Il grande schermo ha contribuito enormemente a condizionare il modo in cui tutto il mondo percepisce la cultura e la popolazione greca, sia classica che contemporanea. “Never on Sunday” è un esempio perfetto di due visioni della grecità a modo loro limitanti per l’identità culturale greca.
Un viaggio tra rappresentazioni
Quando parliamo di Grecia classica in genere parliamo dell’Atene tra il IV e il V sec. a.C., con figure di spicco come Pericle, Fidia, Sofocle, Socrate e Platone. È da questa rappresentazione di Grecia che la cultura europea trae le sue origini.
Perciò, spesso viene elevata a luogo di perfezione, in cui ogni cosa è intrisa di significati profondi, quasi avvolta da un’aura sacrale.
In virtù dell’apparente immagine di perfezione, molti studiosi e autori nel corso del tempo hanno dato interpretazioni fuorvianti di opere e figure del passato.
Si veda il caso dello storico dell’arte Winckelmann: a lui si deve la convinzione che le statue marmoree greche siano sempre state di colore bianco e di conseguenza rappresentative di quella che definiva “nobile semplicità”.
Possiamo poi guardare alla scrittura contemporanea che propone miti e figure della mitologia greca in riletture a volte banalizzanti. Spesso si tende ad allontanarsi da una rappresentazione autentica di questo mondo per adattarla ad una prospettiva contemporanea; come se i miti greci non sapessero già parlarci nella loro forma originale.
Per contro, la Grecia moderna diventa vittima di una sola rappresentazione. Viene percepita come una strana realtà nel panorama europeo che tende verso Oriente, dimenticandosi del suo splendore classico.
Questa visione ristretta non rende giustizia alla nuova identità greca, che è stata plasmata dalle vicende storiche che hanno coinvolto il Paese. In realtà, la Grecia moderna è il frutto della tradizione religiosa orientale e dell’assimilazione di tratti della cultura turca.
Inoltre, non si deve dimenticare che la cultura greca è parte del bacino del Mediterraneo i cui paesi sono accomunati da tradizioni e pratiche comuni svincolate da cardini religiosi o da usi e costumi nazionali.
Il rapporto della popolazione greca con il proprio passato classico è molto evidente tanto da essere motivo di orgoglio. Un esempio di questo è portato da Karolos Koun con il suo teatro saldamente ancorato al dramma antico.
Il rapporto problematico con il passato…
Never on Sunday è diretto dalla regista greca Melina Merkouri che è allo stesso tempo anche attrice protagonista, interpretando il personaggio di Ilya.
La pellicola presenta contemporaneamente al pubblico due punti di vista con la relazione tra i due protagonisti: Ilya e Homer.
Lei una prostituta greca indomabile e indipendente, che rappresenta l’ essere greco contemporaneo.
Lui un intellettuale americano cresciuto con il mito della grecità classica e con la convinzione della sua decadenza.
Il finale della pellicola ci offre una chiara immagine dell’incompatibilità delle due prospettive. Inoltre, prendiamo coscienza della fallace idea costruita dagli occidentali sull’essenza greca.
Per la maggior parte del mondo occidentale la Grecia classica è solo parte dell’identità comune della collettività europea. Proprio per questo si tende spesso a sottovalutare il peso che rappresenta per la Grecia contemporanea, schiacciata e ignorata in virtù del suo passato.
Essere nati greci è come essere maledetti magnificamente. Per un sorprendente numero di persone sei tu ad aver costruito di persona l’Acropoli, tu hai creato Delphi, il teatro e dato origine alla democrazia. La verità è che sei povero, molta della tua gente non sa leggere, e i rari momenti in cui hai assaporato la democrazia e l’indipendenza, i protettori stranieri e i loro tirapiedi greci te l’hanno strappata via.
Melina Merkouri
…e con il presente
Anche l’idea degli occidentali sulla Grecia moderna è totalmente distorta, soprattutto a causa di numerose pellicole americane e non come per esempio Il mio grosso grasso matrimonio greco.
In molti film vediamo come la componente di disinibizione sia predominante e che ci si concentri principalmente sulla figura della donna greca ammaliatrice e piena di fascino.
Si può così paragonare la Grecia ad una donna esotica con le sue coste ondulate e paesaggi meravigliosi, dal fascino ammaliatore verso i turisti che ne vengono inevitabilmente attratti.
Dunque, la Grecia moderna viene percepita solo come luogo fisico, come meta di vacanze e abbandono alle proprie passioni, senza considerarne la cultura, la storia e gli abitanti che sembrano quasi una componente del paesaggio, un ornamento.
Un gioco di contrasti
Never on Sunday è una pellicola innovativa e originale poiché incorpora al suo interno il punto di vista greco e lo rende protagonista dello scontro con le radicate convinzioni e gli stereotipi occidentali sulla Grecia. Il tema centrale di Never on Sunday è l’incontro tra due prospettive differenti:
Quella di Homer, cieco verso la ricchezza culturale della Grecia moderna, e quella di Ilya che è condivisa dalla popolazione greca del Pireo: il passato greco è assai ampio e possiede una storia molto più intricata e complessa contrapposta alla semplice “nostalgia” per l’antica gloria greca.
Ellen Strain (trad. di Camilla Mussi).
La visione che romanticizza il passato non permette a Homer di vedere una Grecia che affonda le proprie radici culturali anche nell’Impero Bizantino, che ha una tradizione religiosa orientale e che ha assimilato tratti della cultura turca.
Il personaggio di Homer sembra ignorare il presente culturale greco in maniera ostinata ma lo stesso fa Ilya che invece non sembra consapevole di alcun tipo di passato. Proprio a partire da queste prospettive notiamo come questa commedia esageri le due posizioni fino ad esasperarle a mostrare le cecità di entrambi i protagonisti.
Emblematica in questo frangente è la scena che vede i due protagonisti assistere alla rappresentazione teatrale della Medea. Ilya ha una sua interpretazione della tragedia che si discosta completamente dalla realtà della trama.
E di questo Homer non riesce a capacitarsi, tanto che, alla fine della rappresentazione, sconvolto le dice: “Sei greca, dovresti essere logica… Perché il più grande di tutti i Greci, Aristotele, ha inventato la logica”. In questa affermazione cogliamo l’incredulità di Homer, convinto del connubio tra identità greca e cultura classica.
Allo stesso tempo Ilya rifiuta di accettare il finale originale di Medea, come a voler prendere le distanze da un passato storico che non sente proprio.
Una questione di punti di vista
La contrapposizione tra le idee dei due protagonisti si delinea sempre più chiaramente nel corso del film, anche attraverso la caratterizzazione dei personaggi. La convinzione di Homer che Ilya possa rappresentare la Grecia decaduta lo porta al tentativo di salvarla dal suo “peccato” per ridarle la rispettabilità e il dono della cultura.
Tuttavia, attraverso il tentativo di avvicinarla al suo pensiero, Homer la allontana dalla sua vera natura.
Ilya è certamente consapevole del proprio isolamento, ma lo ritiene necessario per vivere una vita migliore. Solo dopo un colpo di scena all’interno della trama Ilya rifiuterà completamente ogni insegnamento ricevuto. Homer rifiutato e deriso farà ritorno in America.
Per comprendere meglio il valore dello sguardo greco è emblematica la scena finale che si svolge in taverna. Homer fa credere a Taki, suonatore bouzouki, di non essere un vero musicista dal momento che per esserlo è necessario saper leggere uno spartito. Taki, preso dallo sconforto, dichiara di non voler più fare musica, e solo Ilya riuscirà a fargli cambiare idea dicendo:
Gli uccelli dovrebbero smettere di cantare perché non sanno leggere e scrivere musica?
La frase può essere interpretata come un sottile riferimento alla Grecia moderna.
Una Grecia indomita, più culturalmente vicina all’Oriente e degna di essere apprezzata anche nella sua diversità. Troppo spesso questa diversità viene considerata rozzezza se paragonata al passato classico greco.
Camilla Mussi
(In copertina IMDb, nel testo immagini tratte dal film Never on Sunday, disponibile su Amazon Prime Video)