Chi è grammamante? Chi no? Secondo Vera Gheno, linguista e autrice di “Grammamanti” (Einaudi, 2024), chi è in grado di “immaginare futuri con le parole”, e quindi riesce a costruire con la propria lingua una relazione positiva. Il lavoro, come al solito, deve partire dall’istruzione, perché – per dirla con Tullio De Mauro – “la scuola tradizionale ha insegnato come si deve dire una cosa; la scuola democratica insegnerà come si può dire una cosa”. Vera Gheno parla di questo e molto altro con Vittoria Ronchi e Davide Lamandini in Salaborsa (Bologna).
Chi può definirsi grammamante? Chi ama la lingua in modo non violento, la studia e così comprende di doverla lasciare libera di mutare a seconda delle evoluzioni della società, cioè degli usi che le persone ne fanno ogni giorno parlando.
Essere grammarnazi significa difendere la lingua chiudendosi dentro a una fortezza di certezze tanto monolitiche quanto quasi sempre esili; chi decide di abbracciare la filosofia grammamante, invece, non ha paura di abbandonare il linguapiattismo, ossia la convinzione che le parole che usiamo siano sacre, immobili e immutabili. Perché per fortuna, malgrado la volontà violenta di chi le vorrebbe sempre uguali a loro stesse, le parole cambiano: alcune si modificano, altre muoiono, ma altre ancora, nel contempo, nascono.
È tempo di smettere di essere grammarnazi e tornare ad amare la nostra lingua, apprezzandola per quello che davvero è: uno strumento potentissimo per conoscere sé stessi e costruire la società migliore che vorremmo.
9 dicembre 2024. La presentazione del libro Grammamanti di Vera Gheno, in collaborazione con Biblioteca Salaborsa, Comune di Bologna, Giulio Einaudi editore e Libreria Trame; sul palco Vera Gheno, Vittoria Ronchi e Davide Lamandini.
– Riprese a cura di Biblioteca Salaborsa.
– Foto di Mattia Belletti.
Un ringraziamento particolare a Rosalia Ragusa e Nicoletta Maldini.
La presentazione di Grammamanti è stata realizzata in collaborazione con la Biblioteca Salaborsa di Bologna e la Libreria Trame.