Sex Education 4 era l’evento Netflix che aspettavamo. E finalmente è arrivato. Lo hai già visto e hai tante domande come noi?
L’ultima stagione
Ci si aspetta sempre qualche delusione da una serie TV, soprattutto se la stagione in questione viene anticipatamente dichiarata la conclusiva. Il processo psicologico che coinvolge uno spettatore medio attraversa varie fasi:
- Rifiuto – Lo spettatore nega a se stesso (e anche agli altri) la possibilità che la serie, magari la sua preferita, possa effettivamente finire. Perché quella serie è la vita. Quella serie non finisce. Non può finire. Mai.
- Rabbia – Ma come verrà in mente di far finire proprio quella serie, ragiona lo spettatore, che sta avendo un così grande successo, che tutto il mondo ama! Come si può pensare di vedere gli attori in altri ruoli, quando li crediamo così uguali alla parte che recitano. È inimmaginabile.
- Contrattazione – Lo spettatore ragiona: magari ci vogliono imbrogliare, magari vogliono farci pensare che sia l’ultima per sollevare i nostri morali da terra con l’annuncio di un’altra poco dopo. Magari, se uniamo le nostre forze, ci ripensano. Se andiamo a parlare con loro capiscono che abbiamo bisogno proprio di quella serie per essere completi nella nostra vita.
- Depressione – Lo spettatore affronta la settimana prima dell’uscita dell’ultima stagione con una tazza di caffè in una mano e un pacchetto di biscotti nell’altra. Attorno a lui solo tristezza, rammarico, puzza di fallimento.
- Accettazione – In fondo, si dice lo spettatore, sarà una stagione epica. Scoprirò cosa accade al protagonista, alla co protagonista, agli amici comprimari, ai cattivi a cui ho imparato a voler bene, a tutti quei personaggi secondari che stanno vivendo un loro percorso personale.
E poi. Poi arriva.
Una bella idea
Sex Education è stata a mani basse la migliore idea – non posso parlare di sceneggiatura, scenografia o regia, perché non è il mio campo – che Netflix abbia mai avuto. Parlare di educazione sessuale ai ragazzi, cercando di far capire loro quanto sia normale avere dei problemi che derivano dallo strano ma vero fatto che nessuno di noi, qui, sulla terra, è una creatura perfetta.
È normale avere vaginismo, è normale sperimentare cose nuove, è normale avere una sessualità fluida, è normale porsi domande e conoscersi dandosi delle risposte. E la cosa veramente difficile era trovare un modo poco noioso e imbarazzante per entrare nel mondo dei ragazzi e far entrare i ragazzi in questo mondo.
E Sex Education è riuscita meravigliosamente in questo: metti insieme abbastanza ragazzi (Otis, Maeve, Eric, Adam, Jackson, Aimee, ma anche Ola, Lily, Rahim, Steve), abbastanza adulti (Jean, certo, ma in fondo anche Jacob era importante) e un ambiente di riferimento (il liceo Moordale), e per ogni personaggio una storia interessante, inerente – e anche non – al sesso.
Ma ha anche dei difetti
Il problema di Sex Education 4, la fatidica ultima stagione, è che non si possono eliminare dei personaggi chiave dalla trama e sperare che a quel solito spettatore medio – ma anche colto, ma anche ignorante – vada bene così. Non si può dedicare tutta una stagione, figuriamoci l’ultima, a rispondere alla domanda “ma quindi Otis sceglie Maeve o Ruby?”. Semplicemente, non si può. Perché Sex Education è sempre stata più di questo.
Bisogna spiegare perché Ruby non è andata nello stesso liceo di Anwar e Olivia. Bisogna spiegare cosa ne è stato di quel dolcissimo ragazzo che era Steve, che con Aimee non ha mai sbagliato niente, e meritava di trovare una sua felicità.
Bisogna spiegare cosa ne è stato del rapporto di Ola e Lily, bisogna spiegare se Lily ha compreso di essere stata insensibile con Ola quando era triste perché le mancava la sua mamma, bisogna spiegare come Ola gestisce la rabbia di un papà che per l’ennesima volta è stato preso in giro da Jean.
Bisogna spiegare che fine ha fatto Jacob, che non abbiamo nemmeno visto piangere dopo essersi preso cura di una bambina che per nove mesi ha creduto essere la sua; dopo aver provato a sistemarsi con una nuova famiglia; dopo la dolorosa morte della moglie; dopo essersi conquistato la fiducia di Otis.
Bisogna spiegare come gli sceneggiatori hanno potuto rinunciare a mettere sullo schermo quella fantastica amicizia che si stava creando fra Adam e Rahim in seguito alla loro competizione per Eric. Bisogna spiegare tante cose, che semplicemente sono state abbandonate. Che non sapremo mai.
La fine
Ci si è concentrati su due personaggi di spicco, Maeve e Otis, che conquistano l’attenzione di tutti anche da soli indubbiamente. E si potrebbe anche dire che si sono lasciati indietro dei personaggi che non avevano più niente da dire, per far spazio ad altri, con problematiche non ancora ascoltate.
E, beh, questo è molto nobile. Peccato solo che, in circostanze come questa, la bravura di chi sta dietro le riprese, dietro la storia, stia nel rendere questo processo il più naturale possibile.
No, Sex Education è e resterà sempre una serie grandiosa, con tematiche esposte in maniera straordinaria e una sensibilità che dà conforto nelle giornate difficili, ma quest’ultimo saluto, per me, non è stato abbastanza.
Elettra Dòmini
(In copertina e nell’articolo immagini tratte dalla serie TV Sex Education, stagione 4, disponibile su Netflix)
Per approfondire: Sex Education 3 – L’educazione sessuale di cui abbiamo (ancora) bisogno, un articolo di Elettra Dòmini.