È tornato Sanremo su Rai 1, e questo significa che oltre le canzoni, gli artisti, Amadeus, le scale e l’orchestra, è tornato anche l’amico più caro della televisione e della gente che si butta sul divano con la coperta dopo aver annullato tutti gli appuntamenti serali della settimana.
E diciamocelo, ciò che per almeno un mesetto ci toglie dall’imbarazzo di decidere di cosa parlare: e no, non è Gianni Morandi, nemmeno quando saluta i tecnici spoilerando l’entrata di un pianoforte a coda; stiamo parlando del Drama.
Blanco, vincitore della scorsa edizione di Sanremo con il testo che, anche senza ritorno di cuffia, sappiamo tutti a memoria, Brividi, ha liberato la Bestia durante l’esibizione sul palco; preso da quella che, con molta classe, solo per la presenza del Presidente della Repubblica in serata, chiameremo Matta bestialitade, ha distrutto il palco e le decorazioni floreali appositamente dedicate alla sua canzone L’isola delle rose.
Non contento di averle sparpagliate un po’ ovunque, e avendo spezzato tutti i fiori presenti, ha preso a calciarle con una foga quasi tragica, fermandosi solo dopo aver calpestato ogni singolo povero fiorellino sopravvissuto alla furia del tornado.
Mettiamo le mani avanti: Blanco, già protagonista della settimana (e siamo solo alla prima serata), ha assicurato che non ci fossero brutte intenzioni nel gesto sicuramente poco simpatico che lo ha coinvolto sul palco.
La maleducazione non è stata coperta (si è tentato, eh, ma con scarsi risultati) ma anzi accentuata dal “volevo comunque divertirmi”, scatenando un’altra furia, forse più pericolosa: il web, unico giudice che conta e che non risparmia nessuno, a parte Gianni Morandi, che addirittura è stato inquadrato a pulire con la scopa subito dopo.
Dopo la brutta figura di ieri sera di Blanco, si è gridato all’ingratitudine e all’arroganza, al “fa ciò che vuole mettendo i piedi in testa”, e al “ringrazia il cielo che sei su questo palco”.
Però, approfittando di questo momento, vorrei chiedere di riflettere sull’importanza e sulla caducità delle cose, come la vita, le ricchezze, il benessere, la fama; basta un attimo, e da preferito del pubblico diventi l’incubo dei fiori decorativi, da ragazzo brillante diventi sprezzante, e da Blanco diventi Salmo.
Elettra Dòmini
(In copertina rielaborazione grafica di Blanco, Sanremo e di René Porter da Unsplash)
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