Con il suo romanzo d’esordio “I miei giorni alla libreria Morisaki” (Feltrinelli, 2022), Yagisawa ci fa scoprire uno dei lati più nascosti di Tokyo, il quartiere di Jinbocho. Questo luogo fuori dal tempo ospita decine di librerie, ed è un vero e proprio paradiso per tutti gli amanti della lettura.
I miei giorni alla libreria Morisaki è un romanzo dal sapore fiabesco in cui si possono assaporare le atmosfere sognanti tipiche della letteratura giapponese. Con semplicità ed efficacia, Yagisawa ci spinge a fermarci, per riflettere sul valore dell’attesa.
Spesso, infatti, è proprio attraverso la lettura di un buon libro che riusciamo a prenderci il giusto tempo per riscoprire noi stessi e liberarci da sensazioni negative.
I libri, insomma, ci insegnano a vivere pienamente, insaporendo la vita di emozioni vere e sincere.
In trasferta nella libreria Morisaki
Takako è una giovane ragazza che, di colpo, si ritrova senza lavoro e senza fidanzato. La relazione con Hideaki, suo collega di lavoro, finisce nel peggiore dei modi: mentre sono a cena, il giovane confessa a Takako che sta per sposare un’altra ragazza.
L’umiliazione subita è troppo forte e nel giro di poco tempo Takako, pur di non rivedere più Hideaki, decide di abbandonare l’ufficio dove lavoravano assieme. La ragazza sprofonda in uno stato di sconforto assoluto che assume le sembianze della depressione.
Quando ormai la vita sembra scivolarle addosso senza più alcun senso, Takako riceve una telefonata inaspettata dallo zio Satoru. Dopo anni che non si faceva vivo con lei, le chiede se ha piacere di trasferirsi per un periodo nella sua libreria, nel quartiere di Jinbocho a Tokyo.
In un primo momento la giovane è scettica ed è anche infastidita dal fatto che lo zio l’abbia chiamata proprio perché a conoscenza della sua situazione. Alla fine, però, decide di buttarsi e di andare da Satoru nel tentativo di dimenticare quanto le è accaduto, tagliando i ponti con la sua vecchia vita.
Una piacevole scoperta
Satoru fa sistemare Takako nel piano superiore della sua libreria, dove trova, oltre a una piccola cucina e a una stanzetta per dormire, montagne di libri accatastati alla rinfusa. La ragazza non era mai stata attratta dalla lettura prima d’ora e passa le sue giornate prevalentemente a dormire.
Lo zio cerca di scuoterla dal letargo, spesso facendo ricorso alla sua stravaganza; ma Takako sembra non gradire l’atteggiamento di Satoru.
Una sera Takako, non riuscendo a dormire, decide inaspettatamente di leggere un libro. La sua attenzione cade su Fino alla morte di una giovinetta di Muro Saisei, autore giapponese dei primi del Novecento, ormai fuori moda.
Con sua stessa sorpresa, Takako resta rapita dalla lettura. Lo stesso Satoru, che ha dedicato una vita intera ai libri, quando scopre che la nipote ha iniziato ad apprezzare la letteratura, gioisce visibilmente.
Tra i due si instaura a poco a poco un legame profondo, che spinge Satoru ad aprire completamente il cuore davanti alla nipote. Per la prima volta nella sua vita riesce a esternare il suo affetto per Takako, che considera ormai una figlia, e racconta alla giovane della fuga di sua moglie Momoko. Da diversi anni la sua compagna se ne è andata senza lasciare traccia e lo ha lasciato in balia di una vita vuota e solitaria, parzialmente riempita dal suo folle amore per i libri.
Un mondo fatto di libri
Con questo romanzo lo scrittore giapponese pone l’accento sull’importanza dei libri e della letteratura. La lettura, infatti, è uno strumento straordinario per riuscire a sfuggire, quanto meno per un attimo, alle catene della realtà. Leggendo un libro è possibile proiettarsi in un mondo immaginario fatto di sogni, emozioni e desideri.
Proprio grazie a questo potere unico dei libri, Takako torna a dare un senso alla sua vita, che era ormai diventata triste e spoglia. Questo amore per la letteratura, improvviso ma allo stesso tempo necessario, porta Takako ad intraprendere un vero e proprio percorso catartico. Infatti, grazie alla lettura si può dar voce ai lati più nascosti della nostra anima e dunque si guarisce dai malesseri celati dentro di noi.
I libri sono anche capaci di fermare il tempo. Infatti, guardando dentro ad un vecchio libro, si possono facilmente rintracciare sottolineature, scarabocchi e vecchie cartoline. Ritrovando questi antichi piccoli tesori, il lettore si connette direttamente con chi possedeva il libro in passato.
Senza sapere nulla di chi ha trascorso ore su quelle righe, è possibile provare a ricostruire le emozioni di coloro che, prima di noi, hanno avuto tra le mani questi vecchi testi. Takako resta folgorata da questo immenso potere che solo i libri hanno.
Dentro ognuno trovai tracce del passato: sottolineature, segnalibri, fiori secchi…Erano incontri che superavano le barriere temporali, possibili solo attraverso i vecchi libri.
Satoshi Yagisawa, I miei giorni alla libreria Morisaki
Una vita tra pause e ripartenze
Il romanzo di Yagisawa ci insegna il valore dell’attesa. Lo zio Satoru, con la sua solita bizzarria, durante una conversazione con la nipote le espone aforisticamente l’importanza di saper aspettare:
A volte bisogna anche fermarsi, come una sosta in un lungo viaggio. Immagina di aver gettato l’ancora in una piccola baia. Riposerai per un poco e poi la tua nave ripartirà.
Satoshi Yagisawa, I miei giorni alla libreria Morisaki
I miei giorni alla libreria Morisaki ci ricorda quanto sia importante sapersi prendere una pausa nel momento del bisogno. A volte è necessario staccare da tutto, lasciarsi indietro la frenesia di tutti i giorni, e fermarsi. Solo così si può essere sicuri di maturare e ripartire più forti e consapevoli di prima.
I libri possono sicuramente consolarci durante queste pause; ma a volte non basta. Infatti, mentre Takako vive il suo periodo di attesa nella libreria Morisaki tra passeggiate e letture, la zia Momoko da anni si è volatilizzata nel nulla per affrontare la sua pausa lontano da Satoru e dai sui cari.
Tra questi tre personaggi si crea una sorta di triangolo affettivo in cui sono nascosti segreti che faticano a venire allo scoperto. Da un lato c’è Takako che si avvicina allo zio e lo prende come modello di rinascita, al punto tale da andarsene in lacrime dalla libreria Morisaki.
I passanti che incrociavo, vedendomi piangere in quel modo dovevano pensare che fossi un tipo strano, ma non me ne importava. Piangevo perché avevo voglia di piangere, e nella vita non avevo mai pianto lacrime così felici.
Satoshi Yagisawa, I miei giorni alla libreria Morisaki
Dall’altro lato c’è invece Momoko che continua a scappare da Satoru, nascondendogli verità importanti che solo la nipote saprà carpirle. Tra le due si crea un rapporto teso che le porterà a dubitare l’una dell’altra.
Leggendo il romanzo si resta in balia di questo viavai di sentimenti, pensieri ed incertezze; solo nel momento in cui i protagonisti si affronteranno a carte scoperte potranno davvero trovare un’equilibrio e ripartire. In questo senso, Yagisawa ci insegna a fare tesoro dei momenti di pausa nei quali è appunto fondamentale ricaricare le batterie per andare oltre i propri limiti e vivere autenticamente, senza inganni e illusioni.
Perché leggere I miei giorni alla libreria Morisaki
I miei giorni alla libreria Morisaki è un romanzo breve che, per un po’, riesce a cullarci in un mondo dove il tempo sembra essersi fermato. Scorrendo le pagine del libro, scopriamo insieme a Takako un nuovo modo di comunicare che parte direttamente dai libri e arriva dritto al cuore.
Con uno stile semplice, che entra spesso in contrasto con il modo di esprimersi aforistico di Satoru, Yagisawa spinge i suoi lettori a fermarsi. Dopo un’attenta riflessione su sé stessi, da accompagnare con pause di lettura e gite in montagna, è possibile liberare la propria anima dalle insicurezze. Solo spezzando le catene con cui la frenesia della vita moderna ci ingabbia ogni giorno si arriva a vivere in maniera più autentica e genuina.
L’opera di Yagisawa è piena di momenti ricchi di atmosfera. Le strade di Jinbocho ci regalano una cornice unica, indimenticabile per tutti gli amanti della lettura. Immaginando questo posto stracolmo di libri, si riesce quasi a sentire l’odore di carta stampata che tutti gli assidui frequentatori di librerie adorano. Seguendo le orme di Momoko, ci imbattiamo in luoghi magici che solo in Giappone possiamo trovare.
Dopo l’enorme successo riscosso con questo romanzo, Satoshi Yagisawa si colloca a pieno titolo nel fervente panorama letterario giapponese, accanto a maestri molto noti in Occidente quali Haruki Murakami e Kazuo Ishiguro.
Diego Bottoni
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