Cronaca

L’altro Bergoglio – Le parole di papa Francesco sui seminaristi gay


Hanno suscitato scalpore alcune affermazioni di papa Francesco sulla “frociaggine” nei seminari. Sono parole che cozzano con l’approccio inclusivo ostentato da Bergoglio in questi anni. Ma cosa c’è dietro la fuoriuscita di tali dichiarazioni? E la credibilità del Pontefice come innovatore è davvero a rischio?


Frociaggine“. Una parola degna dei peggiori bar. Uno squallido insulto omofobo, inaccettabile nel 2024. Eppure c’è chi continua ancora oggi a pronunciare espressioni di questo registro, anche con disinvoltura.

In molti sono trasaliti quando hanno letto che a parlare di “frociaggine” è stato nienetemeno che papa Francesco. Come riportato da Repubblica, il Pontefice avrebbe pronunciato la parola incriminata lo scorso 20 maggio, durante un incontro a porte chiuse con la CEI in Vaticano.

Si parlava di omosessuali nei seminari: Bergoglio, ribadendo un orientamento consolidato all’interno della Chiesa, stava invitando i vescovi italiani a prestare attenzione ai candidati al sacerdozio, non ammettendo uomini con “tendenze omosessuali”. Il Papa, in particolare, ha ammonito i presenti sul fatto che “Nei seminari c’è già troppa frociaggine“.

La notizia, in realtà, era stata battuta in precedenza da Dagospia, che aggiungeva altri dettagli imbarazzanti: secondo il blog più informato d’Italia, il vescovo di Roma avrebbe parlato addirittura di “checche isteriche”.

Apriti cielo. Se da destra si esulta, parlando di “ribellione” alla dittatura woke e inneggiando alla libertà contro il politicamente corretto, la sinistra si straccia le vesti, sentendosi quasi tradita dal colui che in molti avevano preso quasi a punto di riferimento per l’area progressista.

Chiesa e omosessualità

Al di là dell’opportunità di dare una connotazione “politica” a una religione (equivoco che ha portato nei secoli passati anche a tanto sangue), sarebbe bastato un po’ di buonsenso in passato per evitare lo sgomento di molti oggi. Sebbene nei toni Francesco sia stato più conciliante rispetto ai predecessori nei confronti della comunità LGBT+, la dottrina cattolica in merito non è cambiata di una virgola.

Non dimentichiamoci che il Levitico 18,22, ovvero il passo dell’Antico Testamento che condanna l’omosessualità come “abominio“, è ancora al suo posto. Così come i documenti che vietano l’ingresso di omosessuali in seminario.

Già, perché le parole del Papa non vengono dal nulla: nel novembre 2005, durante il pontificato di Benedetto XVI, la Congregazione per l’Educazione Cattolica (dicastero della curia romana che all’epoca era responsabile dei seminari) emise un’istruzione che vieta l’ingresso di “coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay”, poiché “non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’Ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate”.

Dieci passi indietro

I fatti sono questi. Eppure, è lo stesso Catechismo della Chiesa Cattolica, promulgato da Giovanni Paolo II nel 1992, a dichiarare che le persone omosessuali “devono essere accolte con rispetto, compassione e delicatezza“.

E proprio Francesco negli anni del suo pontificato aveva dimostrato attenzione per la comunità LGBT+. Basti pensare che, lo scorso dicembre, il papa approvò le benedizioni per le coppie gay.

Le recenti dichiarazioni, tuttavia, rischiano di creare una grave crisi di credibilità al pontificato di Bergoglio, come una Chiara Ferragni qualsiasi

Undici anni di parole concilianti, paterne, accorate rischiano di essere spazzati via in un secondo da una dichiarazione a porte chiuse. Il giorno dopo la pubblicazione delle parole incriminate, il Santo Padre si è scusato. Ha ammesso di aver solo riportato espressioni a lui dette da un altro vescovo.

A questo punto, l’unica (effimera?) speranza è che il Papa non sapesse l’accezione negativa che la f-word ha nella lingua italiana: difficile crederlo, visto che Bergoglio vive a Roma ormai dal 2013.

La spiegazione più plausibile, tanto semplice quanto dolorosa, è che la Chiesa tutt’oggi non riesce a liberarsi da una visione arcaica del mondo e della società.

Una lotta di potere

Pochi giorni dopo la pubblicazione della notizia, sono emerse altre affermazioni discutibili del Pontefice. Lo scorso 29 maggio, in una riunione (sempre a porte chiuse) con i sacerdoti giovani della diocesi di Roma, Bergoglio ha affermato che “il chiacchiericcio è una cosa da donne” , aggiungendo che “noi [uomini, nda.] abbiamo i pantaloni, dobbiamo dire le cose” .

Affermazioni di ben altro tenore rispetto a quelle rilasciate in pubblico, dove Francesco si è più volte espresso per la valorizzazione del genere femminile. È sospetta, tuttavia, la coincidenza temporale dei due leaks, quasi come ci fosse dietro un attacco mirato al soglio di Pietro.

In particolare, le dichiarazioni sessiste (non ammesse dal Vaticano, a differenza di quelle omofobe) sono state riportate da Silere non Possum, blog cattolico conservatore, da sempre molto critico verso lo spirito innovativo di questo pontificato. E se fosse quindi in atto un complotto contro il Papa da parte dell’ala “destra” della Chiesa?

Una nuova Chiesa

Ipotesi, congetture, sospetti. Al di là di questi, però, restano le parole inaccettabili pronunciate da Bergoglio in due occasioni, entrambe in privato. Parole che ci riportano coi piedi per terra, di fatto ridimensionando la portata “rivoluzionaria” degli ultimi 11 anni.

La Chiesa Cattolica resta ancora saldamente arroccata a una mentalità omofoba e misogina, che tanti danni provoca soprattutto nella mentalità odierna. Oltre che cambiare la sua dottrina, il Cattolicesimo deve modificare il proprio approccio su questi temi.

Sarebbe bello, ad esempio, se fossero cestinati i continui riferimenti alla sedicente “ideologia gender“, se si istituisse il sacerdozio femminile, se si dimostrasse un approccio più umano su temi come aborto e fine vita. I reazionari ci saranno sempre, ma una Chiesa moderna potrebbe rivolgersi al mondo con più autorevolezza e promuovere il messaggio evangelico con maggior successo.

Riccardo Minichella

(In copertina: Settimana News)

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