Il Governo Meloni approva un nuovo disegno di legge volto – così dicono – a contrastare la violenza di genere. Ma siamo sicuri che non si tratti, ancora una volta, di fumo negli occhi?
In seguito agli ultimi, efferati casi di femminicidio, il Consiglio dei Ministri ha approvato un nuovo disegno di legge volto a contrastare il fenomeno della violenza di genere.
La proposta prevede un generale inasprimento delle misure di contrasto e di prevenzione della violenza contro le donne, oltre che dei provvedimenti volti a velocizzare l’applicazione delle misure cautelari.
Si tratta di un rafforzamento della normativa già presente dal 2019 nel nostro ordinamento, chiamata “Codice rosso”. La Ministra Roccella vi si riferisce come ad “una buona legislazione contro la violenza”; così buona che, in Italia, ogni tre giorni una donna viene uccisa per mano di un uomo.
Il diritto penale è uno strumento tanto caro al nostro esecutivo quanto inefficace nel contrasto alla commissione di reati, soprattutto quando sono l’esito più tragico di un sistema culturale profondamente radicato.
Di fronte ad operatori del diritto convinti che il tasso alcolico della vittima sia un invito alla violenza, velocizzare il procedimento, forse, non è una misura così efficace. In mancanza di un piano capillare di finanziamento ai Centri Antiviolenza, presidi importantissimi per le donne maltrattate, cosa ce ne facciamo dell’arresto in flagranza differita?
Roccella, Nordio e La Russa in questi giorni hanno riconosciuto la matrice culturale del fenomeno; ma di misure di contrasto in questo senso non v’è traccia.
Desta infatti qualche sospetto l’avversione di questo Governo nei confronti dell’educazione all’affettività nelle scuole, promossa come il primo passo verso la perdizione.
Viene quasi da pensare che l’esecutivo sia in malafede quando si scopre che, mentre in Europa si votava per ratificare la Convenzione di Istanbul (sulla prevenzione e la lotta contro la violenza domestica), la maggioranza di FdI e Lega si asteneva.
È chiaro che questa proposta muove dall’esigenza di agire in qualche modo per arrestare la carneficina che si consuma quotidianamente sotto i nostri occhi; ma l’adeguatezza delle misure previste è dubbia.
Sembra che le forze politiche al Governo stiano mandando segnali contrastanti e discontinui alla cittadinanza, proprio come in una relazione disfunzionale: possiamo solo sperare che aggiustino il tiro. O che si decidano a recidere il rapporto.
Soprattutto, ci auguriamo che questo disegno di legge non si riveli l’ennesimo, bieco espediente elettorale.
Sara Nizza
(In copertina rielaborazione grafica di Eugenia Roccella, Ignazio La Russa e Unsplash)
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