
In questo periodo si è sentito tanto parlare dei libri “BookTok”, hashtag usato su TikTok per scambiarsi consigli di lettura. Si tratta di un fenomeno che sta rivoluzionando l’editoria tanto da riportare in classifica libri usciti più venti anni fa. Tra questi si annovera “Follia”, di Patrick McGrath (Adelphi, 1996).
Amore come follia
Follia di Patrick McGrath non è semplicemente la storia della passione amorosa che unisce Stella e Edgar. Lei affascinante donna sposata con Max, psichiatra di un manicomio vittoriano; lui, scultore in cura affetto da disturbi paranoidi e responsabile dell’omicidio della moglie.
Follia non è la storia di un unico amore: sono diverse le sfumature di cui si colora tale sentimento. Tre, in particolare, sono i personaggi che invade; dissimili sono le modalità in cui lo fa.
In ogni caso l’ombra della follia la fa da padrona: agisce in sordina, insidiosa.

Il terzo personaggio implicato nella vicenda è Peter, lo psichiatra sotto il quale è in cura Edgar. Egli riveste anche il ruolo di narratore, e nel corso degli eventi finirà per cadere vittima della stessa follia. Una follia che ha studiato a fondo e della quale dovrebbe sapere, nei termini più specifici e concreti, cosa essa significhi realmente.
E Stella? Ha un marito psichiatra e vive con lui e il figlio in un manicomio, in compagnia di quelli che lei stessa con ingenuità, durante una lite con Max, definisce “psicopatici”: è possibile che anche lei diventi preda di una forza cieca e irrazionale – quella che Nietzsche definirebbe componente dionisiaca, in opposizione alla ragione e al controllo delle passioni, “l’apollineo”?
Si potrebbe perciò classificare “Follia” come un thriller condito di una consistente componente erotica.
Irrazionalità umana
Follia di Patrick McGrath è molto di più: un romanzo che presenta la malattia mentale non come un’eccezione che riguarda pochi ma come una possibilità che può riguardare tutti, anche chi meno se lo aspetta.
Si comincia dalla moglie di uno psichiatra accecata dall’amore ossessivo per un paziente affetto da disturbo paranoide, fino ad arrivare ai sentimenti di Peter stesso.
Il medico che, per quanto professionale e costantemente attento alla condizione psichica dei suoi pazienti, permette al trionfo della sua componente più “folle” di offuscare la ragione, in particolare quando Stella stessa diverrà una sua paziente. Quest’ultima, però, in quanto sua paziente, è pur sempre una donna malata.
Nulla alla fine si opporrà alla degenerazione dell’amore innocente di Peter per Stella in un elemento nefasto che sottrarrà allo psichiatra il controllo dal suo vacillante approccio clinico del tutto anomalo vista la sua professionalità.
Questa perdita della ragione risulterà fatale alla fine del romanzo, risultando l’ultimo tassello di una progressiva perdita della ragione che aveva già cominciato ad attaccare e personaggi come Edgar e Stella molto prima. L’ultimo esempio di follia che, per quanto determinante, è minimo se paragonato con quelli che hanno compromesso le esistenze dei due pazienti di Peter.
Introspezione tra passione e follia
Sulla base dell’ordine di successione degli eventi qualcuno potrebbe pensare che tutto si origini dalla figura di Edgar.
Egli è un uomo già fuori di senno, condannato e compromesso: il bacillo di una follia che ha finito per radicarsi e germinare anche in Stella.
La passione d’amore malata e ossessiva di Stella per lo scultore sarebbe proprio la prova di questa influenza.
Eppure, sarà per molti ovvio, ma è giusto sottolinearlo: la malattia mentale, ma anche semplicemente la follia più innocua come quella amorosa di Peter, non è un germe trasmissibile da persona a persona, e neanche una scelta deliberata e un fallimento individuale per il quale non dobbiamo fare nient’altro che vergognarci e biasimare noi stessi.
Ma appunto una malattia vera e propria, che insorge e attecchisce in quella sfera più irrazionale e più innata di noi in quanto umani.

Ed è così che anche Stella, con una vita apparentemente ordinaria e serena, nasconde agli altri e a se stessa una profonda insoddisfazione. Questa deriva dal suo grigio rapporto coniugale con Mark.
Questa condizione sarà tanto sofferta che si scoprirà completamente vulnerabile a una volontà cieca e distruttiva che mai, prima di incontrare Edgar, avrebbe potuto sospettare di poter possedere.
Il persoanggio di Stella
Così è proprio questo binomio amore-malattia, l’Eros dolceamaro indomabile (γλυκύπικρον ἀμάχανον) di Saffo, a elevare Stella a protagonista della propria tragedia di vita nel suo progressivo disfacimento.
Una Medea che non conosce più mezzi termini e inibizioni, ma solo il vento di una passione che – come direbbe Saffo stessa – “si abbatte sul monte contro le querce” e si stanzia come unico fuoco dell’anima, attorno al quale ruotano desideri e bisogni.
Infatti, quando un sentimento diviene così totalizzante, l’ampio ventaglio di emozioni si riduce e le poche rimaste padroneggiano incontrollate e si indirizzano e confluiscono verso un unico oggetto, la fonte del proprio amore malato.

In Follia di Patrick Mcgrath seguiamo Stella cedere di nascosto all’attrazione irresistibile e tossica per un uomo che ha ucciso sua moglie a sangue freddo per gelosia.
La vediamo annullarsi, rinascere, riscoprirsi e poi di nuovo perdersi dietro a un legame che, per quanto intenso, travolgente e all’insegna del più seducente erotismo, rimane pur sempre malato e instabile quanto le condizioni psichiche dei due amanti.
Stella scappa abbandonando il figlio Charles per soddisfare il suo bisogno di cambiamento. Si trasferendosi altrove, in uno spazio industriale abbandonato, sottomettersi senza ribellarsi a uomo violento e profondamente malato.
Eppure, anche se soffriamo insieme a lei per le conseguenze delle sue scelte poco lucide, anche se urliamo dentro di noi “Perché?” ogni volta che si getta a capofitto nell’abisso quando la salvezza addirittura le porge la mano, alla fine non la giudichiamo o biasimiamo.
Piuttosto ci immedesimiamo nel punto di vista di Peter stesso. Ci interessiamo quanto lui a dipanare il mistero di una mente malata per comprendere le ragioni dei più irrazionali e apparentemente immotivati comportamenti di Stella.
Perché leggere “Follia”
La scrittura di Patrick McGrath è fiume in piena che scorre fluido trascinando il lettore con sé. L’autore non presenta i personaggi come buoni o cattivi con cui schierarsi.
Non troveremo personaggi relegati in identità monolitiche: non conosceremo uno psichiatra che è solo psichiatra e neanche una malata di mente che è solo una malata di mente. Lo scopo di McGrath è semplicemente dare voce a esempi di un’umanità che, in quanto tale, non può non essere intrinsecamente irrazionale, complessa e pregna di sfumature.
Giulia De Filippis
(In copertina dipinto di Pierre Soulages)