Cultura

Oppenheimer, l’uomo dietro la bomba (prima di Nolan)

Oppenheimer Nolan

Fin dall’uscita del trailer di “Oppenheimer”, il nuovo film di Christopher Nolan, non si fa altro che parlare del suo omonimo protagonista. Chi era J. Robert Oppenheimer? Quali scelte lo hanno spinto a prendere parte al progetto Manhattan?


Rinnegare le proprie origini

Julius Robert Oppenheimer nasce il 22 aprile del 1904 a New York da Julius Seligmann Oppenheimer, ebreo tedesco emigrato negli Stati Uniti, e Ella Friedman, artista statunitense di origine tedesca. Cresce negli USA cercando di distaccarsi il più possibile dalle sue origini e disprezzando sia il suo lato tedesco sia il suo lato ebreo. Così, decide di farsi chiamare con il suo secondo nome e riduce il primo ad una semplice “J”.

Sull’origine ebrea, per il fisico Felix Bloch “Oppenheimer cercò di comportarsi come se non fosse ebreo, e vi riuscì bene perché era un bravo attore”. Nonostante tutti gli sforzi compiuti nel nascondere tali caratteristiche, tuttavia, il cognome lo identificò sempre come ebreo tedesco: in Germania “Oppenheimer” era infatti comunemente adottato dalle famiglie ebree che vivevano nella zona di Oppenheim, un paesino non lontano da Francoforte.

Oppenheimer ha occasione di visitare la Germania solo nel 1909, per conoscere i parenti, ma non si affeziona alla famiglia e alla nazione. Fin da bambino, frequenta scuole strettamente legate alla cultura e alle usanze ebraiche per volontà dei genitori, che insistono nel farlo entrare in contatto con figli di famiglie simili alla loro. Tuttavia, Oppenheimer è un bambino molto introverso e fatica a fare amicizia con i suoi compagni di scuola. Il suo hobby preferito è collezionare sassi e cristalli.

Nonostante gli otto anni di differenza, si affeziona moltissimo al fratello Frank, nato nel 1912. A causa dell’età i due non riescono a condividere ricordi d’infanzia, ma Oppenheimer si lega a lui arrivando a considerarlo il più stretto tra i suoi amici. Dopo la Prima Guerra Mondiale comincia il suo percorso di Scuola secondaria, appassionandosi alla chimica e decidendo di proseguirne lo studio anche all’università.

Gli studi, la carriera, le crisi

A settembre del  1922 Oppenheimer inizia il suo percorso di studi in chimica presso l’università di Harvard. Nello stesso anno il direttore Lowes decide di imporre rigide regole sull’ammissione degli studenti ebrei, ritenendo che la loro presenza fosse un problema. Oppenheimer, tuttavia, non si lascia abbattere e riesce facilmente a fare amicizia con alcuni dei suoi compagni di corso, ma il secondo anno decide di passare a fisica. In poco tempo riesce a conquistare l’interesse del professor Percy Williams Bridgman, futuro premio Nobel, che diventa per lui un vero e proprio mentore.

Oppenheimer inizia a manifestare in questo periodo dei forti disturbi psicologici causati da crisi di identità e deve intraprendere un percorso di terapia. In seguito, decide di trasferirsi in Europa e di proseguire il suo percorso di studi a Cambridge, in Inghilterra, sotto la guida di Ernest Rutherford.

Nel 1925 ottiene la laurea ad Harvard e nel 1926 consegue un dottorato all’università Georg-August di Göttingen. Nel 1927 ottiene una borsa di studio dal NRC (National Research Council) per portare avanti i suoi studi e le sue ricerche a Pasadena (Los Angeles).

L’obiettivo principale di Oppenheimer in questo periodo è portare negli Stati Uniti un modo di insegnare la fisica al pari di quello delle scuole europee. Ha l’occasione di viaggiare in numerose città come Göttingen, Leidaen, Zurigo e Lipsia. Lì tiene conferenze e lezioni e incontra  famosi scienziati tra cui Wolfgang Pauli, Werner Heisenberg e Max Born. Con quest’ultimo porta avanti una ricerca sull’approssimazione adiabatica pubblicata nel 1928, che ancora oggi risulta fondamentale per lo studio delle molecole.

Nel 1929 ottiene ufficialmente la cattedra di fisica all’università di Berkeley, in California. I colleghi e gli studenti lo descrivono come un uomo curioso e affascinante, attratto da ogni ambito della fisica e della chimica.

Il rapporto con il CPUSA

Con l’avvento del fascismo e del nazismo in Europa, le idee politiche di Oppenheimer iniziano a crescere e a stabilizzarsi. Lo scienziato si considera di sinistra e frequenta ambienti comunisti, anche se non si iscrive al partito come il fratello e la cognata. Attraverso il CPUSA (Communist Party of United States of America), nel corso della Guerra Civile Spagnola, dona del denaro al Fronte popolare ed esprime apertamente il suo dissenso verso i regimi di Hitler e Mussolini.

Grazie alla sua vicinanza con il partito, ha l’occasione di conoscere la sua futura moglie e la sua futura amante. La prima, Katherine Puening, è una biologa di origine tedesca, ex-moglie dell’attivista comunista Joe Dallet, morto durante la Guerra Civile Spagnola; la seconda, Jean Tatlock, è invece una psichiatra e attivista che si occupa di scrivere per la testata del partito, Western Worker.

Il progetto Manhattan

Il 1° settembre 1939 Oppenheimer pubblica l’articolo On continued gravitational contraction (ossia, Sulla contrazione gravitazionale continua) per esporre le sue ultime scoperte riguardo i buchi neri. Lo stesso giorno Hitler invade la Polonia, dando inizio alla Seconda Guerra Mondiale.

Il governo degli Stati Uniti sospetta fin dai primi mesi di guerra che la Germania stia cercando di utilizzare le ultime scoperte scientifiche riguardo la scissione degli atomi di uranio per costruire un’arma quanto più distruttiva possibile.

Inizialmente Oppenheimer viene escluso dalle ricerche del governo. In quanto sospetto comunista lo scienziato è nel mirino dell’FBI, che sospetta possa essere una possibile spia dell’Unione Sovietica. La Russia e gli Stati Uniti non erano ancora entrati in guerra ufficialmente, ma  erano partecipi di una “guerra di spionaggio”.

Nonostante ciò, nel 1942 il generale Leslie Groves lo invita per conto del governo degli Stati Uniti a dirigere il progetto Manhattan: un piano di ricerca volto a superare la potenza bellica tedesca. Decide così di reclutare altri fisici che possano aiutarlo in questo progetto e fa costruire la cittadina di Los Alamos in una zona deserta del New Mexico (frequentata occasionalmente da tribù nativo-americane) per permettere a ogni collaboratore di portare con sé la propria famiglia.

Tra questi: Enrico Fermi, creatore del primo reattore nucleare e premio Nobel per la fisica nel 1938; Leó Szilárd, formulatore della teoria della reazione a catena di fissioni nucleari; Lilli Hornig, famosa scienziata di origine ceco-slovacca e attivista femminista; Ernest Lawrence, inventore del ciclotrone; e Klaus Fuchs, scienziato inglese rivelatosi successivamente una spia dell’Unione Sovietica.

Oppenheimer progetto Manhattan.

Il Trinity test e il lancio della bomba atomica

Il progetto prosegue per tre anni, coinvolgendo pienamente Oppenheimer e causandogli altri problemi psicologici. Le sue principali paure sono date da un eventuale fallimento del progetto e da una remota possibilità che la bomba possa causare una reazione a catena infinita in grado di bruciare l’atmosfera.

La morte improvvisa di Jean Tatlock, suicidatasi il 14 gennaio del 1944, lascia nello scienziato un grande senso di vuoto e solitudine. Il progetto va comunque avanti e anche se i tedeschi dichiarano la loro resa dopo la morte di Hitler, avvenuta il 30 aprile del 1945, il governo statunitense è intenzionato ad utilizzare la bomba contro il Giappone, ancora in guerra.

Il 16 luglio del 1945 è il giorno del Trinity test, la prima detonazione di una vera bomba nucleare allo scopo di verificarne il funzionamento. L’esplosione avviene alle ore 5:29 del mattino e si espande per 200 metri. Lo scienziato Richard Feynman è l’unico tra tutti i presenti a osservarla ad occhio nudo, con l’unica protezione fornita dal parabrezza della sua auto. Tutti gli altri si sono serviti di un pezzo di vetro nero per proteggere la vista.

Dato il successo, il 6 agosto del 1945 il governo statunitense, per ordine del presidente Harry Truman, scaglia la bomba nucleare sulla città di Hiroshima causando circa 160.000 vittime. Il 9 agosto un’altra bomba viene lasciata cadere su Nagasaki, provocandone altri 80.000 morti.

La resa del Giappone conclude ufficialmente la Seconda Guerra Mondiale e porta Oppenheimer a provare orgoglio per la creazione e sensi di colpa per ciò che ha causato.

Foto: Il Tascabile.

Il processo contro Strauss

Negli anni successivi la figura di Oppenheimer ha assunto agli occhi della gente diverse sfumature. C’è chi lo guarda con ammirazione, considerandolo uno dei migliori scienziati di tutti i tempi e un portatore di pace; e chi, invece, lo ritiene un uomo infido e arrogante, pericoloso per la sicurezza degli Stati Uniti. Nel 1949 l’FBI lascia trapelare documenti sul passato dello scienziato che lo ricollegano al CPUSA e al comunismo.

Ad approfittare di tale situazione è Lewis Liechtenstein Strauss, un ambizioso politico repubblicano membro dell’AEC (U.S Atomic Energy Commission), di cui poi diverrà presidente nel 1953.

Strauss è come Oppenheimer un ebreo di origine tedesca, che non ha mai nutrito particolari simpatie per lo scienziato. Lo considera arrogante e vanitoso, e lo disprezza per aver rinnegato le proprie origini ebree, di cui Strauss va invece molto fiero. Dopo il rilascio dei documenti dell’FBI, Strauss inizia a nutrire sospetti nei confronti di Oppenheimer, accusandolo di essere una spia sovietica.

Tra aprile e maggio del 1954 Strauss istituisce un processo contro lo scienziato assumendo l’avvocato Roger Robb per interrogarlo. Per conto di Oppenheimer prendono parte all’udienza anche alcuni scienziati e militari del Progetto Manhattan, diversi ex colleghi e la moglie Katherine, ex comunista. Strauss non prende mai parte al processo in prima persona, ma si limita a leggere i verbali e a studiare i documenti. Alla fine, però, il suo avversario risulta innocente e Strauss riceve un’amara sconfitta che gli impedisce di raggiungere uno dei suoi principali obiettivi: diventare membro del Gabinetto degli USA.

Oppenheimer esce devastato dal processo. Nonostante ciò, ottiene nuovamente la fama e la fiducia di numerosi membri del governo.

I riconoscimenti e la morte

Nel 1963 J.F. Kennedy gli conferisce il premio Fermi per la fisica, grazie alla sua carriera e alle sue scoperte. Dopo quattro anni, muore per un cancro alla laringe. Al funerale partecipano i familiari e alcuni dei collaboratori del progetto Manhattan.

Marta Ginghini

(In copertina Cillian Murphy in una scena tratta da Oppenheimer di Christopher Nolan)

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