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On the road – Si può visitare Barcellona in 5 giorni?

Copertina Barcellona Bertinelli

Barcellona è un mosaico di arte e storia, una meta estiva perfetta per chi ama trovare un giusto equilibrio tra svago e cultura. L’essenza meravigliosa di questa città si manifesta attraverso i suoi colori, i suoi artisti e i suoi luoghi incantevoli e mozzafiato. Si può visitare in 5 giorni?


Giorno 1: giovedì

(Percorso su Google Maps)

Barceloneta

Sono partita assieme a tre amiche giovedì 4 luglio 2024 con un aereo di Ryanair che ci ha portate all’aeroporto El Prat alle 8 del mattino. Dopo aver preso il treno, ci siamo dirette all’ostello per depositare i bagagli.

La prima tappa della giornata è stata la Barceloneta, la spiaggia libera più famosa della città, su cui turisti e locali si sfidano a beach volley e racchettoni accompagnati dalla musica degli artisti di strada e dal rumore della movida.

Per pranzo abbiamo deciso di optare per uno dei piatti tipici del paese, la paella.

Tuttavia, la strada che costeggia la Barceloneta è ricca di ristoranti e locali che sono piuttosto turistici.

Il cibo non è buono e costa parecchio, non è cucinato da gente del luogo e spesso non è tipico (per esempio, ci sono molte pizzerie e ristoranti italiani).

Barceloneta Barcellona.
Foto: Antonio Cansino/Pixabay.

Un consiglio è quello di spostarsi sulle traverse più nascoste e meno conosciute, per mangiare in ristoranti migliori a prezzi ragionevoli

Port Vell, il Vecchio Porto

A causa della sveglia impostata alle 3 del mattino, abbiamo deciso di tenerci il primo giorno abbastanza libero, così da poterci rilassare in vista delle intense giornate che ci aspettavano.

Abbiamo deciso di affidarci al sito GetYourGuide per prenotare un’esperienza che si è rivelata davvero meravigliosa: alle 17.30 ci siamo dirette al Porto Vecchio per salire su un catamarano che ci ha fatto fare il giro della costa con il sottofondo jazz di un bravissimo chitarrista.

Foto: WeLoveBarcelona.de/Unsplash.

Dopo un’ora e mezza, finito l’evento, abbiamo scelto di andare in ostello a piedi, camminando per un’oretta e comprando giusto un paio di cose per la cena al Mercadona, un tipico supermercato spagnolo.

Giorno 2: venerdì

(Percorso su Google Maps)

Casa Batlló e la “Pedrera”

La mattina seguente, non avendo prenotato nulla, abbiamo deciso di muoverci in giro per la città, avendo come meta principale Casa Batlló e Casa Milà (la famosa “Pedrera”), due grandi opere architettoniche di Gaudí. Le abbiamo osservate solo da fuori, affidandoci ad alcuni consigli trovati in rete, che suggerivano di entrare piuttosto a Casa Vicens.

Successivamente ci siamo spostate verso l’Arc de Triomf, un maestoso arco in mattoni costruito per celebrare il progresso artistico, scientifico ed economico della città. Attraversandolo e percorrendo la strada su cui questo si affaccia si arriva al Parc de la Ciutadella, un parco meraviglioso e immerso nel verde, dentro al quale sono situate due grandi serre e uno zoo (quest’ultimo abbiamo deciso di non visitarlo).

Sagrada Familia

Dopo aver pranzato velocemente, ci siamo dirette alla meta successiva, il Mercat dels Encants, un grande mercato che si erge su due piani. Si tratta di un luogo in cui è possibile acquistare prodotti di qualsiasi tipo: vestiti e scarpe, gioielli e accessori, ma anche libri e oggetti vintage.

L’ultima tappa della giornata è stata la Sagrada Familia. Noi abbiamo acquistato i biglietti con un paio di mesi d’anticipo, senza guida, ma con una visita alla Torre della Passione.

Entrare nella basilica è stata un’esperienza unica, quasi magica. Non appena si varca la soglia si viene travolti da una miriade di colori e di luci, che rendono la navata principale simile a un mondo ultraterreno.

Tuttavia, dopo solo mezz’ora ci siamo dovute incamminare verso l’entrata della torre e, prendendo un grande ascensore, siamo salite sulla sua cima.

Sagrada Familia: particolare.
Foto: Mehmet Turgut Kirkgoz/Pexels.

La vista dai 172 metri di altezza è spettacolare, ma certamente non adatta a chi soffre di vertigini: tra l’altro, l’ascensore non effettua la discesa, perciò i visitatori sono costretti, se non in caso di emergenza, a percorrere i 504 gradini di una scala a chiocciola piuttosto stretta che si affaccia su Barcellona.

Giorno 3: sabato

(Percorso su Google Maps)

Il quartiere gotico

Tutte le tappe previste per il terzo giorno si trovavano nei pressi del Quartiere Gotico, situato a quasi 4 chilometri dalla Sagrada Familia. La prima visita programmata era alle 12, quindi abbiamo deciso di utilizzare tutto il tempo a disposizione fino a quell’ora per visitare il luogo.

Ciò che salta subito all’occhio è la presenza di un’enorme cattedrale, edificata – neanche a dirlo – in stile gotico, tra il XIII e il XV secolo, dentro cui è possibile entrare con un biglietto se lo scopo è visitarla, o gratuitamente se, invece, si desidera pregare: in questo caso è necessario avere un abbigliamento consono al luogo, che copra gambe, spalle e petto, altrimenti l’ingresso sarà vietato.

Alle 12:00 ci siamo recate al Palau de la Música Catalana, sede dell’Orfeo Català, la società corale della Catalogna. Si tratta di un meraviglioso palazzo che ritrae alla perfezione il modernismo catalano. La parte più importante è la sala concerti, rivestita di vetrate colorate che culminano in un ampio lucernario a goccia. Quel giorno, per un immenso colpo di fortuna, il coro ha eseguito le prove di un concerto, per cui di solito è necessario pagare.

La tappa successiva era a pochi passi dalla cattedrale di Barcellona, a Plaça d’Isidre Nonell: il cosiddetto Mural del Beso (El mundo nace en cada beso) è un foto-mosaico realizzato nel 2014 per commemorare la caduta di Barcellona avvenuta durante la Guerra di Successione Spagnola (XVIII sec.).

L’ultima tappa della giornata è stata il Mercato della Boquería, una delle più grandi attrazioni della città. Si tratta di un grande mercato alimentare, ma a causa dello scarso rapporto qualità-prezzo sconsiglio di effettuare acquisti lì.

Giorno 4: domenica

(Percorso su Google Maps)

Parc Güell

Le tappe previste per il quarto giorno erano piuttosto lontane, e perciò abbiamo optato ancora una volta per lo spostamento con la metro. Sul versante meridionale del Monte Carmelo si trova Parc Güell, un enorme parco che si estende per oltre 17 ettari di terreno e che presenta numerose strutture progettate da Gaudí.

Il luogo è molto bello, e le opere architettoniche lo rendono quasi fiabesco; tuttavia è molto turistico e per questo motivo gran parte del parco è spesso piuttosto affollata e poco godibile.

Parc Güell
Foto: Taisia Karaseva da Unsplash.
Casa Vicens

La seconda tappa del giorno è stata Casa Vicens che abbiamo raggiunto a piedi dopo pranzo. Questa struttura è stato il primo progetto importante di Gaudí: per questo motivo si distingue molto dalle altre e personalmente è quella che preferisco.

Tuttavia, a causa dello scorrere del tempo, della suddivisione in lotti dei terreni circostanti e della loro vendita, la casa ha dovuto subire molte ristrutturazioni e ridimensionamenti.

Il video che viene presentato alla fine del percorso mostra come gran parte del luogo non abbia subito solo una restaurazione minuziosa, ma sia stata ricostruita da zero, con materiali e tecniche moderne. Questo aspetto tende ad eliminare, almeno in parte, l’aspetto più bello dell’atmosfera che solitamente si crea attorno agli edifici storici.

Giorno 5: lunedì

(Percorso su Google Maps)

Spiaggia di Barceloneta

Il quinto e ultimo giorno lo abbiamo passato a prendere il sole sulla Barceloneta e a sperperare i nostri soldi in orribili souvenir. L’aereo era previsto per le 18:00, dunque alle 16:00 dovevamo essere in aeroporto. L’ostello, da cui siamo uscite alle 10:00, ci ha permesso di tenere le valigie in un locker, per appena tre euro.


Barcellona belvedere.
Veduta di Barcellona (foto: Vitor Monteiro/Unsplash).

Mi raccomando! Non dimenticare…

Barcellona si è rivelata una meta meravigliosa e ottima per le vacanze con gli amici. Tuttavia a me sarebbe stato utile sapere alcune cose in più per prepararmi meglio per il viaggio.

  • Barcellona è davvero molto grande, quindi il mio consiglio è quello di acquistare il pass per utilizzare i mezzi. È comodo perché consente di risparmiare molti soldi, senza dover fare la fila per il biglietto del treno o della metro.
  • I locali e i ristoranti della città si adattano molto bene a chi è vegano o vegetariano, un po’ meno a chi è celiaco. Io, da vegetariana, non ho mai trovato ostacoli nel mangiare, ma una delle mie amiche, celiaca, ha spesso dovuto acquistare cibo nei grandi supermercati. 
  • Per quanto riguarda la vita notturna, Barcellona è ottima per chi è maggiorenne. Le discoteche sono molto controllate, e ai minori di 18 anni è vietato entrare.

La Rambla la sera non è poi così affollata, i bar e i locali che si affacciano sulla grande strada chiudono molto presto. Inoltre, è una zona in cui bisogna prestare particolare attenzione, poiché è molto frequentata dai borseggiatori. Consiglio di spostarsi sulla Barceloneta, più affollata e con più attività da fare.

  • Personalmente ho trovato Barcellona un posto molto sicuro per le donne. Spesso ci è capitato di prendere la metro alle 2 del mattino (è importante sapere che dalle 2 alle 5 è chiusa) o di rimanere sulla spiaggia fino all’alba e sentirci al sicuro. La città è controllata dalle ronde notturne della polizia 24/7.
  • Poche persone parlano inglese. Consiglio di imparare qualche espressione in spagnolo per comunicare al meglio con i negozianti e le guide, o ancora meglio, in catalano.

Barcellona si è rivelata una meta perfetta per una vacanza di gruppo: è una città grande, ben organizzata nei trasporti e nella sicurezza. Inoltre, essendo immersa nel verde, rimane fresca e godibile anche nei mesi più caldi. 

Carlotta Bertinelli

(In copertina Dorian D1 da Unsplash)


Per approfondire: leggi gli altri articoli della sezione Viaggi e della rubrica On the road.

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