Il 16 marzo, al LabOratorio di San Filippo Neri (Bologna), Cristina Chinaglia ha portato in scena il monologo teatrale “Dottoressa, mio figlio si muove: è normale?”, scritto da Emilio Marresi. La storia è tratta da un libro firmato da Paola Di Turi, una pediatra che racconta le bizzarre conversazioni che negli anni ha avuto con i genitori dei suoi pazienti. Il titolo dell’opera è “Dottoressa, la varicella esce di sera o di mattina? Disavventure tragicomiche di una pediatra” (Aliberti, 2024), ed esce oggi 17 aprile in tutte le librerie. A margine dell’evento, Francesco Faccioli ha avuto l’opportunità di porle alcune domande.
Francesco Faccioli: Qual è stato l’evento che le ha fatto capire che questo sarebbe stato l’argomento su cui scrivere un libro?
Paola Di Turi: Il momento in cui ho capito che forse solo la condivisione, mescolata all’ironia, poteva dare dimensione e consistenza ad una realtà che noi pediatri viviamo ogni giorno.
Mi auguro che la condivisione di queste esperienze – lo ripeto, sono tutte storie vere! –, oltre a far ridere e sorridere, possa costituire un valore aggiunto per i lettori, che si potranno riconoscere in questa o quella storia.
F.F.: I veri protagonisti di Dottoressa, la varicella esce di sera o di mattina? non sono i bambini, ma le loro famiglie. Qual è la domanda che Le è stata fatta più frequentemente in ambulatorio?
P.D.T.: La domanda che mi è stata posta più di frequente riguarda la febbre. Credo che sia diventata una sorta di spauracchio per le famiglie, perché è qualcosa che accade al proprio bambino (del quale ci si sente sempre e comunque responsabili) e che non si può controllare.
Col tempo, mi sono resa conto che la sola spiegazione del fenomeno non basta a rassicurarli: hanno sempre il sospetto di aver sbagliato qualcosa, di non aver vegliato a sufficienza, di essere in difetto di attenzione.
F.F.: Secondo Lei dietro a queste eccessive preoccupazioni cosa si nasconde?
P.D.T.: Penso che si stia perdendo sempre di più la naturalezza delle cose: si è diffusa una sensazione di inadeguatezza e di paura, e perciò si tende a cercare qualcuno che possa dare una chiave di lettura della realtà migliore di quella che potremmo trovare noi.
Il genitore idealizza il medico e lo delega a tranquillizzare le sue emozioni, anche se, alla fine, non si fida mai fino in fondo. Per questo motivo, secondo me, fortificare il genitore dovrebbe essere la chiave. La soluzione sta nel fornire adeguati strumenti di valutazione – non quelli di un medico, ci mancherebbe! – che permettano loro di identificare i rischi e, soprattutto, di risolvere i dubbi e le preoccupazioni.
F.F.: Nel Suo lavoro ha incontrato coppie molto impegnative, ma immagino che ne avrà trovate altrettante con cui è in buoni rapporti.
P.D.T.: Io sono in buoni rapporti con tutti. I genitori sono consapevoli di rivolgermi domande che potrebbero tranquillamente porre ai loro genitori o amici, e in quei momenti entra in gioco l’ironia, la stessa che è presente nel libro.
Addirittura, molti genitori mi hanno chiesto se saranno inseriti anche loro nella ‘lista’ nel libro! Insomma, si scherza molto, ma non do mai un giudizio di valore.
Parte del mio lavoro consiste proprio nel farmi carico delle loro paure e cercare di gestirle, senza screditarli, ma mostrando loro, con un po’ di umorismo, il limite della domanda che mi hanno appena fatto.
F.F.: Questo romanzo è un diario di lavoro e allo stesso tempo un libro con molte pillole di filosofia per affrontare la vita. C’è qualche lettura in particolare che L’ha ispirata, qualcosa che è un po’ la chiave di tutti i giorni?
P.D.T: Sono anni che studio e leggo filosofia di qualsiasi autore, dai Presocratici a Byung-chul Han. A me la filosofia piace tutta, e credo che sia la base della sopravvivenza – sicuramente lo è della mia.
Per rispondere alla tua domanda… no, forse non c’è una lettura o un autore particolare che racchiuda l’esperienza di questo libro. Ma c’è l’esperienza della lettura in sé, che è la chiave di cui, proprio come i genitori dei bambini che visito, ho bisogno per rafforzarmi giorno per giorno.
(Immagine di copertina da Freepik)
Intervista a cura di Francesco Faccioli, impaginazione a cura di Davide Lamandini
L’intervista a Paola di Turi su “Dottoressa, la varicella esce di sera o di mattina? Disavventure tragicomiche di una pediatra” è stata realizzata in collaborazione con l’Oratorio di San Filippo Neri e Mismaonda.