Cristo è sceso nell’inferno sotterraneo del moralismo ebraico per romperne le porte nel tempo e sigillarle nell’eternità. Ma in questa terra oscura, senza peccato e senza redenzione, dove il male non è morale, ma è un dolore terrestre, che sta per sempre nelle cose, Cristo non è disceso.
Carlo Levi
Le scosse di terremoto che hanno colpito Turchia e Siria all’inizio di febbraio hanno causato più di 50mila vittime; parliamo di calamità naturale perché responsabilità politica e abuso edilizio sono espressioni un po’ troppo irriverenti. I soccorritori arrivati sul territorio turco hanno scavato sotto le macerie riuscendo a salvare vite anche dopo diversi giorni dalle scosse.
Il territorio siriano, dilaniato da una guerra civile ultradecennale, è ripartito in diverse zone. La più colpita è l’unica ancora controllata dai ribelli; sono poi coinvolti alcuni territori controllati dai curdi e altri sotto il regime di Assad.
Buona parte della popolazione colpita sul territorio turco è composta di immigrati fuggiti dal conflitto siriano, a cui sono state destinate case non adatte ad una zona sismica come quella: prima che del terremoto, queste persone sono vittime del loro status socio-economico.
A causa del conflitto, il 90% della popolazione siriana è sotto la soglia di povertà. La quasi totale assenza di presidi sanitari ha recentemente causato un’epidemia di colera, che segue alla pandemia di Covid. Il popolo siriano sembra dimenticato da Dio: è rimasto schiacciato sotto le macerie, privato anche della speranza di poter vedere gli aiuti all’orizzonte.
Mentre in Turchia giungeva qualche soccorritore, i siriani erano già consapevoli che nessuno avrebbe tirato fuori i loro cari da sotto le macerie. La popolazione siriana è vittima della guerra civile, delle epidemie e delle dinamiche dello scacchiere interno e internazionale.
Nel corso del conflitto, i territori controllati dai ribelli si sono visti negare i corridoi umanitari dell’Onu per via delle pressioni della Russia, alleata di Assad; quando più urgeva una mano tesa, il democratico Occidente, che non poteva agire per ragioni diplomatiche, ha dimenticato i siriani; senza considerare il blocco imposto da Assad, che sorrideva sornione alla notizia del terremoto.
Ho l’impressione che in Siria Cristo non sia mai arrivato: mi chiedo che peccati abbiano commesso quelli che nascono dalla parte sbagliata del mondo.
Sara Nizza
Consigli di navigazione
- Sul rapporto tra Turchia e Siria: L’operazione speciale di Erdoğan in Siria (un articolo di Federico Speme);
- Sulla posizione politica di Erdoğan: La Turchia di Erdoğan tra Russia e Ucraina (un articolo di Luce Pagnoni); La Turchia e i diritti delle donne (un articolo di Sofia Spagnoli); La crisi della rotta balcanica, tra Turchia e Grecia (un articolo di Francesca Anigoni) e La Basilica di Santa Sofia in Turchia, tra storia e propaganda (un articolo di Stefano Giuffredi).
(In copertina rielaborazione grafica di Bashar al-Assad, Recep Tayyip Erdoğan, sullo sfondo del terremoto in Siria)
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