“I segreti di Brokeback Mountain” è un film manifesto per la comunità LGBTQA+. Ambientato negli anni Sessanta, ha come protagonisti Ennis e Jack, due ragazzi dalla mascolinità dura che per un mese si ritrovano a vivere in montagna. In questo ambiente isolato da tutti, i due intrattengono una relazione omoerotica.
Abitare un luogo in due
Sono molti i fili che si dipanano fra le scene de I segreti di Brokeback Mountain e che mostrano l’importanza delle relazioni, nelle quali due vite si toccano senza mai separarsi, neanche dopo la fine. Alcuni di essi potrebbero essere considerati dei veri e propri topoi di ogni storia d’amore.
Ad esempio, centrale nel film è il tema dell’abitare. I due ragazzi vivono il loro amore nella segretezza di una montagna che progressivamente diventa la loro casa.
Abitano la montagna fino a trasformarla in patria. È un luogo sicuro, un rifugio che li protegge dal resto del mondo inospitale.
Al di là del cinema, anche nella vita reale due persone innamorate possono condividere uno spazio a tal punto da renderlo un approdo, in cui condividere momenti fondamentali della propria vita. Il singolo non solo abita l’altro perché lo ama, ma abita anche uno o più luoghi, elementi terzi e aggiuntivi di una relazione che, se condivisi col partner, possono diventare simboli di una storia da ripercorrere nei ricordi.
Possono essere molto varî. Il posto dove ci si è dati il primo bacio, quello dove si sono vissuti piccoli momenti indimenticabili, o anche un luogo che fa parte della routine, ma che non per questo perde la sua magia.
Eudaimonia con l’altro
Alla tematica dell’abitare si collega l’esistenzialismo, intrecciato anche al tema della felicità, che forse è ciò che si cerca davvero in una relazione.
Ennis e Jack sperimentano continuamente l’alternanza tra un vissuto autentico, a Brokeback, e uno inautentico, in cui non riescono a essere pienamente loro stessi, quando sono costretti a tornare alle loro famiglie.
Protetti dalle braccia della montagna, di nascosto, riescono a vivere una autentica esperienza d’amore. Una volta soli, possono davvero essere felici e seguire quello che gli antichi chiamavano daimon (δαίμων), ossia una voce interiore che invita a vivere secondo le proprie inclinazioni. Questo termine fa da radice ad un’altra parola chiave: eudaimonia, ossia “felicità“.
Nel luogo dove realizzano pienamente la propria felicità, si scoprono a sé stessi. Nel momento in cui, invece, tornano alle loro vite ordinarie e convenzionali devono conformarsi e allontanarsi, costretti a subire un’esistenza inautentica, infelici perché lontani.
A questo proposito, si può capire come solo attraverso l’incontro con l’altro si può realizzare pienamente sé stessi. L’incontro con l’altro è generativo, aiuta ad andare più a fondo: due persone nuove nascono nell’incontro con l’altro.
Nudità oltre la pelle
Nel film si intrecciano anche corporeità, sessualità e nudità, tre concetti che implicano una fiducia reciproca. I due ragazzi cercano spesso il contatto del corpo dell’altro, è desiderio che si incarna. Arrivano a rinascere l’uno con l’altro grazie al tocco della pelle. A Brokeback Mountain danno libertà ai propri corpi, all’inizio contratti, e si abbandonano all’altro con coraggio.
Anche i cuori dei due ragazzi si scoprono una volta a contatto, aprendosi e svelandosi a vicenda.
Grazie a queste osservazioni si scorge un elemento importante nelle relazioni: la nudità, in primo luogo fisica, ma anche e soprattutto emotiva.
Se non ci si mostra privi di veli, nella propria fragilità e allo stesso tempo nella propria forza, non è possibile un rapporto autentico con l’esistenza dell’altro.
Inoltre, anche se non ci si mostra nudi solo con il proprio partner, è solo con l’amato che si mostra la propria nudità interiore e si condivide appieno sé stessi, perché è solo il partner che in quel momento può comprenderci e amarci a prescindere da tutto.
Il vero amore è fatto anche di nudità, frammenti di pelle e cuore che rimangono impressi nell’anima. Solo col partner ci mostriamo senza filtri, riuscendo addirittura ad intuire emozioni e pensieri dell’altro senza che questo parli. È come se ci fosse un filo che unisce due persone che, nonostante a volte si rovini o rischi di spezzarsi, se ci si mostra sempre “nudi”, resisterà al tempo.
La fine è cambiamento
Un’ultima tematica importante è l’abbandono, correlato alla nostalgia e alla mancanza. Nell’ultima scena, infatti, si può osservare Ennis che guarda in lacrime la camicia di Jack, venuto a mancare probabilmente per la sua omosessualità.
Ennis impara a relazionarsi con la morte: perde l’amato e varca una soglia di distacco e separazione.
La morte di Jack potrebbe essere interpretata come un cambiamento, un lutto che dà il via a una nuova vita per Ennis.
Del resto,, due persone che si sono amate veramente lasciano sempre una traccia profonda e indelebile nell’altro, impossibile da cancellare.
L’abbandono può essere metafora di fine della relazione o di un sentimento, al quale possono seguire nostalgia e mancanza. Tuttavia, proprio come accade nel film, nelle lacrime di Ennis si può vedere il ricordo della vita autentica che ha vissuto con e grazie a Jack. La fine può dare il via a un’evoluzione, a un sentire profondo di sé stessi, in cui l’altro continua a palpitare, anche nell’assenza.
Un’esistenza a due
Da tutte queste riflessioni si può concludere che Ennis e Jack abbiano trovato il loro modo di amarsi, nonostante ai tempi non fosse possibile. Si sono nascosti, protetti dal luogo che li ha scelti.
Anche con il loro amore discontinuo, non si sono mai dimenticati l’uno dell’altro. E forse questo ci insegna a non rifiutare un amore improvviso e inaspettato che ci completa. Bisogna rimanere aperti all’amore, anche nelle sue difficoltà, perché solo così si può vivere la propria eudaimonica esistenza a due.
Francesca Ferrari
(In copertina: Heath Ledger e Jake Gyllenhaal in I segreti di Brokeback Mountain)