
Su Amazon Prime è da poco arrivata una nuova miniserie italiana di crimedy (l’unione di crime e comedy), The bad guy. Composta da 6 episodi, con una parte 2 già in produzione, riesce a emozionare e stupire, sia in senso positivo che negativo, anche se lascia con un po’ di amaro in bocca. Ma non fatevi ingannare: di serie così non se ne vedono tutti i giorni.
Magistrato integerrimo o boss della mafia?
Come hanno detto gli stessi registi, Giuseppe Stasi e Giancarlo Fontana, la storia di The Bad Guy è ispirata alla realtà, ma tutto il suo svolgimento avviene in un mondo parallelo al nostro. Il protagonista, Nino Scotellaro, è un fantomatico magistrato, interpretato da un impeccabile Luigi Lo Cascio.
Nino ha come obiettivo incriminare il pericoloso boss Mariano Suro (Antonio Catania), responsabile anche della morte del padre della moglie di Nino Luvi Bray (Claudia Pandolfi), e lavora a tutto questo da oltre quindici anni. Tuttavia, ogni volta che crede di essere sul punto di arrestarlo, il mafioso gli sfugge all’ultimo minuto, con l’aiuto di alcune misteriose soffiate.
Frustrato e infuriato per l’accaduto, in conferenza perde il controllo e accusa il sistema di proteggere il pericoloso boss, che è ancora a piede libero. Di conseguenza inizia a perdere di credibilità e, nello stesso periodo di sfiducia nei suoi confronti, spuntano delle intercettazioni che lo fanno facilmente condannare come colluso con Cosa nostra. Nino, innocente, riesce a evadere e decide di impegnarsi nella sua nuova missione: uccidere Mariano Suro.
Da qui inizia la nuova vita di Nino, che in poco tempo diventa un boss mafioso, con il nome di Balduccio Remora. Tutto questo condito da numerosi colpi di scena e dalle vite della sorella di Nino, Leonarda (Selene Caramazza), e della moglie Luvi, due personaggi che devono convivere con la scomparsa del fratello, con la lotta contro la mafia e contro il loro passato.
Storie che continuano a intrecciarsi sempre più vicine, come si può anche vedere nell’anticipazione presente nel primo episodio. Infatti, proprio Leonarda, carabiniere del Ros, sarà costretta a inseguire suo fratello, senza però essere a conoscenza dello scambio di identità.

Che inizi lo spettacolo
Il punto di vista sulla mafia offerto in The bad guy è completamente differente da quello a cui siamo stati abituati. Infatti, non è solo una serie sulla mafia, è una serie sull’uomo e sulle sue emozioni più forti. Si tratta di un prodotto moderno, con una comicità leggera che ci ricorda sempre che non siamo nel mondo reale, ritmi coinvolgenti, e, a momenti, una fotografia mozzafiato.
Luigi lo Cascio interpreta un personaggio difficilissimo con una naturalezza a dir poco sorprendente (anche per l’utilizzo del dialetto siciliano, rimanendo però nel campo del digeribile dallo spettatore medio). Anche gli altri attori donano alla serie una buona coralità, con l’enigmatico personaggio di Luvi Bray e della sorella ribelle di Nino, offrendo ulteriori spunti di approfondimento nella trama.
Da non dimenticare però la giovanissima attrice e modella Giulia Maenza, che interpreta la figlia di Mariano Suro, Teresa: inizialmente è un personaggio marginale, stupisce il pubblico man mano che la sua figura prende il sopravvento, creando anche una bella sintonia con il protagonista nei panni del cugino Balduccio.
Infine, il personaggio di Mariano Suro, che, nonostante appaia solo una volta sullo schermo, fa sentire la sua presenza in tutta la serie, grazie all’ottimo lavoro degli sceneggiatori.
Una rarità italiana
Dopo tutte queste note positive, c’è anche una nota dolente da segnalare: la gestione degli episodi. Il primo episodio è lento, distante dallo stile del resto della serie, e non invoglia particolarmente lo spettatore a continuare la visione.
Infatti, è completamente dedicato alla vita di Nino da magistrato e all’introduzione dei personaggi, con ritmi molto diversi da quelli che poi sono presenti nel pieno svolgimento della serie. Per non parlare dell’ultimo episodio, fin troppo caotico, con numerosi colpi di scena inconclusi e anche superflui, cercando in un qualche modo di chiudere la prima stagione e allo stesso tempo di tenerla più aperta che mai.
Insomma, cosa c’è da dire su The bad guy? C’è da dire che è una serie italiana piena di novità nel nostro panorama cinematografico, molto piacevole da guardare; e, una volta che ti prende, non riesci più a staccarti dallo schermo. Però, con il senno del poi, una gestione più equilibrata degli episodi e un marketing più convinto avrebbero potuto far diventare anche The bad guy un fenomeno di massa come Strappare lungo i bordi, per intenderci.
Gabriele Cavalleri
(In copertina e nell’articolo immagini tratte dalla serie TV The bad guy, disponibile su Prime video)