Si è tenuta, il 25 novembre 2023, la prima edizione di YoungFluence, l’evento organizzato dal network ColleCultura. L’iniziativa ha aperto uno spazio di confronto tra i partecipanti su un tema cruciale e molto discusso: l’introduzione dei giovani al mondo del lavoro. Tra i temi di dibattito, si è parlato a lungo di discriminazione sul posto del lavoro in ragione di età, sesso e disabilità.
Cos’è stato YoungFluence
Il 25 novembre scorso, presso l’I.I.S. Aldini-Valeriani di Bologna, si è tenuta la prima edizione di YoungFluence: un evento organizzato dal network ColleCultura, di cui fanno parte Giovani Reporter, Sistema Critico e l’associazione culturale Paideia.
L’iniziativa ha aperto uno spazio di dibattito tra i partecipanti, che hanno potuto discutere e confrontarsi su un tema sempre più attuale: l’introduzione dei giovani al mondo del lavoro.
Hanno partecipato alla giornata diversi ospiti, tra cui figure istituzionali e politiche come l’ex sindaco di Bologna Virginio Merola, il senatore Marco Lombardo, l’ex vicepresidente della Camera e deputato Ettore Rosato, l’imprenditore Serve Soverini, il politico e attivista Sergio Lo Giudice, il consigliere e docente Stefano Caliandro e il consigliere comunale Giacomo Tarsitano. Sono intervenuti anche l’economista Davide Conte, il giornalista Riccardo Imperiosi e il sindaco di Bologna Matteo Lepore.
Ha inoltre presenziato all’incontro l’attivista politica Insaf Dimassi, che in occasione della giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne ha pronunciato un sentito discorso di denuncia e sensibilizzazione, sottolineando la necessità, oggi più che mai impellente, di adottare un approccio intersezionale e collettivo rispetto a questa problematica.
I partecipanti, durante la prima parte della giornata, si sono divisi in cinque tavoli di discussione e si sono confrontati su diversi temi che coinvolgono il mondo del lavoro e la sua relazione con i giovani e il futuro. In particolare, sono stati discussi argomenti come il ruolo dell’Università, la narrazione del mondo del lavoro, l’Intelligenza Artificiale, il lavoro nel XXI secolo e le discriminazioni.
In seguito, i portavoce dei vari tavoli hanno presentato agli ospiti presenti le loro istanze, da cui sono emersi spunti utili per delle eventuali proposte di legge.
Tavolo 5. Lavoro e discriminazioni (YoungFluence 2023)
È inevitabile che, confrontarsi sul mondo del lavoro e sulle sue problematiche significhi anche ragionare sulle disuguaglianze e sulle discriminazioni di cui molte persone sono vittime. Su questa tematica ha dibattuto a lungo uno dei tavoli di discussione, tentando di trovare delle soluzioni concrete e attuali a un problema così stratificato.
Il lavoro, in un Paese democratico come l’Italia, dovrebbe garantire, per tutti i cittadini e le cittadine, una condizione di vita degna. Dovrebbe rappresentare la possibilità di valorizzare i propri talenti e la propria creatività, di sviluppare competenze e conoscenze, ma anche permettere di sentirsi membri di una società e di contribuire in modo attivo al suo progresso.
Questi sono tutti principi, almeno in teoria, ma c’è un chiaro dislivello tra questa e la realtà contemporanea: è evidente che ci sono delle disuguaglianze effettive che non concedono a tutte le persone pari opportunità e condizioni di lavoro degne. Problematiche quali il gender gap, le discriminazioni verso la comunità LGBTQIA+ o le persone con disabilità, sono più attuali che mai, ed è necessario affrontarle.
La gender equality nel mondo del lavoro
La discussione si è concentrata principalmente sulla quesitone della gender equality. Visti i recenti accadimenti, primo fra tutti il femminicidio di Giulia Cecchettin, i partecipanti alla discussione hanno ritenuto opportuno dare priorità a questo tema.
In particolare, hanno riflettuto sul modo in cui il mondo del lavoro retroagisce sulla dinamica della violenza di genere. È importante ricordare che questo fenomeno è sistematico e assume forme diverse: non si tratta solo di manifestazioni di violenza fisica, ma anche, e soprattutto, di una svalutazione e umiliazione sociale della donna.
Ecco perché, una riflessione sul mondo del lavoro non può esimersi dal denunciare il fatto che l’ambiente lavorativo è uno dei principali teatri in cui questa violenza si consuma.
Sia al tavolo di discussione che negli interventi fatti dai vari ospiti, è emerso che la partecipazione delle donne al mercato del lavoro è molto ridotta.
Questa dinamica, che è peggiorata in modo esponenziale durante il periodo della pandemia, non fa altro che rafforzare la loro dipendenza economica dagli uomini, ed è tra i principali motivi per cui molte donne non riescono a emanciparsi da mariti o compagni violenti. Durante il dibattito, si è tentato di riflettere sulle possibili cause che determinano questo fenomeno, giungendo alla conclusione che ci sono due principali agenti coinvolti.
La matrice culturale
Prima di tutto, il problema ha una matrice culturale, che assegna ancora oggi alla donna un ruolo di cura ristretto alle mura domestiche. Questa visione stereotipata porta la donna stessa a sottovalutarsi e, nei casi peggiori, a rinunciare a delle possibilità lavorative vantaggiose.
Ecco perché, in prima istanza, è necessario contrastare questo fenomeno con una narrazione che parta dal basso, e che educhi i ragazzi e le ragazze a concepire un futuro privo di differenze di genere sostanziali.
Tra le proposte più interessanti è emersa quella di dedicare maggiore attenzione ai programmi ministeriali delle scuole, così che questi inizino a includere maggiori esempi femminili e modelli culturali più equi.
Il fine ultimo è quello di andare a scardinare, una volta per tutte, l’obsoleto e reazionario modello culturale che identifica l’uomo nel ruolo del breadwinner e la donna in quello di madre e moglie.
Il ruolo delle istituzioni
Nonostante questo sia un punto saliente, i partecipanti al dibattito hanno ritenuto riduttivo considerare il gender gap un problema esclusivamente culturale: significa deresponsabilizzare le istituzioni e la politica di alcune evidenti inadempienze. Il motivo principale per cui molte donne non lavorano è la difficoltà di conciliare, con serenità, i propri impegni lavorativi con il cosiddetto “lavoro non retribuito”.
Molto spesso la gestione dei figli e della casa ricade solo sulle spalle delle donne, che sono quindi portate a fare una scelta drastica e dolorosa: rinunciare al proprio impiego o a una possibilità di avanzamento di carriera.
È inammissibile che, in uno Stato che fonda il suo valore sulla dignità del lavoro, le donne siano così penalizzate nel competere equamente sul mercato. Ecco perché è necessario agire con politiche attive di welfare: attraverso l’istituzione di congedi di paternità e maternità equi, e il rafforzamento delle infrastrutture di supporto alle famiglie, come gli asili pubblici.
Questi sono i primi passi che, secondo l’opinione dei partecipanti al dibattito, lo Stato italiano dovrebbe compiere affinché la gender equality non sia solo un principio limite, ideale e irrealizzabile, ma una realtà tangibile.
Le carriere alias
In ultima istanza, i membri del tavolo hanno spostato il dibattito sulle discriminazioni che riguardano i membri della comunità LGBTQI+, e in particolare le persone transgender. È un problema molto complesso, che merita una riflessione accurata e informata, ma che per mancanza di tempo non è stato possibile approfondire.
Tuttavia, è comunque utile porre all’attenzione uno dei punti più interessanti che sono stati toccati: la questione delle carriere alias.
In Italia, secondo la stima di Agedo, circa 280 istituti hanno dato seguito a questa iniziativa, che consente a studenti e studentesse transgender di cambiare, nei registi e nei documenti della scuola, il nome anagrafico con quello di adozione.
Tra le proposte emerse dal tavolo di discussione è figurata anche quella di regolamentare questa procedura, di definire delle linee guida che possano legittimarla a livello nazionale, in modo che, in futuro, venga introdotta anche nel mondo del lavoro.
Dal tavolo di discussione è emersa chiaramente l’urgenza di affrontare queste tematiche, con l’attenzione e la cura che meritano.
Affinché si possa sperare in una società più equa, è necessario intervenire in modo concreto su tutti i microcosmi su cui essa si regge.
Bisogna agire nel presente, per assicurare ai giovani un futuro in cui il mondo del lavoro possa essere il riflesso di una collettività giusta e inclusiva.
Alice La Morella
(In copertina, una panoramica su YoungFluence 2023, foto di Floriana Soranna).
Le discriminazioni sul lavoro erano il tema del tavolo 5 di YoungFluence. Per saperne di più, leggi YoungFluence 2023: il lavoro e le sfide del domani per i giovani a cura della Redazione di Giovani Reporter.