Cronaca

Il granchio blu invade il Mediterraneo


Il granchio blu è una specie aliena e infestante che si sta diffondendo a macchia d’olio nei nostri mari e che sta provocando ingenti danni agli allevamenti di cozze e vongole sul delta del Po. La situazione critica ha spinto il Governo ad autorizzare una spesa di 2,9 milioni di euro a favore di consorzi e imprese che lo catturassero.


Dall’Atlantico al Mediterraneo

Uno dei modi più comuni con cui una specie aliena può insediarsi in un nuovo habitat è attraverso l’acqua di zavorra delle navi commerciali o turistiche che in genere la raccolgono oltreoceano in grande quantità per potersi stabilizzare dal punto di vista strutturale. E così avviene anche nel caso del granchio blu, le cui larve, potendosi schiudere a una temperatura di almeno 15°, non hanno alcuna difficoltà a sopravvivere nell’habitat ospitante.

Le navi da carico regolano la quantità d’acqua durante il tragitto e a scaricarla in mari e oceani appartenenti a diverse biosfere. Questo comporta anche il rilascio dei microrganismi in un ambiente non autoctono, con gravi danni alla biodiversità locale.

Gli scienziati hanno riconosciuto per la prima volta i segni dell’introduzione di una specie aliena a causa di questo fenomeno dopo la comparsa in massa dell’alga fitoplanctonica asiatica nel Mare del Nord nel 1903. Tuttavia, è solo negli anni ‘70 che la comunità scientifica ha cominciato a esaminare il problema nel dettaglio. Dai negoziati tra gli Stati membri si è ottenuta la International Convention for the Control and Management of Ship’s Ballast Water and Sediments.

Uno degli strumenti della convenzione è dedicato agli standard di gestione delle acque di zavorra. Nello specifico, richiede alle navi di scambiare l’acqua di zavorra in mare aperto, lontano dalle zone costiere, ossia ad almeno 200 miglia nautiche dalla terraferma e in acque profonde almeno 200 metri. In questo modo, si stima che un numero minore di organismi sopravviva e le probabilità di far circolare specie potenzialmente dannose possa calare.

A settembre 2022 l’IMO ha intrapreso una nuovo progetto di armonizzazione specifico delle procedure di gestione delle acque di zavorra nel Mediterraneo. Il tutto sarebbe finalizzato ad introdurre standard di gestione più stringenti e studiati ad hoc per l’area del Mediterraneo.

Perché il granchio blu sopravvive al di fuori del suo habitat?

Il granchio blu è una specie costiera, vive anche in lagune, estuari e fondali sabbiosi e fangosi. Predilige le acque dove la concentrazione salina è tra 2 e 48% e si adatta a temperature fino ai 35°.

Nel corso dell’estate 2023, il Mediterraneo ha visto un innalzamento delle temperature superficiali di 4-5°, in certi casi con picchi superiori ai 23°. Questo ha certamente favorito l’insediamento del granchio blu, infatti, i pescatori sottolineano che quando la temperatura è più bassa i granchi sono meno attivi.

Inoltre, il granchio blu è un predatore onnivoro, che mangia tutto ciò che gli capita a tiro. Anche se si nutre principalmente di gasteropodi (vongole, cozze, telline e ostriche), è ghiotto di crostacei (gamberi e paguri), piccoli pesci, vermi e persino meduse.

Questo predatore, inoltre, è favorito dai cambiamenti climatici che hanno decimato la presenza dei suoi predatori naturali nel Mediterraneo (tartarughe marine, polpi, anguille, razze, squali e persici). Dunque, possiamo definirlo una specie aliena invasiva in grado di annientare la popolazione ittica autoctona.

Granchio Blu Mediterraneo 1.
Foto: Adam Wyman/Unsplash.

M’hai provocato e io me te magno

Un altro nome del granchio blu è Callinectes sapidus, che in latino significa “bella nuotatrice saporita”. Questo ci suggerisce che il modo migliore per far fronte all’invasione del granchio blu sarebbe proprio mangiarlo in grandi quantità. Sulle coste atlantiche degli Stati Uniti e del Messico si stima che ogni anno ne vengano pescate 58.000 tonnellate.

Il granchio blu è molto apprezzato per il suo sapore dolce e delicato, soprattutto negli Stati di Louisiana, Maryland, North Carolina e New Jersey.

La specialità a base di granchio blu più apprezzata in America è certamente il soft-shell crab, ovvero il granchio pescato al momento della muta. Altri piatti tradizionali che utilizzano il granchio blu sono i crab cakes e Southern Crab Boil.

Se si preferiscono sapori più semplici e vicini al gusto italiano in molti hanno proposto ricette a base di granchio blu: toast, spaghetti , zuppe e granchio gratinato.

Italia: terra di specie invasive

La presenza di specie aliene in altri ecosistemi è un fenomeno naturale; eppure, in questo caso, sono le sue proporzioni a preoccupare. Secondo l’ISPRA, negli ultimi 30 anni le specie alloctone sono aumentate del 76% e l’Italia grazie al suo clima favorevole sarebbe particolarmente vulnerabile. Sempre l’ISPRA stima che il nostro Paese ospiti 3.000 specie terrestri, di cui 1.645 specie animali e 1.440 vegetali.

Il fenomeno delle invasioni biologiche può assumere contorni decisamente allarmanti negli ecosistemi insulari perché in quei luoghi sono presenti meno specie animali e vegetali, e dunque risultano più fragili.

È il caso della Sicilia, dove già dal 2019 si segnala la presenza della formica di fuoco (Solenopsis invicta), originaria del Sud America e nota per le dolorose punture che possono scatenare anche forti reazioni allergiche.

Questa formica in poco tempo si è diffusa in gran parte del mondo: Australia, Cina, Caraibi, Messico e Stati Uniti. Solo l’Europa fino ad ora era rimasta immune.

Ma uno studio pubblicato sulla rivista Current Biology attesta la sua presenza in Italia con 88 nidi, individuati non lontano da Siracusa. Come il granchio blu, anche la formica di fuoco è un predatore generalista e dove si insedia causa la diminuzione della diversità di invertebrati e piccoli vertebrati.

Sembra che i siti più adatti ad ospitarla siano quelli costieri e si stima che con la complicità dei cambiamenti climatici questi aumenteranno notevolmente. L’unico Paese che è riuscito a debellarla è la Nuova Zelanda.

Faccia a faccia con il cambiamento climatico

La presenza del granchio blu in Italia è sicuramente uno degli effetti del cambiamento climatico in atto. Con l’innalzamento delle temperature degli oceani e gli scarsi se non nulli, tentativi per far fronte all’emergenza, le speranze di arrestare il corso degli eventi sembrano sempre più lontane.

Bisogna prendere maggiore consapevolezza di cosa stia accadendo al nostro pianeta e di come possiamo far fronte efficacemente a questi cambiamenti nella tutela di noi stessi, del nostro futuro e soprattutto dell’ecosistema che ci ospita.

Camilla Mussi

(In copertina Adam Wyman da Unsplash)

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