Pubblicato nel 1998, “Le particelle elementari” è il il romanzo più celebre di Michel Houellebecq (La Nave di Teseo, 2021), uno degli scrittori più acclamati e criticati del nostro tempo. Come tutte le opere dell’autore (ad esempio “Serotonina”), anche questo scritto è stato al centro di numerose polemiche per i suoi contenuti troppo espliciti. Forse è proprio questo l’intento di Houellebecq: provocare per spingere a riflettere.
Dopo la sua pubblicazione Le particelle elementari è stato insignito, nel 2002, del premio letterario internazionale IMPAC di Dublino e nel giro di poco tempo si è trasformato in un caso editoriale in più di 25 Paesi nel mondo.
Il romanzo è un condensato straordinario di emozioni contrastanti ed episodi travolgenti. La vicenda riesce a colpirci nel profondo e non fa altro che minare ogni nostra certezza. Con questo libro Houellebecq distrugge ad una ad una tutte le certezze di un Occidente già profonda crisi morale e ideologica.
La storia
I protagonisti del romanzo sono Michel Djerzinski, biologo molecolare di successo, e Bruno Clément, professore di scuola. I due sono fratelli solo da parte della madre che però è stata poco presente nella loro vita.
La donna infatti, sin dalla gioventù, ha dedicato la sua vita a scorribande di carattere erotico presso delle discutibili comunità New Age. Entrambi sono quindi cresciuti con i nonni.
Se da un lato Michel ha, nonostante tutto, un’infanzia normale in cui coltivare il suo talento straordinario per la scienza, Bruno, a causa della scomparsa prematura della nonna, è costretto a vivere in collegio. Proprio qui inizia a subire continue vessazioni da parte dei compagni più grandi che segneranno a vita la sua personalità.
Come un vero e proprio romanzo di formazione, Le particelle elementari ripercorre le tappe principali della vita dei due fratellastri fino alla loro età adulta. I due si incontrano la prima volta al liceo, per caso, e vengono a conoscenza del fatto di essere fratelli.
Nasce così tra di loro un particolare legame di amicizia al quale si aggiunge Annabelle, una ragazza vicina di casa di Michel. La giovane è innamorata di Michel ma lui sembra essere completamente distaccato da qualsiasi forma di calore umano e si lascia scappare la possibilità di instaurare una relazione con Annabelle.
Ormai giunti a 40 anni Bruno e Michel sembrano ancora non trovare il loro posto nel mondo. Il primo è morbosamente ossessionato dal sesso, al punto tale da trasformarsi a poco a poco in una vera e propria patologia mentale. Michel invece, nonostante il successo in ambito accademico, è completamente chiuso in se stesso e asetticamente privo di qualsiasi emozione. La loro vita sembra priva di senso, ma forse avranno una seconda possibilità.
Una società in caduta libera
I fatti narrati nel romanzo coprono un arco temporale ampio. Si va dagli anni 70′ all’estate del 1998, anno in cui Michel, con un lungo flashback che copre la prima parte dell’opera, rievoca gli anni dell’infanzia e dell’adolescenza.
Houellebecq mette in luce tutti i punti critici di una società malata vittima di una rivoluzione culturale puramente materialista ed edonista. L’idea di famiglia è ormai entrata in una crisi profonda e le vite di Bruno e Michel ne sono la prova.
Nel mondo descritto dall’autore l’uomo sta progressivamente perdendo la capacità di instaurare relazioni se non dettate dalla convenienza. L’individualismo avanza imperante lasciando poco spazio ai più emarginati che senza alcun tipo di supporto sono abbandonati a se stessi come Bruno e Michel sono stati lasciati soli dalla madre.
In questo quadro desolante perde però di significato il concetto stesso di individuo che si ritrova improvvisamente gettato in un mondo privo di certezze. L’estrema libertà pare aver condotto gli esseri umani a mettere da parte i sentimenti, forse per paura, forse per convenienza, tramutandoli in ineffabili particelle elementari che vagano nel vuoto.
Aveva capito subito che quell’universo rallentato, segnato dalla vergogna, dove gli esseri si incrociano in un vuoto siderale senza che mai sembri possibile tra loro alcun rapporto, corrispondeva esattamente al suo universo mentale. L’universo era lento e freddo.
Tra sesso e nichilismo
Protagonista indiscusso del romanzo è il sesso. Houellebecq descrive in maniera molto dettagliata la vita sessuale di tutti i personaggi. Le scene di sesso sono descritte nel dettaglio e questo introduce un elemento di volgarità che evidentemente vuole creare scandalo nel lettore. L’erotismo è, in quest’ottica, una chiave di lettura fondamentale della psiche di ogni essere umano.
Bruno ad esempio è estremamente insicuro di sé sin dai tempi terribili del collegio. Per colmare il vuoto interiore che è in lui cerca costantemente di conquistare l’approvazione femminile. La sua dipendenza dal sesso diventa ben presto una vera e propria malattia che lo allontana progressivamente dalla realtà e lo porta a frequentare bordelli, prostitute e villaggi vacanze per naturisti. Nulla riesce a placare la sua insaziabile fame; l’incontro con Christiane, insegnante di scienze in una situazione simile alla sua, rappresenta per lui l’unica speranza di redenzione.
Se da un lato Bruno rappresenta la massima espressione di un’irrazionalità volitiva e primordiale, dall’altro Michel è incapace di provare qualsiasi forma di emozione umana. Ogni forma di istinto naturale è completamente assente e in lui non c’è traccia di sessualità. Questa sua apatia assoluta distrugge letteralmente i sentimenti di Annabelle che si lascia corrompere dalla società materialista che sta lentamente inghiottendo tutto il genere umano.
Per l’autore, quindi, il sesso è una metafora stessa della civiltà Occidentale ormai dominata da piaceri sempre più immediati e privi di qualsiasi principio morale. Non è un caso che nella narrazione sia dato ampio spazio alla descrizione delle comunità New Age in cui viene meno ogni forma di cognizione sociale. Il genere umano sembra annichilito dalla sua stessa libertà e continua inesorabilmente a regredire verso uno stato di natura in cui prevaricazione sui più deboli e violenza sono all’ordine del giorno.
Uno spiraglio verso il futuro?
Dopo tutto questo, cosa ci resta? Giunti sull’orlo del baratro c’è ancora qualche possibilità di salvarsi? Il titolo dell’opera, Le particelle elementari, fa palesemente riferimento alla fisica, in particolare alla meccanica quantistica.
In questo senso è come se Houellebecq volesse cogliere gli aspetti filosofici che tale criptica teoria fisica nasconde. Forse è la scienza che può ancora darci qualche risposta o almeno una speranza per il futuro degli uomini, ormai quasi privati della loro stessa umanità.
Nel testo, in particolare all’inizio e sul finale della narrazione, si fa diretto riferimento alle ricerche scientifiche condotte da Michel durante la sua carriera. L’obiettivo di tutta la sua vita è stato quello di fondere i risultati ottenuti proprio dalla meccanica quantistica con la biologia molecolare e la genetica. Il ricercatore è, infatti, convinto che riducendo il codice genetico a basilari equazioni quantistiche sia possibile svelare il segreto della vita.
Nell’intento di Michel troviamo l’ennesimo legame di opposizione del romanzo. Infatti, è come se il ricercatore avesse rifiutato di vivere, di provare qualsiasi stimolo emotivo, pur di comprendere i segreti più nascosti della vita umana. Michel è dominato dalla ragione, opera sotto forma di puro pensiero in costante lotta contro l’ignoto. Houellebecq non rivela tutti i dettagli degli studi condotti da Michel, lasciandoci un vero e proprio colpo di scena finale che sicuramente merita la lettura del romanzo.
Perché leggere Le particelle elementari di Houellebecq?
Michel Houellebecq è un autore sicuramente molto discusso dalla critica internazionale. Negli anni è finito più di una volta sotto i riflettori per alcune sue affermazioni contrastanti sui musulmani e il mondo islamico.
L’ultimo scandalo che si è abbattuto sullo scrittore riguarda il presunto raggiro subito da parte di una casa di produzione di pellicole pornografiche olandesi. Sembrerebbe infatti, che l’autore e sua moglie abbiano deciso di girare un film porno ad Amsterdam e che i produttori non abbiano poi rispettato i termini del contratto firmato da Houellebecq.
Al di là delle opinioni personali sulla vita e le affermazioni a volte provocatorie dello scrittore non ci sono dubbi sul fatto che la sua letteratura sia eccezionale.
Le particelle elementari è il romanzo che ha consacrato Houellebecq tra i più grandi autori del panorama mondiale contemporaneo.
L’opera alterna momenti caratterizzati da riflessioni filosofiche molto profonde a episodi in cui volgarità e oscenità conquistano letteralmente la scena.
Houellebecq vuole destabilizzare il lettore e ci riesce alla perfezione trasmettendoci di continuo emozioni contrastanti. A tratti proviamo ribrezzo per i personaggi del libro mentre allo stesso tempo abbiamo pena per loro.
Il messaggio lasciato dal romanzo potrebbe apparentemente sembrare negativo. Tuttavia l’autore, se da una parte distrugge pezzo per pezzo la civiltà Occidentale, lascia intravedere un barlume di speranza.
In fin dei conti le possibilità di vivere appieno la propria esistenza si moltiplicano solo nel momento in cui si abbatte la tremenda barriera dell’isolamento forzato della nuova società consumistica e materiale in cui siamo finiti. Basta solo avere coraggio per tornare a provare amore e per andare oltre i propri limiti.
Diego Bottoni
(In copertina Le particelle elementari di Michel Houellebecq, nell’ultima edizione della Nave di Teseo)