Dal 16 gennaio 2024 è entrata definitivamente in vigore la cosiddetta Bologna dei 30, cioè il limite dei 30km/h in molte zone della città metropolitana di Bologna. La misura ha generato un intenso dibattito, tra pochi favorevoli e molti contrari. Riportiamo, con le opportune modifiche, il testo che ci ha inviato un nostro lettore di nome Matteo su Bologna e il senso della Città 30.
Bologna a 30 all’ora: sì, ma contromano
Questo Paese, per fortuna, vuole essere progressista. Purtroppo per noi, però, vuole essere progressista a tutti i costi, senza preoccuparsi del fatto che, per arrivare ad un ottimo risultato, bisogni prima studiare a fondo le proprie problematiche.
Da ieri Bologna è città 30: la “prima […] in Italia”, come ha affermato il sindaco Matteo Lepore qualche mese fa, al pari di metropoli europee come Madrid, Barcellona, Parigi, Bruxelles, Londra.
E si potrebbe anche azzardare a dire che chi va piano, in fondo, va sano e va lontano. Certo, da ieri ci mette molto di più, probabilmente litiga con chi va addirittura più piano di lui, prende solo rosso (e qui a Bologna dura davvero troppo, il rosso), discute su multe per viaggi in macchina ai 40 km/h, arriva in ritardo al lavoro, prova a prendere i mezzi – che comunque, negli orari di punta, o non passano o sono pregni di pari personaggi di sventura, e quindi costringono a scendere e ad aspettare altri mezzi… sempre che non ci sia sciopero – e quindi forse non arriva proprio.
C’è chi, giustamente, si indigna a sentire i bolognesi lamentarsi del loro Governo di sinistra, e avrebbe anche ragione. Bologna è da sempre la rossa, la casa della sinistra, e i suoi cittadini provano per lei un amore paragonabile a quello fra un genitore e un figlio. Ma è proprio per questo che, esattamente come un genitore deve farsi sentire davanti a una marachella – ma dai, chiamiamola serenamente cagata – i cittadini, questa volta, hanno detto alla loro città un sonoro NO.
Il primo a cadere: Sergio Baldazzi
Complice di questo disordine è stato il primo multato della fatidica, piovosa, tristissima giornata (giornata che, guarda caso, viene subito dopo il Blue Monday): il pirata della strada è Sergio Baldazzi, un gioielliere sulla sessantina, colto in flagrante in Via Azzurra mentre sfrecciava a ben 39 km/h.
Un criminale in piena regola (almeno, secondo le nuove regole), la cui multa gli farà passare la voglia di scorrazzare libero per Bologna a velocità così folli.
Più educato di un manifestante in estasi per il Friday’s for Future o per il Pride di giugno, guarda fisso la camera e il microfono dei giornalisti, si fa serio, per quel che riesce, e cerca un’espressione per riassumere tutta la sua indignazione e la sua rabbia contro il sistema; e, nonostante la vasta gamma di possibilità di scelta, tra cui un sonoro “ma andate a…”, un pacato, ma severo “vi possano…”, un più classico insulto ai parenti o un azzardato appello a qualche divinità, Sergio sceglie uno sconsolato: “Ohibò, roba da matti questa!”.
La domanda, però, in un contesto in cui da ridere si trova sempre, ma giusto giusto per non scoppiare a piangere tirando pugni all’asfalto su cui, sicuramente, da oggi in avanti, si camminerà e basta, sorge spontanea: quanto ancora possiamo andare avanti a difendere, come genitori con un figlio, una sinistra – una amata, amatissima sinistra – che non capisce quanto sia grave in un momento del genere concentrarsi sulla retorica superficiale del “così stiamo salvando vite”?
Bologna città 30: salvare le vite, o rimpinguare le casse?
Le vite si salvano anche facendo rispettare il limite dei cinquanta, e chi non rispettava quel limite non è certamente il signor Sergio (lui, come ora sappiamo tutti, fa i trentanove), che intanto, deve pagare trenta euro di multa, e se ne prende un’altra in città entro 12 mesi, dovrà pagare oltre 1.000 euro.
Il problema è che purtroppo, nonostante i tentativi di ricoprire di miele qualcosa che oggettivamente non è piaciuto ai bolognesi – non si parla di una “limitazione” ma di un “nuovo modo di vivere la città” –, la lectio facilior di tutta la storia, la versione più semplice a cui si arriva (può non essere quella giusta, ma sicuramente è la più semplice) è che le multe arriveranno, come al solito, alle persone sbagliate. A chi poco c’entra con la figura del pirata della strada.
E allora c’è da pensare che, se si vuole trovare un nuovo modo di vivere la città, uno più sicuro, su esempio di molte città europee, si può vietare il fumo in mezzo alla strada. Sicuramente, il fumo uccide molto più di un limite di velocità ai cinquanta.
Matteo
(In copertina Il Resto del Carlino – Bologna)
Trentatré trentini andarono ai 30… è un articolo della rubrica Voci. Il testo rappresenta il punto di vista di un nostro lettore, che ha la libertà di esprimere le proprie idee e i propri pensieri; ciò non significa che la redazione di Giovani Reporter condivida o supporti quanto scritto, offre solo lo spazio affinché esso sia diffuso al maggior numero possibile di persone. Se non sei d’accordo, ti invitiamo a scrivere una mail a info@giovanireporter.org per condividerci la tua opinione e aprire un dibattito sul tema.