Cultura

Silent Night – La Tregua di Natale


La Grande Guerra fu un conflitto lungo e doloroso. In mezzo a tutta quella disperazione, però, si accese un barlume di umanità: era la notte del 24 dicembre 1914, ed era giunto il tempo della Tregua di Natale.


Una guerra comporta una serie di sconvolgimenti nella quotidianità degli uomini: lotte fratricide, miseria e sofferenze. La guerra è ciò che, più di ogni altra esperienza, spersonalizza l’individuo riportandolo allo stato animale.

A volte gli uomini dimenticano a che meravigliosa specie appartengono, e allora la annientano dall’interno, perdendo anche il più tenue barlume di ragione.

Fortunatamente c’è chi riesce a sfuggire a questa follia collettiva e sfrutta il conflitto per ristabilire l’ordine nel mondo e dimostrare quanto sia nobile l’animo umano.

Un esempio di tutto questo è la Tregua di Natale, che avvenne nell’inverno del 1914 durante la Prima Guerra Mondiale.

Tregua di Natale
Soldati tedeschi in posa fuori dalle trincee durante il Natale 1914. Foto: Wikimedia.

Da guerra lampo a guerra di posizione

Il 3 agosto di quell’anno, la Germania aveva dichiarato guerra alla Francia, seguendo scrupolosamente il Piano Schlieffen, ideato dal generale eponimo del Kaiser, e modificato in seguito dal generale Von Moltke.

Questa strategia prevedeva di aggirare le difese francesi passando per il Belgio e puntando direttamente a Parigi.

Immagine del generale Von Moltke. Fonte: Wikimedia.

I tedeschi misero a punto una nuova tattica denominata Blitzkrieg, ovvero la guerra lampo, una rapidissima soluzione militare che permetteva di accerchiare i nemici.

Il piano ebbe successo in un primo periodo ma il sopraggiungere delle truppe britanniche ostacolò l’avanzata della Germania nel corso della prima battaglia della Marna. Anche le truppe anglo-francesi subirono una battuta d’arresto durante la controffensiva nella battaglia dell’Aisne.

Entrambi gli schieramenti tentarono di aggirare il fianco nord dell’avversario e la situazione giunse a uno stallo: il conflitto divenne guerra di posizione. Il fronte si stabilizzò su un’area vastissima, che partiva dal Mare del Nord arrivando a toccare le frontiere svizzere.

Le condizioni in cui soldati dovettero combattere erano disperate: i corridoi scavati nella terra erano stretti e rendevano difficili gli spostamenti. I luoghi adibiti ai bisogni fisiologici erano gli stessi in cui si combatteva. I soldati erano costretti a dormire in mezzo ai cadaveri in putrefazione dei compagni caduti. Tutto ciò fece crollare il morale dei combattenti, mettendoli duramente alla prova.

Il ‘mal comune’ e le iniziative di pace

Nacque così un ‘mal comune‘, che fece instaurare una sorta di empatia tra gli avversari, che decisero di scambiarsi dei favori. I generali di ciascuna fazione non furono contenti di tutta quella bontà e vennero così imposte severe punizioni da parte dei comandi, fino alla pena di morte con l’accusa di tradimento. Per legge, infatti, solo gli ufficiali potevano decidere di stipulare dei cessate il fuoco con la controparte.

Tuttavia, quello strano sentimento di benevolenza fu recepito anche in diverse nazioni, che decisero di intraprendere iniziative a favore della pace.

Una delle più famose fu la lettera scritta dalle suffragette inglesi ma anche Papa Benedetto XV, che aveva definito quella guerra “un’inutile strage”.

Immagine di Benedetto XV. Fonte: Wikimedia.

Tutto ciò proseguì fino a quando, la notte del 24 dicembre 1914, alla vigilia del Santo Natale, avvenne un vero e proprio miracolo. Quella notte, nella zona di Ypres, una cittadina belga, il rumore delle cannonate e delle fucilate cessò lasciando spazio al silenzio.

I soldati inglesi scorsero l’esercito tedesco che si apprestava a festeggiare il Natale, addobbando con materiali di scarto la propria trincea e intonando Stille Nacht.

La tregua

In quel momento un soldato tedesco iniziò ad avanzare disarmato, nella terra di nessuno (il territorio posto tra due trincee, ndr), chiedendo di non aprire il fuoco contro di lui.

Di fronte a questa scena gli inglesi rimasero increduli e decisero di ricambiare. Fu così che i due eserciti si ritrovarono in mezzo al campo di battaglia a scambiarsi doni: tabacco, liquori e bottoni delle proprie uniformi. Alcuni si fecero fotografare insieme e furono organizzate improbabili partite di calcio.

Tregua di Natale
Soldati tedeschi e francesi si incontrano nella terra di nessuno. Foto: Wikimedia.

Alcune testimonianze riportano che diversi soldati arrivarono a scambiarsi gli indirizzi di casa, se fossero sopravvissuti si sarebbero potuti spedire lettere o incontrare di persona. Questa fu la Tregua di Natale che segnò la storia, perché dietro quei soldati che si uccidevano a vicenda c’erano esseri umani stanchi della guerra.

I festeggiamenti si prolungarono anche la mattina dopo, in alcune zone i tedeschi esposero dei manifesti improvvisati con su scritto messaggi pacifici.

Prima che gli ufficiali potessero interrompere la festa, britannici e tedeschi, spinti da spirito di compassione e amicizia, si diedero tempo per dare sepoltura ai compagni defunti e si ripromisero che, a combattimento ripreso, nessuno avrebbe sparato ad altezza d’uomo.

Nonostante l’immensa portata della tregua, che coinvolse più di 100.000 uomini, in alcuni luoghi del fronte non si smise mai di combattere.

Le reazioni della stampa alla tregua di Natale

Naturalmente gli ufficiali dei rispettivi eserciti non tollerarono questa fraternizzazione, in quanto l’etica militare del tempo prevedeva assoluta disciplina, ma vista la portata dell’avvenimento si limitarono a severi richiami disciplinari e tentarono di oscurare il più possibile l’accaduto.

I quotidiani non riportarono la notizia per giorni fino a quando il New York Times ruppe il silenzio il 31 Dicembre 1914, poiché gli Stati Uniti in quel periodo, erano ancora un paese neutrale.

Tregua di Natale
Foto: Terni Today.

I giornali britannici iniziarono a riportare numerose testimonianze, estratte da racconti e lettere appartenenti ai reduci, scrissero numerosi editoriali e agli inizi del 1915 iniziarono a circolare le prime fotografie.

Tuttavia, in Germania molti giornali sminuirono la portata della Tregua di Natale, dimostrandosi critici nei confronti di un gesto interpretato alla pari della diserzione.

In seguito, durante il proseguimento della Prima Guerra Mondiale, ci furono altri tentativi di tregua sull’onda di quella del 1914, ma non sortirono gli stessi effetti: gli ufficiali dei corpi d’armata si impegnarono con ogni mezzo per impedire altri gesti di fraternizzazione, tentando di convincere  le unità a compiere incursioni e organizzando sbarramenti di artiglieria su tutto il fronte per scoraggiare qualsiasi tentativo di comunicazione.

Statua che commemora una famosa partita di calcio tra tedeschi e francesi durante la Tregua di Natale. Foto: Wikimedia.

Leonardo Bacchelli

(in copertina: La tregua di Natale)


Silent Night – Tregua di Natale è un articolo di Leonardo Bacchelli, qui ripubblicato (prima pubblicazione: 9/04/2019). Clicca qui per altri articoli dell’autore.

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