CronacaCultura

Mario Tozzi presenta “Fuori dal fango” all’Oratorio San Filippo Neri

Fuori dal fango Mario Tozzi

Per commemorare il primo anniversario delle inondazioni in Romagna, il 16 maggio 2024, presso il LabOratorio San Filippo Neri, è stato proiettato “Fuori dal Fango”. Mario Tozzi, ideatore del documentario, lo ha presentato insieme ai due direttori, Matteo Parisini e Riccardo Mazzon.


L’evento si è aperto con una breve intervista a Mario Tozzi e ai due direttori del documentario Fuori dal Fango. Nel corso del dialogo sono emersi diversi argomenti, tra cui la causa delle alluvioni e il modo in cui sono state documentate.  

La vera causa delle alluvioni

Tozzi ha spiegato che nel maggio del 2023 è successo “quello che succede sempre in questo Paese”: l’attiva costituzione geologica del territorio, una crisi climatica molto forte e, infine, un’alterazione continua e costante del suolo si sono verificate contemporaneamente. L’unione di questi tre fattori ha rappresentato una miscela esplosiva per l’Italia, che non ha potuto fare altro che vacillare. 

Quello che viene raccontato nel documentario è, per certi versi, rivoluzionario, in quanto la soluzione proposta non è rappresentata dal sistema che viene utilizzato abitualmente, dalle cosiddette opere. Argini, briglie e dighe funzionano nelle città sviluppate, non nei territori naturali, che dovrebbero essere elastici e dinamici, e dunque capaci di mutare.

Costruire una struttura per contenere un fiume non fa altro che spezzarne l’equilibrio: il risultato dell’opera non sarà un corso d’acqua più disciplinato, ma uno che fa più danni. L’equazione si può tradurre con un concetto molto semplice: maggiore è la quantità di natura, maggiore è la sicurezza. 

Fuori dal fango Mario Tozzi
La locandina di Fuori dal fango.

Questa nuova concezione, elaborata da molti studiosi, è divenuta talmente importante da essere inserita nella Nature Restoration Law. Uno dei tanti temi trattati dalla legge è proprio la riqualificazione fluviale, il cui scopo non è quello di costruire opere di contenimento, ma, al contrario, di rimuoverle.

Mario Tozzi ha chiarito che per combattere il problema è necessario comprenderne la causa e solo successivamente agire. Costruire dei muri è pressoché inutile, in quanto “è impossibile contenere ciò che non è contenibile”. Non è una questione di opere, ma di cultura del rischio, con cui bisogna capire anche che in certi luoghi non si può edificare. Se la sicurezza è l’obiettivo, l’unico modo per ottenerla è ripristinare la natura che un tempo circondava i nostri territori. 

Non solo libri: le fonti del documentario

Riccardo Mazzon ha spiegato che, oltre al libro di Tozzi, per la documentazione è stato utilizzato il rapporto che ha prodotto la Regione, curato da Armando Brath. Si tratta di un documento talmente preciso e puntuale che, secondo il regista, rimarrà negli anni come fonte unica.

È chiaro che un altro strumento fondamentale sono state le immagini, che quasi non sembrano vere. Uno degli obiettivi del documentario era riportare l’emozione delle persone che hanno vissuto le alluvioni, subendo un trauma causato da un evento che, secondo Mazzon, non ha memoria.

Un episodio del genere va oltre l’immaginario umano, argomento trattato proprio da uno degli ospiti presenti nel documentario, Carlo Lucarelli. Lo scrittore si concentra proprio sull’aspetto dell’irreale, sul “mostro” contro cui la Romagna non ha saputo come reagire.

Documentare una catastrofe: come si fa?

Per concludere l’evento, Matteo Parisini ha esposto la modalità con cui è stato documentato un evento di così grande portata. I direttori hanno deciso di organizzare la struttura del documentario seguendo due linee narrative: quella di Mario e dei tecnici, e quella delle persone intervistate, che hanno vissuto la catastrofe perdendo tutti i loro ricordi, annegati dall’acqua.

Secondo Parisini, un aspetto piuttosto interessante di Fuori dal Fango è la sua capacità di portare avanti la tragica memoria delle alluvioni e delle loro vittime

Un anno dopo la catastrofe meteorologica, l’Emilia Romagna deve ancora fare i conti con le proprie ferite. Un evento di una portata così eccezionale ha lasciato dietro di sé dolori e paure, ricordi e memorie terrificanti, e molte domande. L’evento si è concluso con la proiezione del documentario, che ha riportato alla perfezione ognuno di questi aspetti.

Ancora una volta, la causa principale delle problematiche odierne è il riscaldamento globale, che però ancora pare non spaventare molte persone, dubbiose anche davanti al cosiddetto “inferno di acqua e fango”. 

Carlotta Bertinelli

(In copertina Mario Tozzi, foto: RAI)


Per approfondire, leggi l’intervista di Lorenzo Bezzi a Mario Tozzi.

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