Una persona sorda può “ascoltare” la musica? In un certo senso, sì. Occorre solo contemplare la possibilità che le parole “suono” e “silenzio” possano avere più di un significato.
Probabilmente molti di noi si sono chiesti, almeno una volta nella vita, come sarebbe la loro vita se alzandosi la mattina, di colpo, si rendessero conto di non poter più sentire alcun suono, dal verso degli uccellini al rumore dei motori delle macchine, fino alle voci umane e alle canzoni. Tutti noi, durante le nostre giornate, ci troviamo ad ascoltare della musica e a scandire con essa ogni momento.
Ma come faremmo se non avessimo la possibilità di ascoltare le parole e il ritmo della nostra canzone preferita? Esistono persone che non hanno la possibilità di farlo. E la loro soluzione e la LIS.
Cos’è la LIS?
La Lingua dei Segni Italiana (LIS) è una lingua con proprie regole grammaticali, sintattiche, morfologiche e lessicali. È nata per rispondere alle esigenze della comunità sorda, si è evoluta naturalmente come qualsiasi altra lingua ma ha struttura particolare: non si basa sul canale acustico-uditivo bensì su quello visivo-gestuale.
La LIS è fatta di componenti manuali (configurazione, posizione, movimento delle mani) e componenti non manuali (espressione del viso, postura ecc.). In molti casi, la disinformazione sull’argomento induce a confonderla con la mimica e a metterla in una posizione quasi di inferiorità rispetto alle lingue vocali. Inoltre, non aiuta la scarsa attenzione che anche le istituzioni riservano alla comunità di riferimento.
In Italia, per esempio, la LIS non è riconosciuta come lingua di minoranza nonostante le risoluzioni del Parlamento Europeo del 1988 e del 1998, e la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità invitino in più articoli gli Stati a “promuovere e diffondere la lingua dei segni”.
La sordità è diversità?
Occorre partire dal presupposto che la sordità non sia una menomazione fisica, un difetto. È una diversità? Sì. O meglio, lo è nella misura in cui si approcciano ad essa persone che vivono un altro genere di condizione. Un sordo tra sordi non si sente diverso, un sordo tra udenti si sente tale perché il suo modo di esprimersi ha bisogno di un’attenzione particolare, diversa appunto.
La diversità può far paura, certo, ma paura non è sinonimo di negatività; può nascere in tanti contesti e dinamiche , se si impara a convertire la diversità in curiosità, diventa ricchezza. Conoscere il fenomeno e chi ne fa parte significa intraprendere un nuovo viaggio culturale, significa scoprire nuove tradizioni e nuove realtà che nella vita di tutti i giorni spesso tendiamo a non vedere; o, meglio, a non sentire.
Sanremo LIS, tra integrazione e scoperta
Un grande passo avanti nell’inclusività è stato fatto tre anni fa grazie al progetto di Sanremo LIS. Per la prima volta, infatti, le serate del Festival sono state segnate in contemporanea con la diretta. Ben 15 performer – di cui 3 sordi – hanno consentito ad un’intera comunità che fino a quel momento ne era stata esclusa, di fruire di una manifestazione così importante per la cultura nazionale.
Questa iniziativa ha segnato una svolta non solo per la comunità sorda ma anche e soprattutto per tutti coloro che per la prima volta hanno avuto la possibilità di entrare in contatto con questo mondo.
Come si traduce la musica in LIS?
Con la LIS è possibile esprimere l’intensità, il corpo diventa uno strumento che esprime ritmicità.
Laura Santarelli, direttrice dell’Accademia Europea Scuola Interpreti LIS e Performer LIS
Il nostro corpo è dotato di straordinarie capacità e ancor più straordinario e universale è il suo linguaggio. Tradurre una canzone in LIS è un’operazione complessa. In musica si usano molte metafore che talvolta nell’immaginario sordo non hanno un vero e proprio senso. Inoltre la traduzione non avviene parola per parola, la morfosintassi e la grammatica di questa lingua sono diverse dall’italiano.
Tutti i segni eseguiti con le mani corrispondono ad una parola o ad un concetto mentre tutti i movimenti del corpo mirano a riprodurre il ritmo. Ogni genere musicale ha un suo ritmo, e nella traduzione segnata ogni genere viene distinto in base a movimenti precisi. Nel rock, per esempio, il volume e l’intensità della canzone vengono espressi con la mimica facciale, nel rap i movimenti sono più decisi e ben scanditi, e così via.
La musica in LIS è un’esperienza sensoriale travolgente tanto per gli udenti quanto per i sordi; consente di immergersi nel brano, di coglierne il suo significato più nascosto e di portarlo alla luce nella maniera più naturale possibile, nella trasparenza dei movimenti del corpo e delle espressioni del viso. Il nostro corpo fa musica e diventa musica per qualcuno.
Gaia Rotondella
(In copertina Mark Paton da Unsplash)
La sezione di Linguistica di Giovani Reporter è a cura di Elettra Dòmini, Francesco Faccioli e Davide Lamandini.