CronacaCultura

…E la scuola come va? – Le nuove linee guida del 2025

Valditara linee guida scuola 2025

Il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato le nuove Indicazioni nazionali per le scuole elementari e medie. Il documento, redatto da apposite commissioni composte da esperti delle diverse aree disciplinari (tra cui spiccano Claudio Marazzini e Claudio Giunta), propone un rinnovato approccio didattico per i docenti e obiettivi formativi più ambiziosi per gli studenti, e introduce alcune scelte controverse che hanno suscitato ampie discussioni.  


Una “nuova” scuola dell’obbligo

Nella giornata di martedì 11 marzo il Ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato le nuove Indicazioni nazionali del Governo per le scuole elementari e medie (per approfondire, leggi il testo completo delle linee guida per la scuola primaria 2025).

Le linee guida si articolano in un documento di più di 150 pagine e definiscono uno standard – chiaramente espressivo dell’indirizzo politico dell’attuale Governo – a cui i docenti sono tenuti ad attenersi nello svolgimento delle loro lezioni. Si parla di obiettivi didattici da raggiungere, programmi e argomenti che le varie commissioni hanno ritenuto importanti per accompagnare gli studenti nella loro crescita intellettuale e personale fino ai 13 anni.

In particolare, questo ciclo di istruzione è composto da due momenti distinti ma strettamente collegati di un unico percorso, e hanno quindi entrambi una funzione fondamentale. Infatti, mentre le scuole elementari devono conferire delle solide basi, le scuole medie sono determinanti per la formazione di uno studente, che in questa fase scopre e approfondisce le proprie inclinazioni.

Una scuola orientata al futuro, ma disattenta al presente

La tendenza dell’ultimo periodo è stata quella di semplificare sempre di più i programmi didattici, e per questo le nuove linee guida del 2025 per la scuola secondaria hanno tentato di alzare maggiormente il tiro, fissando obiettivi ambiziosi sin dai primi anni di elementari, per evitare che i bambini arrivino impreparati alle classi successive. 

L’idea che la scuola debba solo preparare alle sfide future rischia però di sminuire la sua funzione più profonda, ossia quella di costruire cittadini consapevoli, capaci di ragionare in maniera critica e di orientarsi nel proprio percorso di studi. 

Per questo motivo è essenziale che il sistema educativo metta in primo piano non solo l’accumulo di nozioni, ma anche la possibilità per ogni studente di sviluppare le proprie attitudini e i propri interessi in modo informato e consapevole.

Il caso della storia: apertura temporale, chiusura culturale

Approfondendo la lettura di queste Indicazioni nazionali, traspare l’intenzione dell’esecutivo in carica di cercare di isolare culturalmente l’Italia dal resto del mondo. 

Soprattutto per quanto riguarda lo studio della storia, il paragrafo delle linee guida in materia si apre con la frase “solo l’Occidente conosce la storia”, che tradisce un’ispirazione al modello americano che promuove uno studio della storia principalmente per quanto riguarda quella del Paese di riferimento. Al tempo stesso, contribuisce ad alimentare diffidenza verso ciò che è diverso, in piena coerenza con l’impostazione ideologica del Governo. 

La disciplina è stata rivoluzionata dalla commissione, che ha guadagnato una nota di merito per aver “svecchiato il sistema”, andando a raggiungere i primi anni ‘90 con la trattazione in classe del caso “Mani pulite”, emblematico della storia del nostro Paese (su cui puoi vedere queste interviste video a cura della redazione di Giovani Reporter: Giorgio Ruffino ad Alberto Vannucci e Nicole Rupini a Elena Ciccarello). La domanda che però sorge spontanea è se i docenti riusciranno a rispettare dei programmi così lunghi con tempi sempre più ridotti.

Il caso della letteratura: impoverimento didattico, forzature ideologiche

Spostandoci nell’ambito della letteratura, si possono riscontrare diverse questioni problematiche: in primo luogo, è stata raccomandata la lettura di almeno due libri per le elementari e tre per le medie; soprattutto per le scuole elementari è un obiettivo alquanto scarno, dal momento che la lettura andrebbe allenata di continuo.

A destare la maggior parte delle polemiche e perplessità è stata senz’altro la proposta del Governo di affiancare all’analisi letteraria di testi classici come l’Iliade e l’Odissea lo studio della Bibbia

Oltre a trattarsi di una proposta estremamente controversa per uno Stato che si professa laico, questa aggiunta desta problemi di inclusività notevoli, dal momento che non si è parlato di uno studio comparato di differenti testi religiosi, bensì della totale equiparazione di Vecchio e Nuovo testamento ai testi omerici. 

Ferme restando l’ora di religione e la possibilità di frequentare il catechismo al di fuori del contesto scolastico, l’introduzione dello studio della Bibbia nell’ora di letteratura italiana pare una ripetizione sterile e fine a sé stessa, se non accompagnata dallo studio comparato di altri testi di religioni monoteiste, come Corano e Torah.

Alcuni vuoti da colmare

Grandi assenti tra le 150 pagine di programma presentate dal Ministero sono l’educazione all’affettività e l’educazione sessuale: con poca sorpresa ho potuto constatare la loro mancanza tra le proposte formative per gli studenti. 

Il fenomeno degli abusi domestici e sessuali rappresenta una grave emergenza nel nostro Paese, e la scelta di escludere strumenti di prevenzione come l’educazione affettiva suggerisce uno scarsissimo interesse per la problematica da parte del Governo.

Per approfondire il tema, il dialogo tra Maura Gancitano a Sara Nizza, a partire dal libro Erotica dei sentimenti (Einaudi, 2024).

In conclusione, le nuove linee guida del ministro Valditara hanno suscitato scalpore, in particolare per una frase contenuta nel paragrafo dedicato allo studio della storia: “solo l’Occidente conosce la storia”. Oltre a essere un concetto infondato e che lascia trasparire un certo grado di presunzione nei confronti delle altre culture, questa affermazione sembra riflettere un’impostazione ispirata agli Stati Uniti – che studiano la storia a partire da George Washington –, volta a confinare le masse nella propria zona di comfort.

La speranza per il futuro è che non si perda mai la voglia di studiare, per conoscere sé stessi e gli altri. La curiosità e l’interesse per l’ignoto e per il diverso alimentano la passione per la cultura.

Federica Marullo

(In copertina a …E la scuola come va? – Le nuove linee guida del 2025 Giuseppe Valditara; fonte: ANSA)

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