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Una riga sui libri di storia (Giornata della Memoria 2025)

Elon Musk fascismo Giornata Memoria 2025

In occasione della Giornata della Memoria del 2025 è importante ricordare, ma in un mondo in cui Elon Musk fa il saluto romano per festeggiare la vittoria dell’elezione di Trump e subito dopo si nasconde dietro la sua malattia – quasi ad indicare che il fascismo sia sintomo dell’autismo – bisogna anche allenarsi a riconoscere.


Ormai, con il passare degli anni, le storie originali sono sempre più rare.

È difficile trovare qualcosa che non sia ispirato a qualcosa di precedente, così come è raro partorire qualcosa che non sia condizionato, se non dal passato, quantomeno dal presente in cui si vive.

A tal proposito si trovano esempi di ogni tipo: L’Eneide non è che una commistione di Iliade ed Odissea; Le Ultime lettere di Jacopo Ortis di Foscolo è ispirato ai Dolori del giovane Werther di Goethe; e il De Rerum Natura di Lucrezio è una copia in latino del Περ φύσεως di Epicuro.

L’ispirazione, l’omaggio, l’imitazione sono ciò che da sempre permette al pubblico di comprendere l’orientamento culturale, i riferimenti, i pilastri strutturali di una storia, di un’opera d’arte, di un gesto.

Eppure, in politica, dove gli ideali sono alla base della dedizione riservata alla causa, meno si cita l’originale meglio è. Strano, penserete, considerato quanto invece sia politica perpetrare idee e principi che sono poi sempre gli stessi due, con mille sfumature che intersecano il periodo, le ambizioni, le richieste, le correnti di pensiero.

Bizzarro, crederete, perché alla fine citare in maniera velata, omaggiare con una certa dose di leggerezza o imitare palesemente e poi rifugiarsi nelle sicure linee di contorno della malattia mentale (quindi addirittura dire “sono malato, non lucido, sono goffo e non dovete prendermi sul serio”) è un inganno a sé stessi, è una presa in giro.

Perché succede questo? Perché non si ha il coraggio di ammettere apertamente a che idea o ideologia si appartiene?

Vorrei credere che sia perché in alcuni casi ciò che si vuole imitare è così estremo da instillare pudore anche in chi solitamente non ne ha nemmeno un poco, ma penso che la risposta sia un’altra, più profonda e più semplice.

Si ha paura della parola scritta, perché quella rimane, non è un’ideologia, ma qualcosa che identifica tutti i progetti, le idee, i pensieri ben al sicuro nella tua mente, e li mostra al il mondo, dando loro un’identità, e quindi una realtà.

Il fascismo è finito da un pezzo. Sta morendo chi lo ha vissuto, e rimane chi ha il compito di ricordare cosa è stato. A Liliana Segre che dice che, prima o poi, ci si dimenticherà di cosa si è trattato, e che ne rimarrà solo una riga sui libri di storia, io rispondo in tutta sincerità che non lo so.

Probabilmente, e con grande sconfitta dell’uomo, se ne dimenticherà l’orrore, il disgusto e la tragedia, fino a quando in un qualche modo non ricapiterà. Eppure, nella gente giusta, ciò che è stato ha acceso e accenderà sempre quel bisogno di lotta, di libertà e di protezione della parola che ci assicurano che dai libri, il fascismo, non verrà tolto mai.

E finché sarà nei libri, ci sarà chi lo combatterà senza aver paura di pronunciare quel nome, o di indirizzare quel gesto al luogo a cui appartiene. Perché è grazie ad averlo studiato, grazie ad averne letto le testimonianze, le leggi, i principi e le pazzie, che posso dire di riconoscerlo anche quando fa finta di essere un’altra cosa.

Grazie ad averlo studiato posso dire che c’è ancora, forse un poco più codardo, decisamente più cauto, formalmente diverso, ma sta tornando.

Sta tornando quella mania di voler essere dèi, rifiutando di essere uomini.

Elettra Dòmini

(In copertina, in occasione della Giornata della Memoria del 2025, Elon Musk)


Per approfondire, leggi gli articoli del percorso tematico La memoria.

Sull'autore

Vivo nella bellezza delle mie passioni, consapevole che un giorno, quando sarò una grande scrittrice, una ricercatrice di successo, o una professoressa di linguistica in università, tutto quello che mi ha permesso di diventare l'adulta che voglio diventare, lo avrò scelto da sola. Contenta. Ed entusiasta.
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