C’è una storia che inizia a Lizzano, in Puglia, corre forte fino a Roma e poi vola nella Silicon Valley, fa il giro del mondo, torna in Italia e finisce ovunque, nelle case delle famiglie e nei cuori di milioni di persone di continenti diversi. È la storia di un fuoco incontenibile, che non sai mica dove va a finire: il simbolo di una libertà ritrovata.
Essere fiamma
Il racconto della vita professionale e personale di Francesca Cavallo, Ho un fuoco nel cassetto (Salani, 2022), è un’avventura in cui l’autrice ci accompagna mostrandosi in tutta la sua forza e in tutta la sua fragilità.
Inizia con la sua città natale, dai primi ricordi di infanzia e dai momenti in famiglia: una bambina ribelle dalla forza straordinaria e poi una giovane donna che a poco a poco conquista la sua identità e la sua libertà.
Lo stile è scorrevole, incalzante, tiene un ritmo frenetico in cui si percepisce lo scoppiettio del fuoco, la febbrile eccitazione di una storia in divenire.
L’architettura narrativa si struttura come una sceneggiatura cinematografica, con interruzioni fuori dal tempo date dai discorsi tenuti dall’autrice e incastrati perfettamente nella narrazione.
Seguire passo per passo i momenti che l’hanno portata alla fondazione di una società da decine di milioni di dollari di fatturato, ad essere coautrice di un best-seller da circa sei milioni di copie vendute in tutto il mondo (Storie della buonanotte per bambine ribelli, con Elena Favilli, Mondadori, 2017), a perdere tutto (o quasi) e uscirne forte, è una montagna russa di emozioni da cui non si vorrebbe mai scendere.
La sua vita, in tutta la lealtà e la franchezza con cui si fa spazio tra le righe, sembra uscita da un romanzo in cui la protagonista con coraggio si scrive la sua stessa trama.
Dubitare per liberarsi
Quando viviamo la nostra verità, quando smettiamo di sprecare energie per negare o seppellire pezzi della nostra identità, vediamo il mondo là fuori. […] E quando vediamo la realtà, possiamo cambiarla.
Francesca Cavallo
Quello che regala Francesca Cavallo però va oltre un’autobiografia da cui trarre immensa ispirazione: ci mette a contatto col dubbio. All’inizio, può essere destabilizzante leggere un paragrafo, accorgersi di non essere totalmente d’accordo e arrivare alla fine del capitolo con una nuova consapevolezza.
Eppure, esplorando questo libro, si aprono strade, sorgono domande e considerazioni; si rompono regole auto-imposte, si discute la propria educazione, i propri bias. Si arriva a sentire quel calore, il crepitio, la sensazione che quel fuoco, dimenticato da qualche parte, ce l’abbiamo pure noi e pretende di essere alimentato.
Mi sono chiesta più volte, mentre leggevo, se esistesse una sensazione migliore di quella che si prova ad avere un fuoco nel cassetto, un desiderio bruciante che guida l’istinto e il talento verso percorsi non battuti. Certo che esiste: è la sensazione che quel fuoco, una volta innescato, andrà ad accenderne altri che alimenteranno la fiamma nei cuori delle persone.
Attrezzi per la libertà
Amore, verità, business, femminismo, temi LGBT+, politica, letteratura, viaggi oltreoceano e avventure di provincia: Francesca Cavallo affronta con disarmante lucidità, i temi più attuali di società, lavoro, politiche giovanili e di settore.
Tuttavia, rimane qualcosa di molto più importante oltre alla storia di vita e imprenditoria, oltre ai luoghi intimi, lontani e vicini, fisici e non in cui ci si avventura. Francesca Cavallo fa quello che sa fare meglio: si prende cura dei suoi lettori, grandi e piccini, ed è probabilmente uno dei suoi punti di forza.
In questo libro ci sono gli attrezzi e l’esperienza che possono servire nel concreto per realizzare i progetti che ci riempiono di orgoglio. Sembra quasi che sia l’autrice (e imprenditrice tra le altre cose) la prima a credere in noi lettori, consegnandoci un kit di cerini con cui conquistarci una fiamma.
Ci sono libri che si leggono tutto d’un fiato, che trascinano forte in un vortice di emozioni, che lasciano un segno: Ho un fuoco nel cassetto entra a pieno merito tra questi.
Sofia Bettari
(In copertina Gleb Lukomets da Unsplash)