
Condividere: un termine tanto ripetuto che ormai lo percepiamo in modo sempre più distaccato e poco sincero. Eppure, nei molti momenti nell’esistenza di ciascuno di noi, è proprio di questa parola, così apparentemente semplice, che abbiamo bisogno; di viverla appieno, in tutti i suoi significati.
Condividere momenti
Dei bambini corrono dietro a un pallone in un parco, e nei loro sguardi si può leggere la libertà di chi deve ancora esplorare il mondo; tre ragazze parlano sottovoce, rubano confessioni, e ogni tanto ridono, scherzano e si prendono in giro, sdraiate su un letto, intorno i cuscini, i vestiti, i trucchi e tante schegge di sogni infranti; una coppia cammina sotto un cielo di porpora e si attarda prima di tornare a casa lungo una strada che corre veloce verso un futuro indefinito, incerto e bellissimo; un anziano racconta al nipote la storia della sua vita, di quella volta che era scampato alle bombe, del viaggio verso il campo di concentramento, della tanto attesa liberazione e di quel benedetto giorno in cui aveva conosciuto la nonna.
Un gruppo di amici prende posto al cinema, in mano delle vistose confezioni di pop corn, dei bicchieri di Coca Cola, tanto che sembrano quasi felici; due amici si abbracciano fuori da un bar, vicini nell’anima, il freddo dell’inverno non riuscirà a scalfirli perché forse da questo eterno attendere hanno appreso il segreto del tempo, che niente poi torna e che tutto è presente, che vivere solo per il futuro è un lusso riservato a pochi e che il resto è fatto di giorni persi e occasioni sprecate.
Una donna osserva il figlio di appena pochi mesi che dorme pacifico di fronte a lei e nei suoi occhi trova un nuovo senso alla stessa vita che prima considerava troppo crudele. In quello sguardo di fuoco si riconosce, ci riconosciamo, riflessi di fronte al nostro io più profondo e ignoto. E alla fine questa è la vita: un grande caleidoscopio di emozioni che cambiano a ogni movimento, anche il più impercettibile, e che si colorano delle esperienze condivise con gli altri.
Darsi, anche a sé stessi
E condividere, nel suo significato più letterale, indica proprio questo, il “partecipare a idee e sentimenti altrui”; è un composto di cum e dividere, quest’ultimo poi, di incerta etimologia, forse proviene dal latino dis e videre con il valore di sapere, giudicare e anche cercare, in quanto la divisione non è che un’analisi compiuta per arrivare a conoscere determinate nozioni.
Tuttavia la condivisione non è solo questo, è molto altro. Condivisione è dividere sé stessi con gli altri, come uno specchio riflesso in un altro specchio moltiplica le nostre immagini all’infinito; è rinunciare a una parte della propria individualità; mettersi in gioco e scendere dal piedistallo su cui saliamo continuamente per sembrare diversi dal resto del mondo e fingerci speciali.
Combattere la solitudine
Condividere è una maniera di vivere la vita, di confrontarsi e dialogare con le persone più strette per cercare insieme delle soluzioni ai problemi che di volta in volta ci si trova ad affrontare. Ognuno di noi, al di là della confusa cerchia dei conoscenti e di quella ancora più caotica dei parenti, ha alcuni amici stretti che frequenta più spesso o che, nel caso in cui non ci si veda da tempo, quando finalmente ci si incontra di nuovo è come se non fosse passato neanche un giorno dall’ultima volta.
Queste amicizie sono un po’ speciali, qualcuno si azzarda a definirle “eterne”, per cercare di trovare una relazione umana che possa sfuggire all’implacabile legge del tempo che tutto trasforma ma che forse in fondo nulla distrugge.
Loro, gli amici di una vita, quelli che ci sono da sempre e per sempre ci saranno, quelli con cui si litiga all’improvviso e poi subito ci si riappacifica con un sorriso e le lacrime ancora sul viso, quelli con cui si ride e si piange e si passa una vita intera, loro in fondo sono un esempio perfetto di condivisione, di rapporto umano costruito sul confronto, sul sostegno, sulla presenza e sull’aiuto reciproco. Condividere è anche questo: dedicarsi agli altri e, facendolo, curare sé stessi dalla solitudine.
In profondità e in superficie
Non per ultimo, a partire dagli anni duemila e soprattutto con l’avvento dei social, il verbo condividere ha assunto un significato nuovo e completamente diverso rispetto a quanto aveva indicato fino a quel momento, passando a designare l’azione di pubblicare contenuti su internet, comunicare e rendere partecipi gli altri delle nostre passioni, delle nostre abitudini e della nostra originalità.
Forse anche solo per rendere le vite delle persone un po’ meno intime e un po’ più superficiali, in un mondo che giudica più apparenze di quante ne riesca a vedere e che, gridando a gran voce “libertà”, si chiude sempre di più nelle catene delle sue illusioni.
Catene dalle quali possiamo salvarci solo tutti insieme, aiutandoci a vicenda, offrendoci una spalla su cui piangere e una battuta di cui ridere, e accompagnandoci passo dopo passo in questo lungo viaggio che è la vita condividendo avversità e ostacoli, gioie e dolori.
Perché certe avventure è meglio viverle in compagnia che da soli.
Lorenzo Bezzi
(In copertina StockSnap da Pixabay)
In collaborazione con:

Supplemento online all’Avanti!
REGISTRAZIONE TRIBUNALE DI MILANO N 181 DEL 2/09/209 ( EX REG. N 617 DEL 26/11 1994)
Direttore responsabile: STEFANO CARLUCCIO
Editore: CENTRO INTERNAZIONALE DI BRERA e GIOVANIREPORTER.ORG