Dopo 19 anni di digiuno, una Ferrari torna a vincere il Gp d’Austria. Intanto la FIA bombarda i piloti di track limit millimetrici, ed Hamilton, alla chetichella, strappa il quarto podio della stagione.
Steven non c’entra niente, ma il Gp d’Austria, che si disputa sul circuito dello Spielberg, è stato lo stesso da film. Una vera gara di Formula 1, emozionante dal primo all’ultimo giro, che ha finalmente riportato alla vittoria Charles Leclerc. Il monegasco riacquista fiducia e soprattutto riprende l’abitudine di stappare lo champagne, il bianco di casa.
Alle sue spalle Verstappen che nel “suo” Red Bull Ring gremito si accontenta dei 19 punti con il giro veloce. La marea orange, troppo fiduciosa della vittoria di Super Max, aveva già comprato valanghe di fumogeni arancioni: ma, come insegnano le madri di tutto il mondo con il cibo, non si spreca nulla; e questo basta a spiegare l’insolita nebbia colorata del post-gara.
Weekend caratterizzato anche dalla sempre più acclamata sprint race – anche se non so voi, ma a me questo cambio di calendario scombussola più dell’ora legale. Il sabato è stato all’insegna della lotta tra Leclerc e Sainz che faceva presagire il peggio per la gara: Max stesso ha ammesso che la lotta tra i due gli ha facilitato il lavoro.
Fortunatamente però i piloti i ferraristi nella gara domenicale non hanno messo il muretto nelle condizioni di scegliere: abilità fondamentale per un team principal in Formula 1, ma di certo non la più grande passione di Mattia Binotto.
Disastro Perez, Sainz si accontenta
Non è stato un grande weekend per i “secondi piloti” di Red Bull e Ferrari: la sfortuna di Sainz si concentra tutta nella domenica, come da tradizione Ferrari. Un buon weekend dello spagnolo lo aveva portato fino alla terza posizione, quando al 57esimo giro la sua macchina inizia a prendere fuoco.
Per aggiungere al danno la beffa, Sainz era a soli due secondi da Verstappen, con l’olandese in visibile difficoltà. Ma, quando una cosa può andare storta, bisogna star certi che in Ferrari ci andrà sicuramente.
E Carlos si deve accontentare dei punti (6) della sprint race, nonché di un salvataggio rocambolesco della monoposto, complici i commissari di gara non proprio brillanti.
Per Sergio Perez, invece il disastro comincia già con le qualifiche del venerdì, e il poco ambito premio pecora nera della settimana se lo aggiudica il messicano. Tornando a noi, il messicano supera i track limit nel Q2 più faticoso della sua stagione, e si qualifica per un pelo alla fase successiva.
La FIA però si accorge dell’irregolarità solo quando Checo era già in pista per il Q3. Questo revival alla Michael Masi è stato poi risolto con la partenza di Perez dal tredicesimo posto nella sprint race (dove arriva ottavo). La gara si conclude dopo appena trenta secondi, dato che Russell lo manda a muro già a metà del primo giro. Unglücklicher Checo.
Il talento di Mick e “papà” Alonso
La terza piazza se la aggiudica il solito, sfacciatamente fortunato Lewis Hamilton che beneficia del ritiro di Carlos Sainz. Al momento dell’uscita di scena dello spagnolo, il pilota Mercedes era a oltre 30 secondi di distacco dal podio. Ancora una volta, Lewis ha fatto appello alla dea bendata, che – ancora una volta – l’ha aiutato.
Chi invece si è dovuto sudare un altro ottimo risultato è Mick Schumacher, che per la seconda gara consecutiva torna a punti, migliorando l’ottavo posto della scorsa settimana. Che non sarà mai come papà Michael è assodato; ma il tedesco ha dimostrato di poter dire la sua.
Può esistere un nostro articolo di Formula 1 senza citare Alonso? Assolutamente no. Se in gara è stato un po’ anonimo rispetto alle ultime uscite, lo spagnolo si è reso protagonista di un simpatico siparietto con Tsunoda: al 36esimo giro, Alonso si affianca al giapponese per sorpassarlo, ma quest’ultimo fa una manovra scorretta.
Ed ecco che il pilota Alpine, nel bel mezzo di un sorpasso a 300km/h, “gli fa no” con il dito. Tsunoda si prende la ramanzina di papà Alonso, e se ne torna fuori dalla zona punti.
Ora ci sarà una pausa di una settimana per la Formula 1, che poi tornerà con “l’amatissimo” Gp di Francia. Se il nuovo regolamento saprà rendere interessante anche il Paul Ricard, potremo dire con certezza che ha fatto un ottimo lavoro.
Filippo Rocchi
(Immagine di copertina da SoyMotor)
Una sacher per la Formula 1 è il commento al Gp d’Austria della stagione 2022 di Formula 1. A questo link trovi il commento alla gara di Silverstone.