Cinema

“C’è ancora domani” – Un viaggio nel passato con Paola Cortellesi

C'è ancora domani copertina

C’è ancora domani” è il film diretto e interpretato da Paola Cortellesi, uscito nelle sale il 26 ottobre 2023 e ambientato nel 1946, in una Roma reduce dalla Seconda guerra mondiale. La pellicola racconta in chiave comica il patriarcato che vigeva nelle case delle nostre bisnonne e vuole dare voce a tutte quelle donne che allora non potevano averne una.


Famiglia…

La protagonista di C’è ancora domani è Delia (Paola Cortellesi), una donna semplice, senza ambizioni, madre, domestica e sarta. Accetta la sua vita passivamente, perché così le hanno insegnato a fare. Vive nel piano interrato di una palazzina romana con il marito Ivano (Valerio Mastandrea), il suocero e i suoi tre figli, di cui la più grande, Marcella, dovrebbe sposarsi a breve.

Delia fa diversi lavoretti e ogni tanto prende, all’insaputa del marito, un po’ dei soldi che guadagna per metterli da parte, con il sogno di comprare il vestito da sposa per la figlia. Marcella, infatti, sa che il suo fidanzato Giulio, di famiglia benestante, progetta di chiederle di sposarlo e tale unione cambierebbe la situazione economica della famiglia.

…e potere

Ogni sera Delia torna a casa. Ogni sera Ivano è nervoso e si sfoga unicamente su sua moglie.

Un pomeriggio, un soldato americano regala a Delia della cioccolata che la donna poi dà ai suoi figli a cena.

Ma Ivano si alza da tavola contrariato: la cioccolata “alle baldracche la davano, a quelle che ci fanno le scivolose per strada, ecco a chi la davano”, sostiene.

C'è ancora domani Cortellesi

Qualche giorno dopo, Marcella si dimentica le patate sul fuoco. Delia si prende la colpa e suo marito, prima di uscire di casa, come quasi tutte le sere, si rivolge ai figli ed esclama: “Voi stasera pane e latte, ringraziate ‘sta ritardata di mamma vostra”.

Ma Ivano è nervoso, “Eh, ha fatto du’ guerre”: questa è l’espressione con la quale Delia lo scusa ogni volta. “Lui è fatto così”.

Le scene di violenza familiare sono spesso nascoste allo sguardo dello spettatore, che può solo intuire nel silenzio il triste proseguire della storia; oppure vengono rappresentate sotto forma di valzer, in una danza teatrale in cui segni di lividi compaiono e scompaiono con effetti speciali sul corpo dell’attrice.

La chiave comica

La storia raccontata è drammatica, ma Paola Cortellesi è pur sempre un’attrice comica e la visione di C’è ancora domani viene alleggerita da alcuni aspetti che conferiscono al film una nota di allegria agrodolce.

Dietro gli occhi stanchi di Delia si nasconde una donna scaltra e coraggiosa che, nel silenzio, sta combattendo una guerra di autodeterminazione e di riscatto. Al suo fianco c’è Marisa (Emanuela Fanelli), un’amica simpatica, spontanea, un po’ fuori dagli schemi, che la ascolta e la sprona ad agire. Il personaggio di Marisa offre un modello di donna più contemporaneo, le cui riflessioni, schiette e prive di futili giochi di parole, presentano il contesto storico del dopoguerra in maniera chiara, mostrano la realtà così com’era.

Il secondo personaggio che contribuisce a sdrammatizzare la pellicola è – paradossalmente – quello di Ivano: un uomo manesco, violento e ignorante. Ed è proprio attraverso l’ignoranza che la regista ridicolizza il “cattivo” della storia, rendendolo quasi buffo.

Si tratta di una scelta sottile da parte della Cortellesi, che non propone affatto l’idiozia come giustificazione della violenza, ma solo come mezzo di umiliazione: Ivano è sottoposto al giudizio dello spettatore, che attende la sua prossima gaffe per poterlo deridere ancora una volta.

La speranza in una busta

Infine, c’è un oggetto degno di nota che accompagna la protagonista lungo tutta la storia: una lettera.

All’inizio del film, Delia incontra Nino, un vecchio spasimante che deve trasferirsi in cerca di lavoro e che le chiede di scappare con lui.

Cortellesi

La lettera arriva nelle mani di Delia poco dopo. Non viene mostrato il contenuto allo spettatore, ma se ne intuisce l’importanza: Delia la tiene nascosta con cura, la legge spesso.

A volte la stringe al petto, altre volte la getta per terra, quasi fosse una lettera d’amore che non sa se accettare o buttare via. Nel corso della storia, continua ad aumentare la curiosità nei confronti di quella che sembra essere una possibilità di fuga, un rischioso passe-partout per la libertà.

Bianco e nero

L’ultimo aspetto a cui è necessario dedicare almeno qualche riga è la decisione di girare il film in bianco e nero. Questa scelta registica, infatti, permette un’immersione totale all’interno della pellicola. Durante un’intervista di Fabio Fazio a Che Tempo Che Fa, Paola Cortellesi ha specificato che non si è trattata tanto di una scelta stilistica, quanto di una scelta istintiva.

Ed effettivamente, pensando a quegli anni, è normale immaginare un mondo in bianco e nero: è come riguardare la vecchia foto di una bisnonna da giovane e non riuscire a immaginarsela a colori.

In ogni caso, possiamo definirla una scelta azzeccata che proietta lo spettatore in mezzo a palazzi scrostati, negozietti a una vetrina e bar in cui gli uomini giocano a carte fumando. E, se guardiamo un po’ più in là, possiamo scovare il mercato, la macelleria e la latteria in cui le donne fanno la spesa… non ci sono dubbi: benvenuti a Roma, è il 1946!

Uno sguardo al futuro

Attraverso il personaggio di Delia, Paola Cortellesi sembra invitare tutte le donne a essere coraggiose e a denunciare, ricordando loro che c’è sempre una scelta e, soprattutto, che c’è sempre un domani.

Delia: “Se pò sapé perché questo al primo giorno piglia più de me?”.
Datore di lavoro: “Quello è omo, no?”.

Esattamente, quello è omo. E ancora oggi gli uomini guadagnano più delle donne. E anche quest’anno, solo in Italia, sono morte, o per meglio dire, sono state uccise, 38 donne da uomini proprio come Ivano.

C’è ancora domani è un film commovente, ambientato più di 70 anni fa eppure così attuale che ricorda a ogni donna quanta strada sia stata fatta e quanto lavoro ci sia ancora da fare.

Alba Michelessi

(In copertina e nell’articolo immagini tratte dal film C’è ancora domani)


Per approfondire, leggi “C’è ancora domani” di Cortellesi e “Bellissima” di Visconti – Il passato, il presente e il futuro, un articolo di Chiara Celeste Nardoianni.

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