L’educazione politica, sentimentale, sessuale di una giovane che ha quindi anni nel 1969, tra rivoluzioni, diritti, sogni e desideri: da una parte la luna, dall’altra il giurassico. In questa conversazione, registrata il 24 febbraio 2025, Serena Dandini racconta a Carlotta Bertinelli e Gioele Marangotto il suo nuovo libro, “C’era la luna” (Einaudi, 2025), sul palco del LabOratorio di San Filippo Neri di Bologna.
Fine anni Sessanta. Sara Mei è un’adolescente che frequenta il Liceo classico Giulio Cesare, nel cuore di Roma, e si affaccia con curiosità, timore e trepidazione alle soglie del mondo dei grandi, in un momento storico in cui la musica, il cinema e i primi amori si intrecciano con i grandi cambiamenti sociali del tempo. Da una parte una madre che non capisce e che non la capisce, e un padre “patriarca” distante e autoritario; dall’altra, un “nuovo mondo” bellissimo, proibito e rappresentato da Beba, Violante e Lola.
Sullo sfondo, poi, il 1969, le rivendicazioni studentesche e le lotte per un futuro migliore, e all’orizzonte lo sbarco sulla Luna, simbolo di un’epoca frenetica che cambia alla velocità della luce. E, magari, si lascia pure qualcosa – o qualcuno – alle spalle.
L’uomo stava per raggiungere la Luna, ma le donne italiane vivevano ancora nell’èra delle caverne.
Serena Dandini, C’era la luna, p. 92.
24 febbraio 2025. La presentazione del libro C’era la luna di Serena Dandini è un evento di Mismaonda, con anche la collaborazione di LabOratorio di San Filippo Neri, Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, Moira Comunicazione e Giovani Reporter; sul palco Serena Dandini, Marco Miana, Carlotta Bertinelli, Gioele Marangotto e Gioia Salvatori.
– Un evento a cura di Davide Lamandini e Vittoria Ronchi.
– Domande di Carlotta Bertinelli e Gioele Marangotto, con la collaborazione di Federica Corso.
– Riprese di Riccardo Armari e Leonardo Bassi.
– Montaggio di Giada Maurizzi.
– Foto di Mattia Belletti (sito ufficiale).
Un ringraziamento particolare anche a Serena Dandini, Mariangela Pitturru, Alice Rosellino, Tullo Lolli; alla Fondazione Del Monte di Bologna e Ravenna, all’Oratorio di San Filippo Neri e a Mismaonda.