Gli elementi costitutivi e più radicali di Fratelli d’Italia sono programmaticamente enunciati nelle tesi di Trieste, il documento valoriale del partito approvato nel 2017, la naturale e già annunciata evoluzione di un partito di estrema destra. Questo è il primo di un trittico di articoli dedicati a Fratelli d’Italia: il primo sulle sue origini (tesi di Trieste), il secondo sull’evoluzione (propaganda) e il terzo sul futuro (Gioventù Nazionale).
Dalle origini di Fratelli d’Italia alle tesi di Trieste
La storia politica di Fratelli d’Italia (FdI) inizia nel 2012 con la scissione di Giorgia Meloni, Ignazio La Russa e Guido Crosetto dal Popolo della Libertà, con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale ai vecchi valori e programmi di Alleanza Nazionale, partito politico nato nel 1994 dalla trasformazione del Movimento Sociale Italiano, di ispirazione neofascista.
Il neonato partito, inizialmente collocato ai margini del Parlamento, impiega circa cinque anni per strutturarsi e inserirsi a pieno titolo nel gioco politico italiano. In poco meno di dieci anni, Fratelli d’Italia passa dal 2% dei voti ottenuti alle elezioni politiche del 2013 ad assumere le redini del governo nel 2022, con il 26% delle preferenze.
Insieme alla scelta di Giorgia Meloni come leader nel 2014, uno degli avvenimenti fondamentali per la definizione formale di FdI è il secondo congresso nazionale tenutosi a Trieste il 2 e il 3 dicembre 2017, in occasione del quale è stato approvato il documento valoriale del partito, le cosiddette “tesi di Trieste”.
Impalcatura ideologica di Fratelli d’Italia, le tesi definiscono la linea identitaria, gli interlocutori e gli obiettivi politici del partito. Tra le finalità generali che emergono dal documento, centrale è la creazione di un movimento di “patrioti” che corrisponda a un principio di identità italiana, sia etnica che religiosa, in linea con i tradizionali canoni riguardanti il genere e la sessualità. Rilevanti anche i riferimenti allo sviluppo di uno Stato forte, sovranista, conservatore e custode devoto del sentimento nazionale.
La prima parte delle tesi: la base ideologica del partito
Il documento è diviso in ventitré articoli, tutti preceduti da un titolo che ne condensa il contenuto. Diciannove di questi iniziano con un appello ai “patrioti”, in una sorta di invocazione poetica o teatrale.
I ventitré punti possono essere a loro volta raggruppati in blocchi tematici. Una prima parte è dedicata interamente alla base teorica e ideologica del partito. Appoggiandosi al pensiero di Renato Cristin, docente di Ermeneutica filosofica all’Università di Trieste ed ex direttore della Fondazione Liberal, Fratelli d’Italia invita a riappropriarsi di un’identità italiana ed europea che non si piega al multiculturalismo, all’islamizzazione, al globalismo e all’“appiattimento” dell’identità nazionale.
La colpa di questa “omologazione” culturale viene attribuita all’Unione Europea (“i tecnoburocrati di Bruxelles”) che, dimentica delle lezioni del filosofo Johann Gottfried Herder – il quale invitava a trattare le nazioni come “organismi viventi” –, ha allontanato i cittadini dalle loro radici. La via d’uscita dall’impasse è indicata nel recupero delle tradizioni e nel rafforzamento dello spirito nazionale, possibile attraverso un amore quasi missionario verso la patria.
Una linea di governo già annunciata
La seconda parte delle tesi entra nel vivo dell’agenda politica elaborata dal partito per risolvere l’apparente dramma identitario e culturale in cui il Paese sembra essere caduto.
Il programma di Fratelli d’Italia qui descritto ha trovato effettivo riscontro negli attuali orientamenti del partito.
Esso prevede una politica riassumibile in sovranità monetaria, autarchia, chiusura delle frontiere, promozione delle nascite e della famiglia “naturale” e slogan come “prima gli italiani” e “difesa del made in Italy”. Il sentimento xenofobo e il recupero dell’italianità sono anche qui cardini del pensiero del partito.
Gli altri articoli affrontano temi sia economici che politici come la tassazione, il lavoro, la produzione italiana e il ruolo dei giovani nella società.
Vengono reclamati anche l’autonomia del Paese dalla pressione europea, il rafforzamento del sistema penitenziario, l’aumento degli organici delle forze di polizia in nome della tutela della sicurezza dei cittadini, una gestione intransigente del problema migratorio e una politica estera volta a proteggere gli italiani e l’italianità.
Tra gli altri temi caldi affrontati nelle tesi, anche l’incentivo alla natalità contro l’“inverno demografico” della nazione e la difesa della famiglia tradizionale. Rimarcare la ‘naturalità’ della relazione uomo-donna viene descritta come la priorità dell’azione pubblica, tesa a sventare le minacce costituite dall’aggressione dell’“ideologia gender” e dalla “follia” dell’omogenitorialità.
Un terreno fertile per i populismi
Le tesi di Trieste, consultabili da chiunque sul sito ufficiale di Fratelli d’Italia, dimostrano come il partito abbia abbracciato sin dagli albori l’approccio nazionalista promosso da Meloni. La linea radicale del partito non sorprende, date le premesse sopra analizzate. Ciò che lascia perplessi è l’assenza di un’opposizione incisiva e unita in grado di fornire un’alternativa progressista a questo governo.
L’Italia pullula davvero di razzismo, xenofobia e omofobia? Il nostro Paese sta davvero cadendo in un baratro conservatore e nazionalista? Amore per la patria e per la cultura significano davvero chiusura verso il prossimo?
Sono domande che vale la pena porsi, considerando i risultati delle elezioni politiche del 2022.
La retorica populista e la strumentalizzazione dei temi sociali più caldi del momento – immigrazione, lavoro, tasse, italianità e diritti civili – parlano direttamente alle sensazioni primordiali di una popolazione stanca e ormai lontana da un vero interesse politico. Basti pensare che l’astensionismo alle urne delle ultime elezioni ha coinvolto più di un terzo degli elettori. La promessa di una veloce risoluzione dei problemi e l’individuazione di un capro espiatorio sembrano più efficaci di una politica lungimirante che mira alla modernizzazione del Paese.
La svolta di estrema destra che sta prendendo, non solo l’Italia, ma buona parte dell’Europa è un grido di aiuto, stanchezza o una vera e propria radicalizzazione ideologica dei suoi cittadini? La risposta è probabilmente un insieme delle tre cose; quello che è certo è che Fratelli d’Italia è stato in grado di cavalcare quest’onda e intraprendere una linea governativa xenofoba e conservatrice, oltre che poco trasparente ed efficace.
Gaia Marcone
(In copertina, immagine tratta dalla pagina Facebook di Fratelli d’Italia)