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Cosa ci dobbiamo aspettare da “Barbie”?

Barbie film copertina

I primi trenta secondi del trailer di “Barbie” di Greta Gerwig (2023) sono intriganti: c’è un mondo magico curato in ogni dettaglio, c’è tanta vernice rosa e i personaggi principali sono felici, sereni e spensierati. A prima vista, almeno.


Tutti noi, almeno una volta nella vita, abbiamo desiderato abitare in un mondo perfetto, dove non ci sia pericolo, male o dolore, dove non succeda mai nulla e dove magari non esista neanche la forza di gravità.

Un sogno, ovviamente; ma – come si suol dire – l’apparenza inganna, e chi conosce un minimo il funzionamento delle storie sa quello che è ovvio: che ogni utopia che si rispetti nasconde il germe della distopia; che ogni mondo ordinario attende solo qualcosa che lo sconvolga e che vi metta in moto un qualche genere di trama.

Al racconto serve sempre un colpo di scena che risvegli una “Barbie” o un “Ken” impeccabili, superficiali e ingenui e li getti – completamente impreparati, fragili e indifesi – in quell’impasto di sangue, sudore e fango che è la vita di tutti i giorni. Dall’illusione alla realtà.

Ed ecco che accade. Se prima potevamo anche credere che Barbie di Greta Gerwig (2023) fosse un film costruito a tavolino per soddisfare le aspettative del pubblico moderno, dobbiamo ricrederci. Non è il classico blockbuster di Hollywood, con la solita ricetta a base di effetti speciali, eroismo, sole cuore amore e personaggi piatti, pensato solo per intrattenere. È qualcosa di più.

Barbie-film-1

“Avete mai pensato di morire?”

Dall’illusione alla realtà, si è detto. E nel trailer il momento di stacco è netto. Quando Barbie (Margot Robbie) esclama la frase “Avete mai pensato di morire?”, mentre balla in discoteca, sconvolge tutti. La musica si interrompe, tutti la fissano immobili.

E le cose iniziano a cambiare perché il sogno in cui vive si è infranto. L’interrogativo esistenziale più profondo e che ci accomuna tutti stona e crea contraddizione in un mondo perfetto che non può essere toccato dalla morte.

Nella realtà, tutti prima o poi sono chiamati a farci i conti. Quando entra in contatto con la morte, una persona inizia a maturare, diventa consapevole e viene portata fuori dal mondo di illusioni in cui viveva.

Come un bicchiere che si fracassa a terra e non può tornare più come prima, così Barbie è stata macchiata dalla consapevolezza della morte e decide così di uscire da Barbieland, per scoprire cosa ci sia fuori. Insieme a lei Ken (Ryan Gosling) che, al contrario di Barbie, non può che essere Ken, nel bene e nel male.

Attraverso un tono volutamente ironico la regista affronta un tema delicato, ci fa sorridere e tenta di scioccarci per ribaltare tutto quello che comunemente sappiamo su Barbie e le nostre aspettative riguardo al film. Margot Robbie, a proposito di questo, ha detto in un’intervista rilasciata a British Vogue:

Nel film ci sono molte connessioni nostalgiche. E quindi anche molti modi di avvicinarsi alla storia. Conoscendo Barbie, il pubblico in un primo momento pensa di sapere come sarà il film. Poi, quando scopre che a scriverlo e a dirigerlo è stata Greta Gerwig, capisce subito che potrebbe non essere quello che ci si aspetta.

Margot Robbie (The Walk of Fame)

Gerwig e Baumbach

È interessante notare che una regista chiaramente femminista come Greta Gerwig ha scelto di raccontare proprio una storia di Barbie, una ragazza frivola, bellissima e vuota dentro, che passa la sua vita a fare shopping e feste.

La sua bambola è usata per giocare e al tempo stesso è un’icona di stile molto potente, perché ha segnato la moda dal 1959 ad oggi, ed è ormai diventata il modello par excellence di stilisti e tendenze, un sinonimo di glamour.

Gerwig, che vanta due candidature al Premio Oscar come migliore sceneggiatura e una come miglior regista, è conosciuta per film di grande successo come Lady Bird (2017) e Piccole donne (2019). Le sue storie in genere parlano di giovani, di persone che molto spesso non si accettano, o che non hanno un’identità e fanno fatica a trovare degli obiettivi di vita.

Al suo fianco, in qualità di co-sceneggiatore, il compagno Noah Baumbach, conosciuto sul set di Lo stravagante mondo di Greenberg (2010), regista dei recenti Storia di un matrimonio (2019) e Rumore bianco (2022).

Un’uscita nelle sale… un po’ travagliata

Molto si è detto, riguardo a questo nuovo film – il primo live action – dedicato a Barbie. Margot Robbie ha raccontato che, subito dopo aver letto lo script originale, aveva espresso i suoi dubbi: “Bello, peccato che non lo si vedrà mai perché escludo che ce lo lasceranno fare” (Vanity Fair).

In più, la produzione del film all’inizio è stata travagliata e ha dovuto affrontare problemi di tutti i tipi, da diritti e proprietà intellettuali, ad attrici e autrici che si sono tirate indietro. Solo con l’arrivo di Greta Gerwig le cose sono cambiate.

Forse il 20 luglio (data di uscita di Barbie in Italia) possiamo assistere alla visione di quello che si preannuncia un cult del nuovo secolo. Tanti Ken, tante Barbie, outfit stratosferici, colori sgargianti e una sottile patina di nostalgia.

Ad oggi, “le ricerche in rete sul Barbiecore sono raddoppiate, secondo Google Trends. Quelle sulle pantofole che aprono il trailer, dal tacco a spillo tempestato di cristalli e la punta piumata, sono salite del 115 per cento, mentre sulla app di shopping Lyst l’inseguimento ai capi scelti perché rosa è aumentato dell’80 per cento” (Ansa).

Nella moda l’impatto è significativo: aumentano i look stravaganti e i vestiti dai colori accesi. Attori e influencer, da Brad Pitt alle Kardashian, hanno indossato vestiti rosa negli ultimi carpet; si tengono sfilate intere all’insegna del fucsia, mentre si sono impennate le vendite delle Barbie.

Andare o non andare al cinema?

Forse questo film vuole spingere le persone ad indagare su sé stessi e a farsi delle domande profonde, forse vuole dare battaglia dall’interno di Hollywood al consumismo sfrenato che non lascia mai il tempo per una riflessione esistenziale. Qualunque sia lo scopo, Greta Gerwig lo attua in modo creativo, con attori stellari, un’idea geniale e una storia in grado di emozionare.

È possibile che questo film sia un capolavoro? La parola a chiunque si voglia prendere una serata di fine luglio per andarlo a vedere. Dal 20 luglio al cinema.

Enrico Macchia

(In copertina e nell’articolo immagini tratte dal film Barbie, di Greta Gerwig)


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