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Cos’è la Nature Restoration Law?

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Il 27 febbraio 2024 è stata approvata dal Parlamento europeo la Nature Restoration Law, una legge che prevede il ripristino del 20% degli ecosistemi degradati entro il 2030. Vediamo nello specifico cosa prevede.


La proposta di legge deriva dall’intenzione della Commissione europea di ripristinare una parte degli habitat naturali compromessi dal riscaldamento globale. Il Green Deal, ossia il programma di iniziative di cui la legge fa parte, prevede di istituire un vincolo legislativo per gli Stati membri, per indurli ad impegnarsi maggiormente nella salvaguardia della biodiversità degli ecosistemi, compresi i terreni agricoli e le aree urbane.

L’attività antropica e la pressione che essa comporta, dovuta all’inquinamento e allo spreco delle energie non rinnovabili, stanno gradualmente consumando le risorse presenti sul pianeta, logorate dalle attività intensive impiegate nell’agricoltura, nell’industria e negli allevamenti.

Gli obiettivi della proposta di legge

La legge definisce numerosi obiettivi, che si concentrano su diversi aspetti del problema. Ai 27 Stati membri verrà chiesto di impegnarsi a ripristinare parte degli habitat, sia marini che terrestri, e di incrementare gli spazi verdi urbani.

La gestione delle aree agricole sarà modificata, diminuendo l’utilizzo di pesticidi e fertilizzanti, pericolosi per l’uomo e deleteri per l’ambiente.

Inoltre, si cercherà di contrastare il processo di estinzione degli insetti impollinatori, come api e farfalle, fondamentali per la crescita dell’ecosistema, proteggendo il loro habitat e promuovendo la diversità vegetale.

Bosco verticale di Milano (Foto: Wikipedia).

Un’altra ambizione è favorire la connettività fluviale, per riportare più di 20.000 kilometri di fiumi al libero scorrimento, gestendo le dighe e le barriere.

Qual è l’origine della Nature Restoration Law?

Nel 2022 la Commissione europea ha avviato la proposta di legge per contribuire al ripristino degli ambienti danneggiati nelle aree dell’UE. 

L’idea per la Nature Restoration Law risale al Summit della Terra, la prima conferenza mondiale tra capi di Stato sull’ambiente, tenutasi a Rio de Janeiro nel 1992, che decretò il concetto di sviluppo sostenibile come una problematica vera e propria.

La legge è inoltre delineata dal Green Deal europeo, un piano strategico che vuole portare l’Europa ad essere il primo continente al mondo a impatto climatico zero entro il 2050.

L’approvazione della legge: il Parlamento è spaccato

Nel corso della votazione 21 Stati membri si sono espressi a favore dell’entrata in vigore della legge: l’Italia, tuttavia, non rientra tra questi.

Insieme a Polonia,  Belgio, Paesi Bassi, Austria, Finlandia e Svezia, il governo italiano ha deciso di schierarsi contro la proposta legislativa, a causa del timore legato alla sicurezza alimentare, basata sull’agricoltura, la silvicoltura e la pesca.

La preoccupazione nasce dalle fake news diffuse dalla destra europea, secondo cui la Nature Restoration Law ridurrà le terre coltivabili degli agricoltori e quindi diminuirà il loro reddito, danneggiando l’agricoltura italiana.

Parlamento europeo (Foto: IdeaWeb).

Il Partito Popolare europeo (PPE) è fortemente contrario alla promulgazione della legge: infatti ritiene che questa innovazione comporterebbe l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari.

Il Parlamento europeo continua a essere spaccato, perché non tutti i Paesi sono favorevoli alla legge promulgata. Sicuramente la Nature Restoration Law presenta alcuni punti fondamentali per affrontare i problemi legati alla crisi climatica. Tuttavia, il successo di questa proposta dipenderà solo dall’implementazione corretta delle misure previste.

Carlotta Bertinelli

(In copertina S&D)

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