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Salario minimo – La proposta sulla bocca di tutti per le elezioni

Salario minimo copertina

Le elezioni del 25 settembre si avvicinano sempre di più e le proposte sono tante e molto dibattute. Uno dei problemi più citati è l’aumento del costo della vita (a causa dell’inflazione e della forte svalutazione dell’euro), insieme a una diminuzione costante dei salari


Verso il salario minimo…

Facciamo un passo indietro. È il 7 Giugno 2022 e l’Unione Europea diffonde un comunicato stampa in cui annuncia che gli Stati membri dovranno impegnarsi a mantenere un livello degli stipendi consono alle necessità delle singole Nazioni.

Non si sta parlando, in ogni caso, di un salario minimo imposto agli Stati che gestiscono i salari tramite contrattazione collettiva – il sistema in cui i sindacati redigono, insieme ai principali datori dello specifico lavoro di cui si occupano, i contratti base utilizzati in tutta il Paese –; ed è proprio quello che succede in Italia, e solitamente lo Stato non interviene pesantemente in queste decisioni.

Secondo l’UE, però, non avendo un salario minimo, lo Stato italiano dovrebbe iniziare a promuovere la contrattazione collettive, in modo da assicurare a più persone possibili un pagamento equo, come ha anche affermato Nicolas Schmit, commissario europeo per il lavoro.

Le proposte in campo

Tuttavia, le carte sul tavolo cambiano presto, e un mese e mezzo dopo il presidente del consiglio Mario Draghi si dimette in seguito a una sfiducia del parlamento, e inizia una campagna elettorale pressante in cui la proposta di un tetto salariale minimo diventa un punto di confronto molto dibattuto.

Tutto il centrodestra si esprime contrario e ora la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, lo definisce uno “specchietto per le allodole”; 3 anni fa proponeva soltanto di alzare lo stipendio dei dipendenti pubblici, glissando sulla possibilità di imporlo in tutto il mondo del lavoro.

Invece, il blocco che va dal Terzo Polo di Calenda al M5S di Conte, fino al PD di Letta è favorevole a un salario minimo da 9 euro lordi all’ora. Sinistra Italiana (Fratoianni) e Unione Popolare (De Magistris) alzano la cifra a 10 euro lordi all’ora. 

Dopo le elezioni…

In Italia, quattro milioni e mezzo di lavoratori hanno uno stipendio sotto i 9 euro l’ora e ciò è considerato dai politici di centro e centro-sinistra un fatto inaccettabile.

Le persone non possono lavorare sotto ai 7 euro l’euro, qualsiasi sia la mansione. Ci sono fenomeni di sfruttamento pesantissimo e si combattono così.

Carlo Calenda

In ogni caso, al momento, non è ancora chiaro se questa riforma del lavoro sarà applicata generalmente o se varrà solo per le mansioni non protette da contrattazione collettiva, ovvero circa il 10%. Per ora, il testo presentato in Senato propone un salario minimo generale, ma alcuni emendamenti del Partito Democratico lo vorrebbero limitare solamente ai casi sopra menzionati. 

È quindi chiaro che il salario minimo rimarrà uno degli argomenti più dibattuti, non solo tra politici e cittadini, ma anche tra economisti e sindacalisti, rischiando di finire come nel 2018 e 2019, quando, nonostante si trattasse già di una proposta di Matteo Renzi e Nicola Zingaretti, finì nel dimenticatoio post-elezioni

Gabriele Cavalleri

(In copertina Josh Appel da Unsplash)

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