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Il fascismo (non) è morto?

Fascismo Petrini copertina

Oggi l’allarme fascista divide l’opinione pubblica ed accademica in due schieramenti: chi crede che il fascismo sia una parentesi conclusa della storia italiana, e chi, invece, pensa che non sia morto e possa ripresentarsi o, peggio, che sia già tornato


Si può parlare oggi di fascismo? 

Il fascismo come dittatura è un fenomeno che prende forma in Italia nella prima metà del ventesimo secolo e si esaurisce con la fine della Seconda Guerra Mondiale e la morte del suo leader, nonché fondatore, Benito Mussolini. Fin qui tutto chiaro. Ma allora perché oggi si parla ancora di fascismo? 

Sin dalle sue origini il regime fascista ha promosso iniziative basate sulla violenza disprezzando la democrazia parlamentare, sostenendo il governo di un uomo forte, promuovendo politiche xenofobe, razziste, maschiliste e traendo la propria forza dalla mobilitazione delle masse

Il regime fascista

Sebbene il fascismo non possa essere considerato un regime totalitario in ragione della presenza (anche se mansueta) del potere monarchico e della Chiesa, fu certamente una dittatura. Nondimeno, non si può ignorare che il fascismo abbia raggiunto ed eguagliato livello di crudeltà e pratiche dei regimi totalitari. 

Il totalitarismo si definisce come sistema politico che pretende di regolare la vita dei cittadini imponendo loro non soltanto le norme della civile convivenza, ma anche valori e stili di vita, attraverso il monopolio della politica, della cultura, dell’educazione, e la repressione di ogni forma di dissenso. Uno Stato di tipo totalitario assorbe la società civile e abolisce ogni separatezza della sfera privata rispetto a quella pubblica. 

Come afferma la filosofa tedesca Hannah Arendt nel suo saggio Le origini del totalitarismoesso è un prodotto degenerato della società di massa che nasce dalla perdita di coinvolgimento dei cittadini per le questioni di interesse pubblico. 

Arendt, in riferimento all’Unione Sovietica stalinista e alla Germania nazista, individua e inquadra i tratti distintivi dei regimi totalitari nell’uso sistematico della propaganda, nel continuo riferimento all’ideologia, capace di costruire una nuova e distorta concezione della realtà, nell’appoggio alle masse e nell’assolutezza della leadership

Hannah Arendt foto fascismo
Hannah Arendt da Studenti.

Un totalitarismo imperfetto

Sulla base di queste caratteristiche, il fascismo è stato definito un totalitarismo imperfetto, incompiuto, che porta con sé la presenza di due “contropoteri” che esercitano comunque un’ influenza sulla vita, educazione e formazione dei cittadini.

Esso ha rappresentato una dura fase di sopraffazione, abusi e brutalità di cui tutt’oggi si risente aspramente. Il fascismo italiano ha prodotto la prima dittatura di destra in Europa diventando poi un modello per movimenti analoghi. Esso si nutre di una liturgia, un folklore, un modo di apparire. 

Il fascismo – come movimento, prima, e come partito, poi – si dota di una vera e propria mitologia caratterizzata da simboli, rituali e formule. Inizialmente questi si rivelano utili per cementare un senso di appartenenza, poi, quando il movimento instaura un regime monopartitico, questo proietta simboli e formule su tutta la società.

Mussolini fascismo.
Benito Mussolini in una foto storica, diritti di Keystone/Getty Images, da The Guardian.

Il risultato è una vera e propria sacralizzazione dell’ideologia fascista, che porta alla convinzione che essa sia l’unica vera interprete della volontà nazionale, dunque legittimata a distruggere tutte le altre formazioni politiche, considerate un corpo estraneo e pericoloso per la sua sopravvivenza

Nuovi metodi istituzionalizzati 

Oggi le azioni compiute storicamente dal regime fascista sono consegnate alla storia, ma quello che rimane vivo è il motore ideologico che le ha alimentate.

La paura del diverso, l’astio verso ciò che non ci somiglia, la difesa e la tutela del territorio contro un “nemico esterno”, sono oggi concetti e pratiche che trovano un’istituzionalizzazione democratica. 

Leggi e decreti che mirano alla “lotta agli scafisti” decidono fattivamente sul futuro e sulla vita delle persone mettendo in primo piano i diritti e privilegi del popolo italiano. 

Il patriarcato, il disprezzo verso le donne, la discriminazione degli orientamenti sessuali differenti da quello eterosessuale e le politiche per la natalità dell’epoca fascista non sembrano così lontani dalla società odierna, dove il governo attuale incentiva la “famiglia naturale” offrendo bonus e sussidi alle coppie eterosessuali che decidono di avere figli. 

L’uso della lingua, la cultura della persuasione, la capacità di parlare alle masse si manifestano oggi con le proposte di legge per “difendere e promuovere la lingua italiana”. 

Giorgia Meloni.
Giorgia Meloni in una foto di Repubblica.

Molti sono i punti di contatto tra l’ideologia fascista e l’indirizzo di alcune politiche adottate in questi mesi. Dunque, in risposta alla domanda se oggi si può parlare ancora di fascismo si deve aprire una discussione che rispecchi la realtà complessa e mutevole, irriducibile ad un sì o ad un no, sterili e incompleti. 

Chi sono i fascisti oggi? 

Umberto Eco, nel libro “Il fascismo eterno”, riflettendo sulle camaleontiche configurazioni che il fascismo sa assumere, scrive: 

Il fascismo è ancora intorno a noi, talvolta in abiti civili. Sarebbe così confortevole, per noi, se qualcuno si affacciasse sulla scena del mondo e dicesse: “Voglio riaprire Auschwitz, voglio che le camicie nere sfilino ancora in parate sulle piazze italiane”. Ahimè, la vita non è così facile. 

Umberto Eco, Il fascismo eterno

È importante comprendere che non esiste un identikit del perfetto fascista, riconoscibile attraverso gesti, formule, simboli. Sebbene questi siano ancora fortemente radicati ed identificativi in alcuni gruppi, non è necessario che essi compaiano perché un comportamento, un discorso o un ideale possa indurre a parlare di fascismo. 

Il fascismo, come si è conosciuto storicamente, non esiste più. Esso è mutato, si è trasformato e ha indossato “abiti civili”, istituzionali, che talvolta ne rendono difficile il riconoscimento. L’allarme si deve accendere di fronte a chi, pur non dichiarandolo apertamente (o addirittura negandolo), si richiama al fascismo negli atteggiamenti e nei valori. 

Nostalgici riuniti in occasione dell’anniversario della Marcia su Roma, in una foto di La Stampa.

Secondo lo storico Emilio Gentile, autore del libro Chi è fascista (Roma-Bari 2019), può essere considerato tale “chiunque consideri il fascismo un’esperienza positiva della storia italiana, rimpianga il fascismo regime […] e chi oggi si richiami ad aspetti dell’ideologia fascista”. Egli afferma che il fascismo, nelle forme di cultura, ideologia, movimenti politici, non se n’è mai andato dall’Italia, e grazie alla democrazia antifascista ha potuto esercitare liberamente e pacificamente la competizione elettorale. 

L’indifferenza è il veleno della libertà 

Non si tratta di una battaglia contro una cultura politica, o con l’indirizzo di governo; il fascismo attuale è un problema che riguarda l’intera collettività. È un virus che esiste, scorre nelle vene del nostro Paese e interessa molte parti del mondo. Si nutre del consenso, si nasconde dietro l’aurea democratica e si legittima istituzionalizzandosi. Il fascismo esiste ed è nella discriminazione dell’altro, nell’ingiustizia sociale, nei diritti violati, nella violenza. 

È nostro dovere, dunque, parlarne ancora per combatterlo e tentare di riconoscerlo per denunciarne la presenza. Ecco perché è necessario, ora e sempre, l’antifascismo, senza il quale non ci sarebbe libertà. 

Sulla spalletta del ponte
Le teste degli impiccati 
Nell’acqua della fonte 
La bava degli impiccati. 

Sul lastrico del mercato
Le unghie dei fucilati
Sull’erba secca del prato
I denti dei fucilati.

Mordere l’aria mordere i sassi
La nostra carne non è più d’uomini
Mordere l’aria mordere i sassi
Il nostro cuore non è più d’uomini. 

Ma noi s’è letta negli occhi dei morti
E sulla terra faremo libertà
Ma l’hanno stretta i pugni dei morti
La giustizia che si farà.

Franco Fortini, Canto degli ultimi partigiani (da Tutte le poesie, Milano 2021

Maddalena Petrini

(In copertina Fondazione Feltrinelli)


Per approfondire leggi anche: Dimenticare l’indimenticabile – Il fascismo oggi, di Clarice Agostini; Alle radici dei totalitarismi, di Luca Malservigi; Fratelli d’Italia – Centro-destra o far right?, di Sara Nizza; Contro l’odio che avanza, di Clarice Agostini.

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