Una sciagurata direzione di gara rovina il finale di una Gran Premio fino a quel momento entusiasmante tra la lotta serrata di Verstappen e Leclerc, la rimontona di Sainz e una marea rossa che non si vedeva da tempo.
Si era capito già dopo le vicende dello scorso anno, ma con l’ultimo Gran Premio d’Italia è arrivata un’irrevocabile conferma: FIA e decisioni sensate non possono stare nella stessa frase. Almeno, non possono starci senza prendersi a cazzotti.
Perché, siamo onesti: concludere un Gran Premio di Formula Uno con la safety car è, già di per sé, osceno. Ma farlo in occasione del centenario del Gp di Monza, il sacro Tempio della velocità automobilistico, è davvero imperdonabile – al netto della delusione degli oltre 330.000 tifosi presenti, tra cui anche tanti giovanissimi.
Ferrari, non si poteva fare di più
Comunque, a vincere il nostro Gran Premio è stato (ancora una volta) Max Verstappen che, nonostante tutto, questa vittoria se l’è proprio meritata. La macchina era visibilmente superiore alla Ferrari, e quindi l’olandese si è portato a casa il quinto trionfo consecutivo (l’undicesimo in totale). Sembra proprio che anche quest’anno il titolo iridato prenderà la strada dei Paesi Bassi.
Leclerc, ancora una volta, si deve accontentare del secondo posto: ci consola la consapevolezza che, appena un anno fa, per un piazzamento del genere i meccanici di Maranello avrebbero fatto carte false. Ma, anche se non si può parlare di solita delusione della domenica, è dura non chiedersi come sarebbe potuta finire se quei benedetti commissari della FIA non avessero sbagliato tutto.
Perché va bene, diamo pure Virtual Safety Car quando Sebastian Vettel si ferma – salvo poi ritirarla dopo pochissimi minuti. Però congelare la gara nel corso del 48esimo giro, quando l’auto di Perez è stata completamente rimossa dal tracciato e mancano ancora 5 tornate alla bandiera a scacchi, era proprio evitabile; come d’altronde era evitabile, per la Safety Car, uscire nel punto sbagliato della pista. O, per i commissari di gara, aspettare un’eternità a dare il via libera alle macchine doppiate.
Menzioni d’onore a Russell e Sainz
Al terzo posto c’è ancora una volta mister costanza, per gli amici George Russell: al ragazzo, in lutto dopo la morte di Elisabetta II, serviva solo una macchina. Dopo le gesta in Williams (con il fedele destriero Latifi pronto ad ogni stupidaggine per fargli fare bella figura), ora con la Mercedes sta dando del filo da torcere anche a Sir Lewis Hamilton.
Va fatta una menzione d’onore a Carlos Sainz: partito 18esimo per una penalità (e in questa gara ce ne sono state molte), lo spagnolo ha centrato la quarta piazza, correndo senza preoccupazioni.
Forse per la prima volta in questo campionato lo spagnolo si dimostra deciso, grintoso e cattivo quanto basta. Bravo Carlos!
Le astuzie di casa Alpine
Intanto, le vecchie (ma sempre attuali) glorie si sono prese la scena, nonostante in pista abbiano fatto pochino. Come Alonso, che ringraziamo per regalarci ogni weekend un team radio da favola. Lo spagnolo è il secondo pilota che si è ritirato nell’ultimo Gp, non prima però di aver segnalato al suo muretto che c’era qualcosa che non andava.
Ma la proverbiale saccenza francese colpisce anche il box dell’Alpine e, quando gli dicono che si sbaglia e che va tutto bene, lo spagnolo risponde con un “Wow”. Dopo 3 giri, Alonso è in pitlane, con i meccanici che rimettono la macchina nel box. Le chiappe ipersensibili di Nando non mentono mai.
FIA portami via…!
È arrivato però il momento più temuto dall’intero circus della Formula 1: l’assegnazione del famigerato premio “pecora nera”. Questa settimana non ce la sentiamo di darlo alla Ferrari, che a Monza alla fine ha fatto il possibile per arginare la furia austriaca.
Questa settimana la pecora nera del paddock è, sotto ogni punto di vista, la FIA. Con Michael Masi pensavamo di aver toccato il fondo delle decisioni in Formula 1; ma stavolta si è voluto strafare. Mettere una bandiera rossa dopo che Ricciardo era uscito era così difficile? Avere un finale più equilibrato è pretendere troppo? Per loro sì, evidentemente.
Tra due settimane si vola a Singapore, sperando che le 14 notti di intermezzo portino consiglio all’illuminato presidente della FIA Mohammed Bin Sulayem.
Filippo Rocchi
(Immagine di copertina riadattata da RaceFans)
Pizza, pasta e Formula 1 è il commento al Gran Premio d’Italia della stagione 2022 di Formula 1. A questo link trovi il commento al Gp d’Olanda.