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Colapesce Dimartino, da Sanremo a “La primavera della mia vita”

Colapesce Dimartino primavera

Dopo la hit “Musica Leggerissima” il duo Colapesce Dimartino torna in gara a Sanremo con “Splash”, il preludio al loro primo film, dal titolo “La primavera della mia vita.


Con la loro comicità e poetica siciliana, sono tornati a Sanremo Colapesce e Dimartino presentando il nuovo pezzo Splash, posizionandosi al decimo posto in classifica. Non era la prima volta che i due musicisti salivano sul palco dell’Ariston.

Infatti, dopo la pubblicazione del primo album come duo, I Mortali, avevano partecipato alla settantunesima edizione del Festival della Canzone Italiana presentata da Amadeus, riscuotendo un grandissimo successo con il pezzo Musica leggerissima, diventata una hit dell’estate 2021 che gli ha permesso di essere conosciuti fuori dalla loro bolla di seguaci.

Con il nuovo pezzo, come in Musica leggerissima, hanno creato una canzone con un motivetto orecchiabile che entra in testa, ma che allo stesso tempo ha un testo che ci parla di tematiche scomode che riguardano tutti noi. Mentre prima si cercava una “musica leggerissima perché ho voglia di niente”, ora si passa a “preferisco il rumore delle metro affollate a quelle del mare” pur di non dover pensare al “peso delle aspettative”.

I versi di questa canzone ci sbattono in faccia la nuda e cruda verità: abbiamo paura di affrontare i nostri problemi, le nostre ansie, ci sentiamo sommersi dalle aspettative e ci nascondiamo dietro stili di vita frenetici, alienanti, quasi impossibili da sostenere. Ascoltando, la domanda che ci dobbiamo porre è se abbiamo il coraggio di mollare tutto per trovare un modo per stare bene e per fare quello che realmente vogliamo, invece di continuare a fuggire dalle nostre necessità.

Il peso delle aspettative da Sanremo a La primavera della mia vita

La canzone presentata all’ultimo Sanremo è stato il preludio al primo film scritto dai due musicisti, La primavera della mia vita, uscito nelle sale italiane dal 20 al 22 febbraio. L’idea di creare un film era balenata ai due già dalle loro prime collaborazioni ed è stato possibile realizzarlo grazie alla partecipazione di Michele Astori e del regista Zavvo Nicolosi, lo stesso che ha girato la maggior parte dei videoclip di Colapesce e Dimartino, come Musica leggerissima  e Splash.

Il film parla di amicizia tra due musicisti, di fallimenti, di traumi irrisolti, di aspettative, temi affrontati attraverso le vicende dei due protagonisti Lorenzo (Colapesce) e Antonio (Dimartino). Antonio dopo tre anni di assenza torna nel “mondo dei vivi” per proporre a Lorenzo, suo ex partner musicale, un buon contratto per scrivere un libro sulle più famose leggende siciliane su richiesta dell’Antico Ordine Semenita, una setta ambientalista che basa tutta la sua religione sui semi, di cui si scoprirà che Antonio fa parte.

Lorenzo, nonostante le avversità nei confronti del suo vecchio amico per averlo abbandonato durante l’apice del loro successo, decide di accettare e vola in direzione Palermo per iniziare il lungo viaggio nei luoghi caratteristici delle leggende siciliane fino ad arrivare a Siracusa.

Un road movie e tante special guest musicali

Quindi diventa un road movie dove i paesaggi desertici della Sicilia, terra dell’inverosimile e della tradizione orale, assumono un ruolo centrale nella storia e nell’amicizia tra i due. Durante tutto il viaggio si nota l’abisso caratteriale che c’è tra i due protagonisti.

Lorenzo è una persona irritabile, cinica, che soffre di insonnia, completamente opposto alla calma e all’empatia di Antonio. Nonostante le diversità il loro legame è talmente forte che queste differenze diventano irrilevanti.  

Nel film sono sempre presenti situazioni comiche paradossali che rendono divertente la visione, come Roberto Vecchioni che compare improvvisamente in una scena per spiegare perché Shakespeare era siciliano, oppure il circolo dei Jim Morrison, dove troviamo Brunori Sas nelle vesti di un Morrison.

Oltre a Colapesce e Dimartino, alle riprese hanno partecipato anche degli ospiti musicali, come i già citati Brunori Sas e Vecchioni, Erlend Oye con La Comitiva che suonano Lockdown blues, Madame che con un’esibizione toccante canta il pezzo che dà il nome al film La primavera della mia vita e Adele Altro, che interpreta una delle suore sommozzatrici.

Ispirati da grandi artisti italiani

Le musiche sono state scritte da Colapesce e Dimartino e sono state tutte raccolte nell’album con il nome omonimo del film, pubblicato il 24 febbraio con la casa discografica C.A.M.

Per creare la colonna sonora i due artisti hanno lavorato direttamente con le riprese sotto e ispirandosi alle musiche dei film italiani degli anni ’70, quindi ai grandi interpreti come Morricone, Ortolani, Emiliani, Micalizzi, musiche che si sposano perfettamente con i paesaggi siciliani.

Per quanto riguarda la fotografia il regista Nicolosi ha cercato di rimanere coerente con i videoclip da lui prodotti per il duo, quasi a creare un legame tra le canzoni e il film, dove tutto è curato al minimo dettaglio, lo stesso vale per i costumi che assumono un ruolo importante nel complesso dell’immagine.

Con questo film, Colapesce e Dimartino chiudono un cerchio iniziato da I Mortali e portato avanti da Splash, un percorso introspettivo che cerca sempre di porci costantemente delle domande, che all’apparenza sembrano banali. Siamo felici? Siamo realmente contenti dei nostri progetti o del nostro lavoro? Le nostre ambizioni sono dettate da noi o dalla società?

Cercare di rispondere a queste domande è difficile e ancora di più trovare il coraggio di cambiare per superare i nostri problemi e “per non cadere dentro il buco nero”.

Giovanna Casula

(In copertina e nell’articolo immagini tratte dal film La primavera della mia vita, di Zavvo Nicolosi, prodotto da Wildside)


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