Cinema

“Wicked”: come la Hollywood classica potrebbe salvare la Hollywood di oggi

Wicked copertina film

Wicked” (2024) è indiscutibilmente il film del momento. Uscito solo a fine novembre, la pellicola ha già battuto molti record: è l’adattamento di una produzione di Broadway che più ha incassato negli Stati Uniti, inoltre è già la seconda trasposizione di un musical che ha ottenuto i migliori risultati al botteghino nella storia del cinema. Infatti, al primo dicembre il film aveva già guadagnato globalmente quasi 340 milioni di dollari.


Su Rotten Tomatoes ha ottenuto ben il 90% di gradimento, un tasso incredibilmente alto: basti pensare che solo film come Salvate il soldato Ryan (1998) o Edward mani di forbice (1990) hanno ottenuto un punteggio simile. Inoltre, ha già ricevuto quattro candidature ai Golden Globe ed è noto che questi premi non sono altro che un’anticipazione di ciò che succederà agli Oscar.

Quello che verrebbe da chiedersi è come faccia Wicked, un musical, genere notoriamente ostico, a ottenere un’accoglienza così entusiasta. La verità è che questo film non ha assolutamente nulla di rivoluzionario e forse la sua forza sta proprio in questo.

Il musical ieri e il musical oggi

Sin dalla fine degli anni Venti, quando il cinema è diventato sonoro, si sono iniziati ad adattare i musical di Broadway. Il cantante di jazz (1927), primo film parlato della storia, è esso stesso un antenato del musical così come lo intendiamo oggi; anzi, la pellicola conteneva addirittura più canzoni che dialoghi. Il musical è un genere che è, quindi, sempre esistito e che nel secondo dopoguerra ha vissuto la sua golden age. Proprio in questo periodo, infatti, il musical si è definitivamente codificato come genere.

Scena del film "Il cantante di Jazz".
Scena del primo film parlato della storia, Il cantante di jazz. Foto: Cine Grandiose.

Per essere chiamato tale, un musical non doveva solo contenere delle canzoni, ma doveva avere anche grandi numeri di ballo ben studiati e spettacolari, caratteristica che lo fece diventare un genere con una forte matrice attrazionale.

Grandi budget per grandi film che portavano grandi guadagni, nonostante le pellicole avessero spesso un’essenza semplicissima, con trame quasi banali e molto sentimentali. È qui che Wicked affonda le sue radici. Il film è profondamente legato a un’idea di musical che ormai non esiste più. Il genere, nella forma tanto cara alla Hollywood degli anni Quaranta e Cinquanta, è ormai stato abbandonato, diventando copia sbiadita di ciò che era un tempo.

Ci sono sicuramente stati grandi successi recenti, basti pensare a La La Land (2016) – un film indubbiamente splendido ma estremamente sobrio rispetto alle grandi produzione di un tempo –, ma si trattano solo di rarità: più che altro negli ultimi anni ricordiamo flop come Cats (2019). In un panorama che sembra disastroso per il genere, Wicked è un’eccezione e riesce ad esserlo proprio perché ha fatto tesoro degli stilemi che caratterizzavano i grandi musical di un tempo.

Il trailer di Wicked.

Un ritorno alle origini

Wicked ha una trama e una morale molto semplici e tutt’altro che innovative, complice il fatto che Strega – Cronache dal Regno di Oz in rivolta, romanzo di Gregory Maguire da cui il musical è tratto, è stato pubblicato ormai nel 1995. Wicked racconta come le due acerrime nemiche de Il mago di Oz, la strega del nord Glinda (Ariana Grande) e la strega dell’ovest Elphaba (Cynthia Erivo), fossero in realtà state amiche, nonostante Elphaba fosse disdegnata da tutti a causa del colore verdastro della sua pelle, metafora anche troppo didascalica della discriminazione razziale.

Immagine di Elphaba, una delle due protagoniste del film musical "Wicked".
Elphaba Thropp (Cynthia Erivo) in Wicked.

Eppure, Wicked è un successo perché la trama è solo un pretesto per creare meraviglia. È proprio sotto questo aspetto che il film è una riproposizione dei musical del passato: il comparto tecnico è impeccabile, dai costumi alle scenografie tutto è esteticamente mirabile e assolutamente monumentale.

Abbandona la contemporaneità che sembra aver afflitto il musical in questi anni, abbandonando anche la contemporaneità tecnica. Infatti, per quanto apparentemente impensabile, è stata usata molta meno CGI di quanto possa sembrare. Al film hanno lavorato diversi artigiani di settore per poter rendere fisici, come lo stesso regista Jon M. Chu li ha definiti, i luoghi incantati della storia, creando dei veri e propri villaggi in cui girare.

L’unicità di Wicked nel panorama cinematografico odierno

Inoltre, ogni canzone, nonostante la complessità tecnica, è stata registrata in presa diretta, mentre gli attori recitavano e ballavano: una pratica andata quasi completamente in disuso per le difficoltà che comporta. Registrare prima le canzoni e poi le scene è più semplice e sicuramente più veloce, ma toglie quel senso di veridicità a sequenze che hanno già ben poco di realistico.

D’altronde, nessuno nella vita vera si metterebbe a cantare senza motivo apparente o ballerebbe in modo impeccabile una coreografia complessa senza mostrare neanche un briciolo di fatica. Può sembrare una quisquilia, ma sono proprio queste accortezze che permettono una continuità tra ciò che sentiamo e ciò che vediamo. Anche a causa di queste scelte, il film ha avuto una lavorazione lunghissima, iniziata già nel 2021.

Un altro aspetto anacronistico per la Hollywood odierna si ritrova nel fatto che Wicked abbia portato al cinema non solo molte persone che non hanno mai visto Il mago di Oz (1939) o un qualsiasi musical della Hollywood classica, ma che abbia attirato un pubblico così vasto con una pellicola che è solo la prima parte di un’opera – operazione già attuata in passato dai distributori cinematografici, come fu per esempio per l’ultimo capitolo della saga di Harry Potter – e che ha una durata di quasi tre ore, uno scoglio non facile da superare soprattutto per un pubblico giovane che non tollera particolarmente pellicole così lunghe.

Glinda Upland (Ariana Grande) e Elphaba Thropp (Cynthia Erivo) in Wicked.
Glinda Upland (Ariana Grande) e Elphaba Thropp (Cynthia Erivo) in Wicked.

Una nuova chance per Hollywood

Ultima carta vincente del film è stata la scelta di Ariana Grande come coprotagonista; anche questa, infatti, potrebbe essere una strategia riconducibile alla Hollywood classica: ricorrere a una diva.

Il cinema ha sfruttato il divismo già dagli anni Venti: una diva non era altro che una star iconica, con un grande seguito di ammiratori, che avrebbe portato molte persone al cinema solo grazie alla sua presenza. E proprio questo è il ruolo di Ariana Grande in Wicked: una cantante così amata in un musical è una certezza per un produttore, ma anche per il pubblico.

Nonostante i suoi esordi come star di Nickelodeon, la cantante aveva abbandonato quasi totalmente la sua carriera attoriale, facendoci scoprire solo ora un vero e proprio talento, con un inaspettato risvolto comico che contribuisce a dare un aspetto vivace alla pellicola.

Glinda, una delle due protagoniste del film "Wicked".
Glinda Upland (Ariana Grande) in Wicked.

Questo musical è una speranza in un’industria che ci viene detto essere in crisi ormai da anni. Hollywood si risolleva con grandi film evento come questo; quando, presi da una sorta di follia collettiva, tutti vogliamo andare in sala per non rimanere fuori dal fenomeno sociale che pellicole come questa, o come Barbie lo scorso anno, generano.

Wicked è la riprova di come il cinema non sia poi così cambiato dagli anni Quaranta. Dopo quasi 130 anni di storia abbiamo ormai visto tutto, ma un film spettacolare come questo rimarca ancora la natura attrazionale del mezzo.

Sofia Lollini

(In copertina e nell’articolo, immagini tratte da Wicked di Jon M. Chu)


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