Politica

Fratelli d’Italia – Centro-destra o far right?

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Pare che il partito favorito per le prossime elezioni sia Fratelli d’Italia, guidato da Giorgia Meloni, che potrebbe quindi salire a Palazzo Chigi. Fratelli d’Italia alle elezioni del 2013 aveva ottenuto meno del 2%, nel 2018 il 4,3%, nel 2022 i sondaggi prevedono un risultato tra il 20% e il 25%.


Fratelli d’Italia nasce nel 2012 su iniziativa di Giorgia Meloni, Guido Crosetto e Ignazio La Russa, come scissione dal Popolo della Libertà. Quest’ultimo deriva a sua volta da Alleanza Nazionale, l’esito della c.d. svolta di Fiuggi, con cui si dissolse il Movimento Sociale Italiano. Siamo nel 1995.

L’MSI, nel secondo dopoguerra, aveva raccolto i membri del disciolto partito fascista; nell’Alleanza Nazionale di Gianfranco Fini, invece, l’ispirazione neofascista pareva essere stata abbandonata.

Il programma del centro-destra

Fratelli d’Italia il 25 settembre si presenterà con la coalizione di centro-destra, composta, oltre a loro, da Lega e Forza Italia. Il programma che hanno proposto tocca diversi punti con un approccio tipico delle forze politiche di destra: l’implementazione della sicurezza, ad esempio, attraverso un controllo capillare del territorio, un poliziotto di quartiere e un aumento della videosorveglianza.

Si parla poi di lotta alle droghe, si suppone con il tradizionale approccio proibizionista, considerata la rigida opposizione della destra alla legalizzazione della cannabis. Il proibizionismo non ha mai portato ai risultati sperati; ci sono invece esempi virtuosi di gestione delle tossicodipendenze e della circolazione di sostanze, adottati da Paesi che hanno scelto la depenalizzazione o la legalizzazione (il caso più interessante è sicuramente il Portogallo).

È poi immancabile la sezione dedicata alla gestione dell’immigrazione: vengono citati il blocco navale, la creazione di hotspot extra-europei per la valutazione delle richieste d’asilo e i decreti sicurezza; in ultimo si parla di favorire l’inclusione sociale e lavorativa degli immigrati regolari.

La proposta del blocco navale ha causato reazioni avverse, arginate da Meloni che si è affrettata a specificare che si tratterebbe di un’operazione europea; il blocco navale, inteso come accordo tra l’Europa e la Libia per impedire la partenza di navi cariche di migranti, presenta però diverse criticità.

Prima tra tutte l’evidente difficoltà di stringere accordi con uno Stato politicamente instabile come la Libia; in secondo luogo la violazione dei trattati internazionali, in relazione, ad esempio, al diritto di ognuno di lasciare un Paese, anche il proprio, sancito dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

Fratelli d'Italia

Anche la faccenda degli hotspot in Africa pare essere critica: vìola il diritto d’asilo, in quanto, trasferendo la valutazione delle richieste fuori dall’Italia, verrebbero meno tutte le garanzie ad esso connesse; in questo senso è importante tenere a mente che si tratta di un diritto costituzionalmente riconosciuto e garantito. Bisogna poi considerare la condizione di connivenza che si creerebbe rispetto alle sistematiche violazioni dei diritti fondamentali perpetrate in Libia.

È poi interessante notare come il programma parli di “inclusione sociale e lavorativa” degli immigrati regolari, dopo aver riproposto i decreti sicurezza. Sono misure, queste ultime, che espongono il richiedente asilo ad un processo di invisibilizzazione e ghettizzazione, aumentando le possibilità che si renda protagonista di fatti illeciti e lasciandolo in preda alla criminalità organizzata. Amnesty International, nel suo “I sommersi dell’accoglienza“, ha affermato che i decreti sicurezza “…di fatto cancellano la possibilità di realizzare un percorso inclusivo e socialmente avanzato”.

Non deve sorprendere quindi che nel 2020 la Consulta abbia stabilito l’incostituzionalità del primo decreto sicurezza per la violazione dell’articolo 3 della Costituzione, che sancisce la pari dignità sociale e l’uguaglianza di tutti davanti alla legge.

Matteo Salvini, all’epoca promotore del cd. Decreto-Sicurezza.

Svolta centrista per Fratelli d’Italia?

Negli ultimi tempi, Fratelli d’Italia ha messo in atto un cambio di comunicazione, un tentativo di presentarsi come scelta possibile anche per un elettorato più moderato; e anche per mostrarsi credibile agli occhi dell’Europa e delle potenze estere, che sembrano molto spaventate all’idea di una sua ascesa al potere.

L’euroscetticismo che ha sempre caratterizzato il partito sembra essere venuto meno, e dal nuovo programma emerge una volontà di collaborazione con l’Ue. E così la proposta del blocco navale di cui parlavo prima, secondo la spiegazione fornita da Meloni, sarà un accordo discusso con le istituzioni europee e che l’Europa stessa dovrà stringere con il regime libico.

Un video trilingue contro l’euroscetticismo.

È poi circolato molto il video trilingue in cui Giorgia Meloni afferma che la sua eventuale ascesa al potere non sarà, come è stata descritta dalle testate estere, una svolta autoritaria e un pericolo per la democrazia, ma piuttosto un governo che darà stabilità e prosperità al Paese e che si presenterà come affidabile sul piano europeo e internazionale. La leader ha inoltre sostenuto che le accuse di fascismo sono infondate, in quanto “la destra italiana ha consegnato il fascismo alla storia da decenni, […] senza ambiguità”.

Centro-destra vs far right

Con molta probabilità, lo stimolo che ha spinto Giorgia Meloni a registrare quel video è stato l’editoriale di David Broder sul New York Times, in cui il giornalista descrive la possibile ascesa al potere di Fratelli d’Italia e le sue contraddizioni; Broder conclude così l’articolo:

Perhaps we will not all burn together in the fire. But if the far right takes over the government, in Italy or elsewhere, some of us surely will.

David Broder, New York Times

Giorgia Meloni considera le parole del giornalista statunitense ispirate al potente circuito mediatico della sinistra. Tuttavia, è interessante notare come tutte le più importanti testate estere, anche quelle di orientamento conservatore, parlino di Fratelli d’Italia come di estrema destra, diversamente dal partito stesso che si autodefinisce di centro-destra. New York Times e Washington Post parlano di far right, Le Monde e Le Figaro di extrême-droite; lo stesso vale per le testate tedesche e spagnole, El Mundo addirittura ha titolato con Giorgia Meloni, la admiradora de Mussolini.

In queste settimane stiamo assistendo alle tipiche dinamiche da campagna elettorale: il video pubblicato da Giorgia Meloni ha fatto sorgere un’ulteriore polemica relativa alla fiamma tricolore che campeggia sul simbolo del partito; per non parlare del ritrovamento di un vecchio video di una giovanissima Giorgia Meloni che elogia Mussolini.

Fratelli d'Italia loghi

La fiamma tricolore ha fatto parlare di sé in quanto, a parere di alcuni, rappresenterebbe i legami del partito con il fascismo: la fiamma era presente nei simboli dell’MSI e di Alleanza Nazionale e secondo alcune interpretazioni nel simbolo dell’MSI, trovandosi sopra un trapezio che conteneva la sigla del partito, rappresentava il risorgere del regime dalla tomba di Mussolini.

Giorgia Meloni ha risposto che la fiamma nulla ha a che fare con il fascismo, ma che anzi si tratta del simbolo del percorso della destra democratica nella storia della Repubblica, un simbolo in cui l’elettorato di destra si riconosce.

Invece il video, emerso dagli scantinati dell’Internet, ha per protagonista una Meloni diciannovenne, militante in Azione Studentesca, sezione giovanile di Alleanza Nazionale, che sostiene che Mussolini è stato un buon politico e che tutto ciò che ha fatto lo ha fatto per l’Italia.

Secondo alcuni sarebbe questo video a dimostrare che Giorgia Meloni sia più nostalgica di quanto voglia far credere; a mio avviso, però, più di venticinque anni di militanza politica, di crescita professionale e personale possono portare ad un mutamento di visioni. Io ritengo che Fratelli d’Italia sia un partito di estrema destra e che le ambiguità sui rapporti con il fascismo ci siano eccome; ma non credo che sia (o che debba essere) un video del ‘96 a dimostrarlo.

Il fascismo eterno

In una conferenza tenuta nel 1995 alla Columbia University, Eco, descrivendo ciò che per lui è il “fascismo eterno”, disse che si può giocare al fascismo in molti modi, e il nome del gioco non cambia. Con “fascismo eterno” Eco identifica una serie di caratteristiche che si possono riscontrare in una modalità comunicativa o di governo: ritiene che, nonostante alcune possano mancare o altre essere aggiunte, si tratta sempre di una “nebulosa fascista“.

Tra le caratteristiche compaiono il culto della tradizione, la azione per l’azione, dove la riflessione è sospetta, la paura per la differenza e l’élitismo di massa, dove sono i nemici che forniscono un’identità alla nazione.

“Si può giocare al fascismo in molto modi, e il nome del gioco non cambia”

Sicuramente l’elenco proposto da Eco rievoca certe forze politiche del nostro tempo. Nel solco di questa riflessione è necessario capire se le parole pacate pronunciate in questi giorni da Giorgia Meloni siano sufficienti per dimenticare quelle violentissime scagliate a giugno sul palco di Vox, partito neo-franchista, apertamente sostenuto da FdI. È interessante ragionare su come si pone l’improvvisa svolta democratica ed europeista rispetto al sostegno dato ad Orbán, il dispotico Primo Ministro ungherese.



Personalmente, mi chiedo se non sia ambigua la posizione di Roberto Jonghi Lavarini, il barone nero, emersa dall’inchiesta di FanPage. Mi domando se non sia una condanna un po’ debole quella di un partito che si è astenuto dal voto quando si è trattato di sciogliere Forza Nuova, partito neofascista, a seguito dell’attacco alla sede della Cgil a Roma.

C’è chi ritiene che FdI agisca nei limiti della liberaldemocrazia perché nessuno è mai sceso in strada con manganelli e olio di ricino. Io credo che la violenza fascista sia nelle modalità comunicative e nei messaggi veicolati; nelle contraddizioni di chi si dice antifascista ma non fino in fondo; di chi condanna la guerra ma usa toni bellici; di chi, in un Paese pieno di difficoltà, aizza all’odio contro categorie già marginalizzate. Dice bene Broder sul NYT: se l’estrema destra salirà al potere, qualcuno di noi sicuramente brucerà.

Sara Nizza


Consigli di navigazione

  • Sui rapporti tra la destra italiana e PutinChe legami ci sono tra i partiti italiani e la Russia di Putin (un articolo di Riccardo Minichella); in più, per analizzare storia e ideologia di Matteo Salvini e Giorgia Meloni in relazione alla Russia, vedi anche Il patto sovranista (un articolo di Alessandro Bitondo) e Lega e Fratelli d’Italia (un articolo di Federico Speme);
  • A proposito di queste elezioni politicheSettembre, andiamo – In viaggio verso le elezioni del 2022 (un articolo di Francesco Faccioli);
  • Su fascismo, neofascismo e post-fascismo, Dimenticare l’indimenticabile (un articolo di Clarice Agostini); vedi anche il Percorso Tematico Memoria;
  • Sull’inchiesta di Fanpage e Fratelli d’Italia, La lobby nera (un articolo di Jon Mucogllava)

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