Il 10 aprile ho avuto il piacere di discutere con Maura Gancitano di cultura patriarcale sul palco del LabOratorio di San Filippo Neri (Bologna). A partire dall’evento propongo 10 consigli di lettura sul tema.
Le domande che abbiamo posto a Maura Gancitano, in qualche modo, partivano tutte da grandi classici o da saggi più contemporanei; nel corso della discussione la filosofa ne ha citati altri, o ha toccato temi connessi a quello principale, sui quali ci sembrava opportuno dare qualche riferimento bibliografico.
1. Carla Lonzi, Sputiamo su Hegel e altri scritti (1970; La tartaruga, 2023)
Siamo partite chiedendoci se la filosofia fosse o meno una cosa da donne, e abbiamo citato il Manifesto di rivolta femminile scritto da Carla Lonzi, critica d’arte, Carla Accardi, pittrice, ed Elvira Banotti, giornalista.
Si tratta di tre attiviste che hanno avuto un ruolo importantissimo per il femminismo italiano della seconda ondata.
Il Manifesto si trova all’interno di un’edizione più ampia che raccoglie altri scritti di Carla Lonzi, tra cui i più noti Sputiamo su Hegel e Donna clitoridea e donna vaginale.
Si tratta di testi che sono stati fuori catalogo per decenni e recentemente ripubblicati da La Tartaruga.
Nel primo l’autrice parte con un’aspra critica nei confronti del pensiero hegeliano, e in particolare del rapporto signoria-servitù, per poi arrivare a criticare le filosofie marxiste, che nel teorizzare la lotta di classe hanno perso di vista la questione femminile.
Nel secondo, Lonzi assume una prospettiva originale rispetto al tema del diritto all’aborto, indagando la natura del piacere sessuale femminile.
2. Angela Davis, Donne, razza e classe (1981; trad. Edizioni Alegre, 2018)
Nel corso di questa discussione, Gancitano ha menzionato Angela Davis, ricordando quanto sia stata vittima del pregiudizio nei confronti delle donne che si occupano di filosofia.
Infatti, nonostante abbia una formazione anche filosofica, con insegnanti come Adorno e Marcuse, Davis veniva vista con sufficienza e catalogata come un’attivista di poco conto che si limitava a scrivere slogan sui cartoni da portare ai cortei.
Partendo da questo presupposto, ho pensato di inserire Donne, razza e classe, probabilmente la sua pubblicazione più famosa: l’autrice mette in luce l’interconnessione tra i rapporti di genere, quelli di classe e il tema della razzializzazione. Si tratta probabilmente di uno dei classici del femminismo nero.
3. Simone de Beauvoir, Il secondo sesso (1949; trad. Il Saggiatore, 2016)
Abbiamo poi proseguito citando Simone de Beauvoir, che ne Il secondo sesso scriveva “Donna non si nasce, si diventa”. Si tratta del classico dei classici, un testo imprescindibile per lo studio della questione femminile.
La filosofa indaga la donna sotto molteplici aspetti, ne descrive i comportamenti, per poi occuparsi dei pregiudizi che portano alla convinzione della sua inferiorità rispetto all’uomo. Preme evidenziare come le argute riflessioni proposte nel saggio vennero scritte dall’autrice senza la corposa letteratura di cui disponiamo oggi.
Il saggio fu pubblicato in Francia nel 1949, messo all’indice con un editto vaticano nel 1956 e pubblicato in Italia nel 1961 per Il Saggiatore.
4. Adriana Cavarero e Franco Restaino, Le filosofie femministe (Bruno Mondadori, 2002)
Per spiegare che cosa intendesse Simone de Beauvoir quando scriveva che donne non si nasce ma lo si diventa, abbiamo utilizzato un contributo di Adriana Cavarero.
Cavarero è una filosofa che si è occupata intensamente del pensiero della differenza; ha insegnato per molti anni all’Università di Verona dove ha fondato, insieme a Luisa Muraro, la comunità filosofica femminile Diotima.
Le filosofie femministe è un saggio molto denso che dà una panoramica della ricchezza che caratterizza il pensiero femminista; è uno spunto interessante da cui partire per riuscire a stare dentro alla complessità dei femminismi.
5. Michela Murgia, Dare la vita (Rizzoli, 2024)
Il nostro dialogo è proseguito toccando il tema dell’intersezionalità, in questo caso introdotto con un estratto da un’intervista a Michela Murgia.
Anche per questo ho deciso di inserire il primo libro postumo dell’autrice Dare la vita; si tratta di un pamphlet in cui, in un misto tra saggistica e memorialistica, propone la sua esperienza familiare non convenzionale.
Dà voce ad un’idea di famiglia che non si fonda sui legami di sangue, continuando a ricordarci che le persone sono più importanti dei ruoli. Con quella che lei definiva la sua famiglia queer, apre alla prospettiva di un modo non normato di prendersi cura dell’altro.
Per approfondire, leggi la recensione di Gioele Marangotto.
6. Judith Butler, L’alleanza dei corpi (2015; trad. Nottetempo, 2017)
Gancitano, toccando il tema del processo di individualizzazione che investe la nostra società ormai da tempo, ha citato L’alleanza dei corpi di Judith Butler.
Butler è una filosofa post-strutturalista statunitense; si tratta, sicuramente, di una delle voci che più risuonano tra coloro che si occupano di studi di genere. Nel saggio l’autrice mentre al centro il corpo, che assume così un ruolo fondamentale nello spazio della lotta politica e nell’idea di “popolo”.
Ancora più importante è però la tesi secondo cui i corpi sono strettamente legati tra di loro, in una dimensione di interdipendenza che dovrebbe portare a partecipare anche alle battaglie degli altri. Si tratta sicuramente di una lettura interessante per iniziare a decostruire l’individualismo esasperato proprio del nostro presente.
7. The Care Collective, Manifesto della cura. Per una politica dell’interdipendenza (Edizioni Alegre, 2022)
A partire dal tema dell’alleanza dei corpi, Gancitano ha spiegato cosa si intende quando si parla di politica dell’interdipendenza. Questo discorso mi ha spinto a inserire questo libro, si tratta di un vero e proprio manifesto, scritto collettivamente, che propone una rimessa in discussione della nostra concezione del lavoro di cura.
Il Manifesto della cura mostra una prospettiva inesplorata: come sarebbe il nostro mondo se il lavoro di assistenza e accudimento fosse socializzato.
Si pone, inoltre, in maniera fortemente critica nei confronti del sistema neoliberista, che vuole la privatizzazione ed individualizzazione dei servizi alla persona, mettendo in luce come si sia rivelato fallimentare durante la pandemia di Covid.
Il Care Collective è un gruppo di studiosi provenienti da discipline differenti che si occupano di comprendere e affrontare le diverse forme di crisi del concetto di cura.
8. Naomi Wolf, Il mito della bellezza (1990; TLON, 2022)
L’ultimo tema che abbiamo toccato è quello della bellezza, partendo dal grande classico in materia. Il mito della bellezza viene pubblicato negli Stati Uniti nel 1990, aprendo una breccia nella discussione sulla questione femminile.
In un contesto in cui generalmente si pensava che ogni diritto fosse acquisito e che le donne fossero più libere che mai, Wolf mette in luce una forma di oppressione esistente, ma più subdola: il mito della bellezza.
L’autrice analizza il concetto di bellezza, e soprattutto il modo in cui si declina nelle varie fasi della vita delle donne. Naomi Wolf è una giornalista e scrittrice statunitense, Il mito della bellezza è sicuramente la sua pubblicazione più nota, con cui ha preso parte alla terza ondata femminista.
9. Maura Gancitano, Specchio delle mie brame. La prigione della bellezza (Einaudi, 2022)
Anche Maura Gancitano ha scritto un libro sul tema. In Specchio delle mie brame mette in luce che l’idea che la bellezza sia qualcosa di oggettivo e naturale è una superstizione moderna, con lo scopo di ripensare la bellezza al di là dell’indottrinamento e del consumo.
Si tratta di un saggio che ha aspetti innovativi rispetto al grande classico di Wolf. Specchio delle mie brame viene pubblicato trentadue anni dopo, quando la letteratura e gli studi disponibili sono decisamente più consistenti; e in un mondo molto cambiato, anche per via dello sviluppo dei social media, che in questo giocano un ruolo centrale.
10. Lorenzo Gasparrini, Perché il femminismo serve anche agli uomini (Eris, 2020)
In conclusione, Maura Gancitano, in risposta a una domanda del pubblico su come gli uomini possono essere degli alleati nella lotta femminista, ha parlato di come la cultura patriarcale abbia dei riverberi oppressivi nei confronti degli uomini.
Per questa ragione ho pensato di inserire Perché il femminismo serve anche agli uomini di Lorenzo Gasparrini. Questo breve saggio mira a decostruire l’unico modello maschile che la cultura patriarcale ci propone.
Gasparrini parte da riflessioni fondamentali proposte dai movimenti femministi, evidenziando come il sistema in cui siamo immersi affligga anche gli uomini. Lorenzo Gasparrini è un filosofo femminista che da diversi anni si occupa di identità e decostruzione maschili.
Sara Nizza
(In copertina Maura Gancitano e Sara Nizza sul palco dell’Oratorio di San Filippo Neri; foto di Mattia Belletti)
Per approfondire, leggi l’intervista a Maura Gancitano a cura di Ludovica Accardi, Carlotta Bertinelli e Nina Orsini.