
Giorgia Meloni era l’unico capo di Stato presente all’insediamento della presidenza Trump. È chiaro che sia quindi la “prescelta” della destra MAGA americana e che gli apprezzamenti verso la sua figura stiano aumentando. Questo successo è dovuto ad alcune virtù innegabili, e ad un’affinità ideologica con le destre degli altri Paesi. Niente, però, è eterno, ed è necessario che le forze di questo Governo lavorino per il nostro Paese: l’apprezzamento estero, senza quello interno, non è abbastanza per mantenere alti i consensi.
Successo internazionale
Negli ultimi mesi è diventato sempre più chiaro che Giorgia Meloni stesse diventando una figura rispettata e apprezzata all’estero: il giornale online Politico l’ha addirittura definita “la persona più potente in Europa”.
Lo provano anche le recenti visite da Elon Musk e Trump, una poco prima del suo insediamento nella villa di Mar-a-Lago, l’altra il 20 gennaio, in occasione dell’insediamento ufficiale della nuova presidenza statunitense.

È chiaro che Meloni stia riuscendo a scalare le vette della governance mondiale, questo grazie a un insieme di caratteristiche che la rendono molto apprezzabile: il Governo Meloni è uno dei più stabili che l’Italia abbia avuto negli ultimi anni, e diventa sempre più probabile che duri fino alla fine legislatura.
Questa situazione, se confrontata con gli altri Paesi del G7, la mette in una posizione molto vantaggiosa: Francia, Germania e Canada vivono delle forti crisi di governo e sono in attesa delle elezioni; in Inghilterra è recente la vittoria del nuovo primo ministro laburista, Keir Starmer, ma è difficile che venga considerato dall’amministrazione Trump come un punto di riferimento.
Infine, in Giappone, il partito liberal-democratico è sempre più sfiduciato e incapace di reagire alle sfide di oggi.
In questo quadro politico molto incerto, è chiaro perché Politico dica che ora Meloni è la prima persona alla quale si rivolgerebbero Trump e Musk per “parlare all’Europa”.
Vecchie e nuove destre
Giorgia Meloni, oltre ad essere il capo di un governo stabile e nel pieno della fiducia, ha un’altra grande qualità: rappresenta la ‘nuova destra’, ovvero la linea di pensiero che sta influenzando la maggior parte dei partiti considerati di estrema destra, nonostante tra questi rimangano ancora delle differenze. Questi partiti si pongono in contrasto con quelli più classici e spesso in crisi, come i gollisti francesi o i tory inglesi.
Fra i rappresentanti della nuova destra, Meloni appare la più forte: il partito Vox spagnolo e il partito AfD in Germania sono ancora lontani dalla possibilità di governare, anche se è chiaro che verrebbero graditi dalla nuova governance statunitense (come si può intuire dalla chiacchierata social di Elon Musk con la leader di AfD, Alice Weidel).

Un altro grande rappresentante della destra europea non può che essere Marine Le Pen, leader del Rassemblement National francese: la sua chance elettorale potrebbe però avverarsi solo nel 2027, e inoltre i rapporti tra Le Pen e Trump non sono mai stati amichevoli; la preferenza trumpiana in suolo francese tende verso Éric Zemmour, leader di un partito minoritario di estrema destra.
Per ultimi arrivano altri leader decisamente più scomodi: Mateusz Morawiecki, primo ministro della Polonia dal 2017 al 2023 e presidente del gruppo parlamentare europeo di cui fa parte anche FDI, ha recentemente lasciato il suo posto a Donald Tusk, grande europeista e critico di Donald Trump.
Per ultimo rimane il più estremo Viktor Orbán, che ha instaurato una dittatura in Ungheria da ormai 15 anni: la sua colpa è sicuramente quella di essere fin troppo colluso con Putin, per il quale spesso agisce all’interno delle istituzioni dell’Unione Europea.
I compiti del governo Meloni
È chiaro quindi perché la nuova leadership americana abbia scelto Meloni come alleato principale in Europa: gli altri leader sono infatti o troppo lontani dalla possibilità di avvicinarsi al governo nazionale, oppure sono ancora circondati da troppe incognite. Giorgia Meloni ha invece già chiarito, da oltre due anni, il suo orientamento atlantista e filo-americano senza lasciare spazio ad alcun dubbio.
Non bisogna sottovalutare le implicazioni che questo grande sostegno internazionale avrà sulla nostra politica: il governo Meloni, anche per via dell’assenza di successi interni da vantare o di riforme portate a termine, inizia a perdere consensi.

L’ultimo sondaggio Ipsos lo dimostra: il gradimento del governo è calato di 13 punti percentuali rispetto all’insediamento, e lo stesso dato riferito a Giorgia Meloni cala addirittura di 16 punti.
Le due vere forze di questo Governo sono quindi l’apprezzamento internazionale e la stabilità parlamentare: se la prima presenta un successo innegabile, la seconda dovrà portare necessariamente a dei frutti, con il rischio di finire la legislatura senza veri risultati interni.
Saranno fondamentali gli esiti delle tre grandi riforme annunciate: quella della giustizia, quella dell’autonomia differenziata e infine la più importante, quella costituzionale.
Senza dimenticare la necessità di dare una svolta all’economia italiana, che va sempre più a rilento: le stime dell’Istat per il 2024 prevedono una crescita del PIL pari al 0,5% e, oltre a questo, il tasso di occupazione (62,4%) rimane basso rispetto agli altri grandi Paesi europei ed è addirittura in calo.
I punti dolenti
Meloni e compagnia potranno cambiare la percezione del proprio operato se riusciranno ad agire in tempo sulle partite ancora aperte, ma su altri lati bisogna riconoscere le evidenti sconfitte. Prima fra tutte l’immigrazione che, nonostante la grande importanza che ci si sarebbe potuti aspettare visto il contributo che ha fornito alla vittoria della coalizione, è quasi sparita dalle dichiarazioni e intenzioni del Governo.
Questo serve sicuramente per nascondere che nel 2023 i migranti arrivati in Italia sono stati ben 158 mila, ovvero la cifra più alta fino ad ora registrata dal 2016, quando ce ne furono 181 mila. Ai tempi Meloni denunciava a gran voce i “numeri da invasione”, ma è chiaro che ora preferisca non parlarne.
L’unico vero ‘successo’ del Governo in materia di migrazione è stato quello di scatenare opposizione e Magistratura per l’apertura del centro migranti in Albania, che, oltre ad avere una spesa prevista che si aggira intorno ai 650 milioni di euro nei prossimi cinque anni, è largamente illegale e rimane quindi, al momento, inutilizzato.

Non finiscono qui le varie gaffes che si sarebbero potute facilmente evitare, a partire dalla gestione mediatica del leader della Lega Matteo Salvini, perfetto per il ruolo di ‘mina vagante’, senza dimenticare la spiacevolissima ospitata dell’ex-ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, che fece scalpore anche sui giornali internazionali.
Attualmente il ministro più in discussione è Daniela Santanché, che detiene il Dicastero del turismo, per via delle bufere giudiziarie che la costringono ogni giorno a negare le proprie dimissioni, richieste a gran voce dall’opposizione.
Ultimo ma non per importanza è il PNRR, mastodontico progetto di investimento finanziato dall’Unione Europea che sarebbe servito per fare una spinta in più all’economia arretrata del nostro paese. Sfortunatamente, sembra che questi 200 miliardi siano stati dimenticati da tutti: l’ennesima occasione persa di rimodernare un Paese sempre più arretrato rispetto ai suoi competitor europei.
Non è tutto oro quel che luccica (all’estero)…
Meloni ha dimostrato di poter godere di un certo rispetto in Europa e America. È ora però che lei e il suo Governo si impegnino per migliorare questo paese, conditio sine qua non per poter continuare la sua luna di miele internazionale.
Ci vuole poco a far cambiare idea a Trump e compagnia, pronti a spostare le loro simpatie senza doversi preoccupare di un’Italia che ne rimarrebbe colpita: nel caso di brusca virata statunitense, il nostro Paese si troverebbe infatti fortemente isolato sulla scena mondiale ed europea.
Gabriele Cavalleri
(In copertina immagine di Ansa via L’Eco di Bergamo)
Giorgia Meloni e il suo Governo: non è tutto oro quel che luccica è un articolo di Gabriele Cavalleri. Clicca qui per leggere altri articoli dell’autore!