Cinema

“Megalopolis” di Coppola: caduta di un impero o un maldestro flop?

Megalopolis Coppola copertina

Dopo quasi quarant’anni di tentativi, all’ultimo festival di Cannes, Francis Ford Coppola porta sul grande schermo “Megalopolis” (2024). Il cast stellare, la regia rinomata e quasi mezzo secolo di perfezionamenti lasciavano presagire un capolavoro, l’ultimo ‘coup de théâtre’ di un regista ormai navigato. Tuttavia, i pessimi incassi e le recensioni per lo più negative dimostrano altro…


Welcome to New Rome…

Sulla scena di una New York contemporanea, con qualche sprazzo di neoclassicismo, si erge New Rome, la sfavillante e moderna erede dell’Impero romano. La metropoli, oltre ad essere centro nevralgico di questa “favola”, come la definisce il regista all’inizio del film, sarà anche la causa, il mezzo e il fine ultimo di questa storia, poiché tutta la trama verte sul cambiamento di essa.

New Rome viene presentata come l’emblema di una democrazia in decadenza, dove il suo popolo non solo non crede più in essa, ma si lascia andare ai piaceri della carne, alla lussuria e allo sfarzo più sfrenato. Decadente non solo moralmente, ma anche esteticamente e architetturalmente, New Rome si sta trasformando in “un covo di tuguri”, come la definisce il protagonista.

La capitale è in mano ai successori delle più grandi famiglie romane che, in un avido gioco di potere, matrimonio e sangue, si contendono il destino della città. Ricordando la congiura di Catilina, i protagonisti sono Cicerone (Giancarlo Esposito), sindaco neoeletto, e sua figlia Julia (Nathalie Emmanuel); la famiglia Crasso, banchieri della città; e Cesare Catilina (Adam Driver), artista e architetto innovatore capace di controllare il tempo.

Sfondo di Megalopolis di Francis Ford Coppola.
Sfondo di Megalopolis di Francis Ford Coppola.

“My plan is a city that people can dream about…”

Il casus belli è il rinnovamento di New Rome: Catilina e Cicerone si scontrano sulla visione ideologica e pratica della forma che dovrà prendere la città. Se Cicerone preme per mantenere l’assetto tradizionale, Catilina invece spinge per una nuova concezione di città e di spazio, presentando un progetto futuristico e biodinamico, basato sul Megalon, un misterioso materiale innovativo che gli ha fatto vincere il Nobel.

 Intorno al filone narrativo principale prendono vita molte altre storie, temi sociali e personaggi che animano il ritmo della storia e dimostrano, anche se in modo molto confusionario, la poliedricità del potere e della lotta per conquistarlo.

Cesar Catilina (Adam Driver) e Julia Cicero (Nathalie Emmanuel).

“The Megalon is not safe. Concrete, concrete concrete, and steel…”

Il primo grande tema che emerge dalla pellicola è la costante lotta tra innovazione positivista e il mantenimento della tradizione.

È giusto rimanere legati alla propria storia, sebbene essa inizi a dare segni di malfunzionamento; o è bene tendere al futuro, credere nella scienza e permettere alle città di crescere con il proprio popolo? Catilina contro Cicerone, passato contro futuro, tempo contro stasi.

La capacità delle grandi menti di non fermarsi al tempo presente, ma di utilizzare la tecnica per plasmare il futuro e renderlo migliore, va letta come genialità o come arroganza?

“Don’t let the now destroy the forever…”

Chi viene lasciato fuori nella lotta tra i vertici del potere, che hanno la possibilità di spendere il proprio tempo su questi massimi sistemi di vita?

Chi diventa vittima sia della novità e che della tradizione? Il popolo, gli indifesi, i meno abbienti, “le nullità”, come le definisce Clodio (Shia LaBeouf).

L’emarginazione, l’ingiustizia sociale e la vita delle periferie sono un altro aspetto toccato dalla pellicola.

Clodia Pulcher (Chloe Fineman).
Clodia Pulcher (Chloe Fineman).

Cicerone, da un lato, per sanare il debito pubblico e per mantenere lo status della città, non si cura di chi viene escluso dalla vita del centro e necessiterebbe dell’aiuto dello Stato per sopravvivere. Catilina, invece, sebbene disegni il profilo di una città equa, giusta e libera per tutti, non sembra tener conto di chi cadrebbe inevitabilmente vittima di questo processo di evoluzione.

Esiste un bene più grande della contingenza? Vale la pena sacrificare la vita di oggi per un domani migliore? Il film pare dirci di sì. Tanto da mostrare gli sguardi sognanti di coloro che restano chiusi dall’altra parte delle barricate che circondano Megalopolis nella scena finale.

“Imagine today’s society as a branch of civilization about to reach a dead end…”

La decadenza della società, come già accennato, è lo sfondo macabro di tutta la pellicola. Un popolo che non ha più alcuna fiducia nelle istituzioni e membri politici che si rivelano più impegnati nella propria vita mondana che nei compiti  affidati loro.

Panem et circenses per tenere, inutilmente, a bada i popoli. Droghe e vita promiscua per annichilire le menti dei ricchi.

Le rivolte del popolo contornano la battaglia politica e spingono dal basso, indebolendo ancora di più le parti in gioco che, senza il consenso popolare, sono impossibilitate a mantenere l’ordine. Clodio se ne fa, in maniera piuttosto discutibile, portavoce, per poi finire vittima dei suoi stessi seguaci.

Nelle scene di rivolta si vedono i simboli contemporanei delle estreme destre, per ricordare come spesso l’intolleranza e l’autorità forte appaiano a primo acchito come una soluzione nei momenti di paura, e come i periodi di disordini sociali possano diventare culla di regimi.

“There’s nothing to be afraid of if you love, or have loved…”

L’amore è la forza motrice che percorre tutto il film, sia nelle sue forme più sane – come l’amore paterno di Cicerone per Julia e quello travolgente di Catilina e Julia –, sia nelle sue forme più tossiche – come nell’infausto rapporto tra la prima moglie e Catilina, oppure nell’utilizzo che ne fa Wow Platinum.

Wow Platinum (Aubrey Plaza).
Wow Platinum (Aubrey Plaza).

L’amore, infatti, è il mezzo attraverso il quale Catilina riesce a riacquisire i poteri temporali, si riesce a raggiungere ‘l’idillio’ finale con la realizzazione di Megalopolis e si trova pace tra Cicerone e Catilina. Tuttavia, l’amore viene presentato anche nella sua forma più carnale, come strumento di potere e di controllo.

Senza amore non vi può essere progresso e solo con l’amore l’uomo può fronteggiare le sfide che la vita gli pone davanti, ma è un’arma a doppio taglio, perché porta dentro di sé sia una forza creatrice che distruttrice.

Promosso o bocciato?

Megalopolis di Francis Ford Coppola è un film complesso, che si dimostra fin da subito strutturato per portare lo spettatore in un vortice di stranezza e farlo sentire partecipe della realtà caotica e difficile che sta vivendo New Rome. La fotografia e le grandi capacità attoriali del cast rendono la pellicola godibile, a tratti tragicomica dato il tono pomposo e teatrale che si è deciso di dare ai personaggi.

Le potenzialità per diventare una grande epopea c’erano. Le storie e i personaggi paiono ben costruiti e le tematiche aperte sono molte e profonde; tuttavia, è mancata la sostanza. Il filo logico della narrazione principale è lentamente scomparso dietro questo intersecarsi di voci, storie e avvenimenti che non hanno dato modo al regista di concludere senza perdersi in grossi buchi di trama.

Un vero peccato, considerato che, se dal punto di vista sensoriale questo film funziona perfettamente, tanto da far uscire dalla sala con la convinzione di aver avuto un’allucinazione, come storia in sé risulta molto debole e facilmente dimenticabile.

Gaia Marcone

(In copertina e nell’articolo immagini tratte da Megalopolis di Francis Ford Coppola)

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