CinemaCultura

La crisi dei “Maschi veri” di fronte al declino del modello Alfa

Maschi veri copertina

È arrivata su Netflix Maschi veri, la serie che ‘indossa i pantaloni’ dell’uomo biancoetero e virile. Attraverso la storia di quattro amici sulla quarantina, questa serie si relaziona in chiave ironica con la realtà sempre più inclusiva in cui viviamo, tra demonizzazione del catcalling e asterischi sui generi.


Il 21 maggio 2025 sono stati aggiunti su Netxlif gli otto episodi della prima stagione della serie italiana Maschi veriremake dell’omonima serie spagnola Machos Alfas.

Prodotto da Groenlandia e diretta da Letizia Lamartire e Matteo Oleotto, il cast della pellicola ospita volti importanti del cinema italiano, tra cui Pietro SermontiFrancesco MontanariMaurizio Lastrico – da poco protagonista di Follemente, il film che ha riempito le sale quest’inverno – e Matteo Martari, noto per i suoi ruoli in Cuori e I medici.

Maschi veri
Riccardo, Massimo, Luigi e Mattia in Maschi veri (Foto: 5 Motivi).

La trama di Maschi veri

Maschi veri è la storia di quattro amici di vecchia data sulla quarantina (RiccardoMattiaLuigi e Massimo), alle prese con il mondo moderno che ha rivoluzionato i ruoli sul lavoro e le dinamiche di coppia. Si tengono in contatto nella loro chat di gruppo chiamata “Maschi veri”, e si incontrano settimanalmente per giocare a padel e per raccontarsi dei problemi che ognuno di loro ha con l’altro sesso.

Massimo (Matteo Martari) lavora in televisione, ha una piscina, una governante e una villa dove vive con la compagna Daniela (Laura Adriani), che ha lasciato il suo lavoro per farsi mantenere da lui mentre tenta di sfondare come content creator.

Tutto, però, si sgretola quando, a causa delle sue idee sessiste, Massimo viene licenziato e sostituito da una collega. La situazione peggiora ulteriormente quando è proprio Daniela, che nel frattempo è riuscita a diventare una content creator di successo, a mantenerlo dal punto di vista economico.

Riccardo (Francesco Montanari) tradisce la compagna Ilenia (Sarah Felberbaum), donna attraente e di successo, con la fidanzata del suo socio, senza alcun senso di colpa.

Ma, quando Ilenia gli propone di aprire la relazione per mantenere vivo il sentimento e diventare quindi una coppia aperta, Riccardo si sente offeso: è inconcepibile, per lui, che una donna possa e voglia vivere la stessa libertà sessuale.

Da quindici anni Luigi (Pietro Sermonti) vive in un matrimonio dove l’amore persiste, ma la scintilla della passione si è spenta da tempo.

Sua moglie Tiziana (Thony), vorrebbe riscoprire la propria sensualità, messa da parte dopo la nascita dei figli e ignorata dal marito.

Luigi e Tiziana (Immagine: Lucia Luorio/Netflix via Vanity Fair).

Mattia (Maurizio Lastrico), invece, è alle prese con le carte del divorzio e con una figlia adolescenteEmma (Alice Lupparelli), che ha scoperto essere bisessuale. Sarà lei a farlo interfacciare con le nuove relazioni nel mondo moderno, spingendolo a darsi agli appuntamenti al buio dopo avergli scaricato Tinder.

Maschi contro tutti

Nel tentativo di affrontare i propri problemi e di avvicinarsi a una visione più inclusiva della mascolinità, i quattro amici decidono di iscriversi a un corso di decostruzione del maschio tradizionale, cercando di abbracciare un modello di ‘uomo moderno’.

Tuttavia, la terapia di gruppo si rivela inefficace: nessuno di loro sembra davvero mettere in discussione le proprie azioni o riflettere seriamente al termine delle sedute. Al contrario, emerge chiaramente una sorta di alleanza tra i quattro uomini, contrapposta alle loro compagne, con le quali il confronto appare sempre più difficile. 

Questa dinamica mette in luce una profonda differenza di attitudine tra i personaggi maschili e femminili. Se da un lato, gli uomini tentano – almeno formalmente – di superare il cliché del maschio alfa, dall’altro rifiutano l’idea che le loro compagne possano agire con la stessa libertà e indipendenza che rivendicano per sé stessi. 

Ne risulta una contrapposizione evidente tra ciò che le donne rappresentano nella serie consapevolezza, evoluzione, autodeterminazione – e ciò che incarnano gli uomini: una mascolinità ancora bloccata, che fatica a riconoscere ed accettare il cambiamento, soprattutto quando riguarda l’altro sesso.

maschi veri
Cast femminile di Maschi veri. (In ordine: Ilenia, Tiziana, Daniela, Emma) (Foto: Getty Images via Gente).

Allo stesso modo, i quattro uomini si trovano in conflitto anche con le nuove generazioni, rappresentate emblematicamente da Emma, la figlia diciassettenne di Mattia. Giovane esponente della Gen Z, la ragazza incarna una visione moderna e libera delle relazioni affettive, dell’identità e dell’amore, profondamente diversa da quella a cui il padre e i suoi amici sono abituati.

Le sue idee non convenzionali finiscono così per destabilizzare ulteriormente i protagonisti. La libertà con cui Emma vive sentimenti e legami appare loro eccessiva, quasi incomprensibile, rivelando di nuovo il divario tra un mondo che cambia e chi fatica ad adattarsi al cambiamento.

Che significa oggi essere un maschio vero?

Ognuno di loro incarna una fragilità radicata in ciò che la società ha storicamente definito come essere un ‘uomo vero’: Massimo non accetta che possa essere una donna a rivestire il ruolo di capo di un’azienda, né che possa essere la compagna a portare i soldi a casa.

Luigi rifiuta di ammettere che l’intimità con sua moglie sia ormai svanita. Riccardo non tollera la libertà sessuale della sua fidanzata, mentre Mattia fatica a comprendere  sia le relazioni moderne in generale, sia l’orientamento sessuale della propria figlia. 

Maschi veri offre così uno sguardo ironico e provocatorio sul punto di vista di una categoria sociale storicamente predominante: l’uomo eterosessuale, bianco, di mezza età.

maschi veri
Maschi veri (Foto: Netflix via Cosmopolitan).

In un mondo sempre più inclusivo e consapevole, questa figura inizia a sentirsi quasi fuori posto e in minoranza, spaesata di fronte alla crescente affermazione della parità di genere e all’autodeterminazione delle donne, sempre meno disposte a scendere a compromessi, sia in àmbito lavorativo che nella sfera sessuale.

Attraverso una parodia tagliente della mascolinità tradizionale, la serie si beffa di quella fetta di ‘uomini veri’ che si aggrappano a stereotipi ormai superati, incapaci di riconoscere che dietro la loro virilità ostentata si celano paure, fragilità e insicurezze sempre più evidenti.

Un racconto contemporaneo che smaschera i miti della virilità tossica, tra comicità e riflessione.

È una serie che non dà, e nemmeno vuole dare in realtà, risposte. Intende fare il solletico e creare delle domande prendendo in giro in modo intelligente le debolezze di ognuno di noi. 

Pietro Sermonti (Luigi)

Elena Menghi

(In copertina, foto di Netflix via GENTE)


La crisi dei “Maschi veri” di fronte al declino del modello Alfa è un articolo di Elena Menghi. Clicca qui per altri articoli dell’autrice!

Ti potrebbero interessare
CinemaCultura

Desiderio di fusione, necessità di separazione: il dramma dei rapporti umani in "Queer" di Guadagnino

ComunicatiCultura

Creators Day 2025: l’evento a Bologna che celebra cultura, media e nuove opportunità creative

CulturaScienza e tecnologia

Come capire quando iniziare a preoccuparci? – L’intelligenza artificiale e i suoi pericoli

Cultura

Con Nada Parri, ai margini della memoria collettiva: “La ribelle” di Giorgio van Straten