidente uscente Marzia Benassi.

La strada è molto lunga ed è prematuro parlare di nuova generazione politica, ma è inevitabile ammettere che ci sia la volontà da parte delle nuove leve di mettersi in discussione e sgomitare per acquisire spazi e visibilità. Sicuramente qualcuno commetterà degli errori com’è naturale che accada quando si decide di rischiare, ma questo non è quello che conta.

Lorenzo Bezzi

(In copertina Vince Fleming da Unsplash)


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