Human Maple è un’azienda che si occupa di riciclare mozziconi di sigaretta, trasformandoli in materiale riutilizzabile. Valeria Zaffora ha avuto l’occasione di porre qualche domanda ai due co-fondatori dell’azienda, il presidente Marco Boccia e il Ceo Ali Benkouhail, nella loro sede di Castelfranco Emilia.
Human Maple è un’azienda con sede a Castelfranco Emilia, in provincia di Modena. Nasce dall’iniziativa di tre ragazzi classe ’98, provenienti da studi di ingegneria, impegnati fin da giovanissimi in progetti a tutela dell’ambiente, quando matura in loro l’idea di realizzare un sistema di riciclo apposito per i mozziconi di sigaretta. In poco tempo riescono nell’impresa, brevettano il loro sistema di riciclo che permette di trasformarli in imbottiture per peluche, portachiavi e cappotti.
Valeria Zaffora: Come è nata l’idea di Human Maple?
Marco Boccia: Human Maple nasce da tre ragazzi classe ’98, provenienti da studi di ingegneria e legati da sempre all’ambiente. Fin dall’età di vent’anni organizziamo giornate di raccolta sul territorio, a beneficio della comunità.
Ci siamo resi conto subito della problematica dei mozziconi di sigaretta: abbiamo iniziato a fare delle ricerche ed è risultato che di essi circa i 2/3 vengono dispersi nell’ambiente. Il mozzicone è un rifiuto indifferenziato, e per questo finisce nell’inceneritore; dunque, abbiamo iniziato a fare degli studi sulla possibilità di riciclare questo rifiuto.
Da lì è nato il nostro processo, che abbiamo poi brevettato e che valorizza la materia di partenza e la reintroduce all’interno della moda sostenibile come nuovo materiale. Così facendo, si riduce anche quella che è la produzione di nuovi materiali legati alla moda.
V.Z.: Perché avete scelto le sigarette come rifiuto per il vostro sistema di riciclo?
M.B.: Ci siamo accorti che all’interno della filiera del mondo dei rifiuti era già presente una struttura per tutti gli altri rifiuti, mentre il mozzicone di sigaretta non ne aveva nessuna. Adesso, con il decreto legislativo 2021, il mozzicone è rientrato all’interno della plastica monouso, vi sono dunque delle misure ad hoc su come trattare questi scarti; insomma, si sta iniziando a muovere qualcosa.
V.Z.: Come siete riusciti a renderlo reale? Ci sono state particolari difficoltà?
M.B.: Devo dire che fare impresa in Italia è difficile. Però, non ci siamo mai arresi: siamo ragazzi decisi e volonterosi, e non ci siamo fermati di fronte alle prime complicazioni. Provenendo da studi di ingegneria, abbiamo dovuto studiare la parte legata all’imprenditorialità, per poi riuscire a fondare una vera e propria azienda SRLS.
Quindi, sì, inizialmente abbiamo fatto un po’ di fatica, ma adesso siamo una società attiva da un anno e siamo presenti su tutto il territorio italiano.
Per quanto riguarda la gestione dei rifiuti, ci sono tempi tecnici lunghi per ottenere le licenze o per iscriversi all’albo gestore rifiuti. Ciò non ti permette inizialmente di generare risorse, bisogna iniziare con una buona base. Quindi, forse questo è un problema che potrebbe fermare molti ragazzi che decidono di entrare nel mercato dell’economia circolare e nel mondo dei rifiuti.
Inizialmente è stato poi difficile farsi conoscere. Avevamo pianificato i nostri obiettivi e, seguendoli passo dopo passo, siamo riusciti a creare un network. Abbiamo partecipato al progetto Co-Start Villa Garagnani, a Zola Predosa, incubatore di nuove idee imprenditoriali. E loro ci hanno accompagnato nei primi step legati a un percorso di imprenditorialità.
V.Z.: Raccontaci il vostro processo
M.B.: Il nostro processo inizia dalla sensibilizzazione in tema ambientale, facendo capire ad esempio che un mozzicone può contaminare fino a 1.000 litri d’acqua se disperso nell’ambiente. Bisogna rendere il fumatore consapevole di quali siano i rischi e i danni.
Dopodiché, installiamo i nostri posacenere all’interno di aziende o comuni che aderiscono al nostro progetto, su tutto il territorio italiano. Dotiamo i clienti di sacche ermetiche e anche barili quando i quantitativi sono grandi. Passiamo poi a raccogliere tutto attraverso il nostro partner Re-Open. I nostri posacenere non vengono poi buttati, ma puliti e reinstallati.
V.Z.: A livello tecnico come funziona?
Ali Benkouhail: I mozziconi del nostro cliente vengono identificati con il codice CER 200139, quindi come RSU (rifiuto solido urbano) di natura plastica e in questa maniera vengono immessi in R13 per trattamento e valorizzazione.
La prima fase comprende un’essiccazione dei mozziconi che possono arrivare anche bagnati. Dopo l’essiccazione, attraverso un macchinario ad urti, vengono separati il tabacco e la cenere dal filtro di sigaretta (comprese iqos, glo, heets e le varie tipologie di sigarette elettroniche). Tabacco e cenere vengono utilizzati come compost, quindi vanno nell’organico.
La seconda è una fase di triturazione: la parte bianca del filtro, di natura plastica, viene separata dalla cartina attraverso un macchinario brevettato con degli influssi ad aria. Rimane dunque un agglomerato di acetato di cellulosa, che contiene però ancora tutte le sostanze inquinanti e nocive (nicotina, benzene, particolato, metalli pesanti).
Vengono fatti dei lavaggi sistematici con un solvente organico, che poi ridistilliamo e reintroduciamo all’interno di lavaggi successivi, per essere sempre il meno impattanti possibili.
Il materiale viene infine essiccato. Ha una forte proprietà termoisolante e dopo alcune analisi è risultato conforme all’isoplast 10667. Gli utilizzi sono svariati, come l’imbottitura di pupazzi, portachiavi, giacche o addirittura pannelli termoisolanti per l’edilizia.
Noi abbiamo iniziato attraverso l’imbottitura di pupazzi e portachiavi, ma l’obiettivo è quello di concentrarsi quasi esclusivamente sull’utilizzo nella filiera dell’abbigliamento e della moda.
V.Z.: Chi acquista i vostri prodotti?
M.B.: I nostri prodotti principalmente vengono acquistati da grandi aziende con più di 100 dipendenti, o da comuni. Appunto perché lo scopo è andare a inserire i nostri smoker point in punti di aggregazione, dove effettivamente il problema esiste: quindi in piazze, davanti alle scuole, nelle fermate di un autobus, all’interno di grandi aziende. Anche nelle spiagge dove il problema è molto grave, visto che il 40% dei rifiuti trovati nel mar Mediterraneo è rappresentato da mozziconi di sigaretta.
V.Z.: Pensate che basti semplicemente sensibilizzare per riuscire a far fronte al problema e oppure c’è bisogno di altro? Qual è la vostra visione?
M.B.: Per capire la nostra visione, bisogna fare un passo indietro, dicendo che nel 2015 con la Green Economy erano previste delle sanzioni dai 30€ ai 300€. Tuttavia, non vengono applicate: nel 2022 è stata multata una sola persona e per 150€ in tutta Italia. Quindi, sicuramente pensiamo che la pubblica amministrazione debba vigilare e applicare effettivamente questa normativa perché ce ne è bisogno.
Crediamo nella forza della sensibilizzazione, e per questo siamo molto attivi e suggeriamo sempre di creare campagne ad hoc nei luoghi in cui vengono installati i nostri posacenere. Senza un’adeguata sensibilizzazione sul tema il nostro lavoro non avrebbe molto senso.
V.Z.: Sensibilizzate anche contro il fumo?
M.B.: Noi siamo contro il fumo. Collaboriamo con Fondazione Veronesi e stiamo anche progettando delle campagne per sensibilizzare sul tema. Una di queste, ad esempio, consiste in un mozzicone gigante destinato a essere installato nelle piazze d’Italia per sensibilizzare al meglio le persone contro la pratica del fumo.
Intervista a cura di Valeria Zaffora
(In copertina Marco Boccia e Ali Benkouhail nella sede di Human Maple)