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Quando i Teen Drama sono troppo poco “Teen”

Teen drama

In balia di film, romanzi e post che romanticizzano la vita e, nello specifico, l’adolescenza, ci troviamo spesso ad anteporre alla conoscenza di noi stessi l’aspirazione a modelli e sogni che non ci appartengono, dal corpo marmoreo e ritoccato di un post di Instagram a quello altrettanto attraente dell’attrice ultraventenne che interpreta un personaggio decisamente più giovane. Di cosa ci stiamo nutrendo esattamente? Di sogni a cui tendere o di incubi da cui fuggire?


Un teenage dream da incubo

“Where’s my fucking teenage dream? If someone tells me one more time ʻenjoy your youthʼ, I’m gonna cry”, canta Olivia Rodrigo, giovane attrice e cantante statunitense, classe 2003, nel brano Brutal, contenuto nell’album Sour (2021).

Olivia Rodrigo, in canzoni come Good for you, Traitor e Deja Vu, racconta di sé e delle sue amare (sour) esperienze adolescenziali.

La maggior parte dei testi esprime le emozioni che spesso seguono la fine di una relazione: rabbia (Good for you, Traitor), amarezza (Deja Vu, Driver License, Enough for you) e rassegnazione (Happier).

Olivia Rodrigo Teen Drama
Olivia Rodrigo in Brutal.

Poi ci sono brani come Brutal e Jealousy, Jealousy che la cantante ha impregnato di esperienze e pensieri in cui si può ritrovare buona parte degli adolescenti di oggi, dalla tendenza a mettersi a confronto (“co-comparison is killing me slowly”, del brano Jealosy, Jealosy) fino alla disillusione.

Le serie TV e i loro sedicenti adolescenti

Quando l’adolescenza si rivela acne, insicurezza, difficoltà a comprendere la propria sessualità, bisogno di essere apprezzati, terrore del rifiuto, paura di fallire, delusioni amorose e incapacità di controllare le emozioni, cosa rimane del luminoso “teenage dream” dei film e delle serie TV?

Cosa può pensare del proprio corpo un’adolescente di quindici anni – ancora tutta acne, apparecchio e qualche timido accenno di curve – vedendo serie TV teen che hanno attori di almeno dieci anni più grandi dei loro personaggi? A discolpa dei produttori, potremmo dire che sicuramente scegliere attori maggiorenni che abbiano già superato la fase scolare evita ulteriori problemi e ostacoli.

Teen Drama Sex Education
Emma Mackey e Asa Butterfield in Sex Education.

Tuttavia, basterebbe fare come in Sex Education, una serie TV prodotta da Netflix e ambientata nel Regno Unito: almeno scegliere di vestire i personaggi con abiti un po’ più versomilmente “adolescenziali”. Pensiamo al protagonista Otis e alla sua giacca a tre strisce colorate. Niente di più semplice, realistico e allo stesso tempo funzionale a far trapelare la personalità di un giovane poco interessato alla moda.

Alcune ragazze sono mostrate anche con semplici e ben poco seducenti reggiseni sportivi, al contrario di tutte quelle serie in cui attrici già ultraventenni sono sempre terribilmente perfette nei loro corpi abbelliti dal lingerie terribilmente perfette, e sono sessualizzate nelle frequenti scene erotiche altrettanto terribilmente perfette.

Del resto, è ovvio che Veronica di Riverdale o Aria di Pretty Little Liars non possano certo sporcarsi di realismo e avere una prima volta contrassegnata da goffaggine, imbarazzo, paura, come la maggior parte delle adolescenti.

Lucy Hale in Pretty Little Liars e Camila Mendes in Riverdale.

No, non siamo “Pretty Little Liars”

In una società che vive e si esprime più che mai sui social network, le più giovani si trovano ad abbandonare quel primo stadio della loro vita in cui erano esempi femminili Rocky di Shake It Up o Carly Shay di iCarly, quindi sitcom in cui il massimo di una relazione tra due personaggi era un bacio al chiaro di luna.

Bella Thorne e Zendaya in Shake It Up.

E finiscono di colpo in pasto al mondo delle serie TV teen e dei social network, all’insegna di corpi sessualizzati a cui si sentono di dover assomigliare a ogni costo e il prima possibile.

Capisco la scelta di non descrivere in modo troppo dettagliato la reale vita quotidiana, di soddisfare il desiderio di evasione, come di ricercare ciò che piace alla maggioranza del pubblico, e tutto questo a scapito del realismo. Tuttavia, forse mai come oggi ci sarebbe bisogno di ritrovarsi e capire che non si è unici, soprattutto in una fase come l’adolescenza.

Nel mondo non esistono ragazze come Emily Fields, Alison DiLaurentis, Spencer Hastings o Hanna Marin, protagoniste di un teen drama giallo/thriller più interessato – e non possiamo certo fargliene una colpa – a mettere in scena vicende rocambolesche, intriganti e spesso poco attinenti al principio di verosimiglianza.

Pretty Little Liars Teen Drama
Troian Bellisario, Lucy Hale, Shay Mitchell e Ashley Benson da Pretty Little Liars.

Alla ricerca di ciò che non ci appartiene

Spesso queste ragazze vivono in un mondo fatto di sesso, feste, colpi di scena improvvisi e scandali deflagranti, e si ritrovano a dover scegliere tra due giovani bellissimi, perdutamente innamorati di loro e solitamente interpretati da attori almeno ventiseienni.

I giovani di oggi, quindi, devono affrontare problematiche non solo nuove, ma anche in contrasto stridente con il “teenage dream” che musica, serie TV e film promettono loro, nonostante si tratti comunque di difficoltà che, nella loro apparente banalità, rimangono paurosamente comuni e sfibranti.

Le serie TV teen sono espressione compiuta di tendenze sociali caratteristiche della nostra epoca: in un mondo che ci spinge ad accelerare, a ottimizzare i tempi, a raggiungere i piani più alti, a emergere nella massa, senza però – questa è la contraddizione – rinunciare al conformismo, una ragazzina di tredici anni punta a farsi adulta il prima possibile e il meglio possibile.

Non le interessa raggiungere il modello di corpo maturo di una donna comune che si potrebbe incrociare per strada, ma proprio quel corpo. Passando dal fisico della Kylie Jenner di turno fino ad arrivare all’attrice ventiseienne di Hollywood che interpreta la parte dell’adolescente insicura, ma nell’aspetto tutto è tranne che la classica adolescente insicura.

Non si tratta solo di stardard di bellezza in cui è impossibile riconoscersi, ma anche di modelli impensabili per molte donne ormai adulte. Oggi, è tutto un continuo proiettarsi in avanti, nel futuro che, per quanto ci possa sembrare “migliore”, rimane spesso intangibile e illusorio.

Perché abbiamo così tanta fretta di crescere?

Le giovani di oggi hanno bisogno di questo: vivere l’adolescenza da quello che sono, cioè adolescenti. Evitiamo di ridurla a preludio dell’età adulta e incominciamo ad accettarne ombre e luci, senza la fretta di chi desidera avere un corpo adulto.

E, in aggiunta, chi ci dice che anche appena compiuti i diciotto anni i tipici problemi dell’adolescenza come insicurezza e ansia debbano dissolversi come per magia? Hai diciotto anni e ancora ti guardi allo specchio e hai ancora pensieri del tipo “ma più carina non potevo esserlo?”? Oppure, ti giostri ancora tra un attacco d’ansia e l’altro?

Camila Mendes e Lili Reinhart da Riverdale.

Del resto, nessuno ci aveva promesso che, spegnendo le candeline del diciottesimo, saremmo diventate tutte le Mary Sue forti, belle e in grado di tenere le redini della nostra vita o di salvare il mondo, come ci presentano i film.

E magari anche tu hai appena diciotto anni e il tuo corpo non è quello da urlo di Emily Fields, non hai trovato l’amore dei tuoi sogni, non hai risolto un giallo indecifrabile, sei più impegnata con traduzioni di greco e disequazioni di matematica che con problemi sentimentali.

E le serie TV che guardi ti preparano a un dolce, eterno e immancabile lieto fine, mentre tu vivi senza l’ansia di ottenere tutto e subito in quelli che ci piace tanto definire come “gli anni più belli della nostra vita”. Ma forse, come al solito, bisogna solo dare tempo al tempo. Chissà.

Giulia De Filippis

(In copertina e nell’articolo immagini tratte dalle seguenti serie TV: Gossip Girl e Pretty Little Liars, disponibili su Amazon; Riverdale e Sex Education, disponibili su Netflix, e Shake It Up, disponibile su Disney+)

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