Candidato al Premio Strega 2022, “Quel maledetto Vronskij” (Rizzoli, 2021) è un romanzo struggente in cui Piersanti affronta a viso aperto l’asprezza della vita. Senza sentimentalismi, le sue parole mettono in luce la debolezza dell’uomo davanti al dolore. L’unico antidoto a tutto ciò è l’amore, che con la sua resilienza riesce a vincere anche di fronte alla malattia.
Il romanzo narra una storia semplice, fatta da persone comuni in una cornice di placida quotidianità. Con questa storia, Claudio Piersanti riesce a farci sembrare straordinari gli automatismi e i rituali di due coniugi che si amano da tanti anni e che si ritrovano sempre, nonostante la malattia, le paure e le difficoltà.
La lettura di Quel maledetto Vronskij tocca il lettore da vicino e ci ricorda quanto sia importante affidarsi alla speranza anche nei momenti più bui e incerti.
La trama
Il protagonista della vicenda è Giovanni, un tipografo di mezza età che vive con sua moglie Giulia in una graziosa villetta suburbana. A causa della crisi economica Giovanni è stato licenziato dall’azienda per cui lavorava da anni.
Nonostante qualche difficoltà, è riuscito lo stesso ad aprire in città una sua piccola tipografia. Nel frattempo Giulia, dopo un lungo e faticoso percorso, sembra aver superato la grave malattia che l’aveva colpita. La loro vita di coppia procede con tranquillità, scandita da semplici azioni quotidiane che, dopo tanti anni di matrimonio, sono ormai diventate automatiche.
Una mattina Giovanni, alzandosi per andare a lavoro, scopre che la moglie è inspiegabilmente scappata di casa senza lasciare traccia. A questo punto inizia una nuova fase nella sua vita, segnata dall’incertezza e dalla paura. Il protagonista, proprio a causa della mancanza improvvisa della moglie, si rende conto di quanto Giulia sia fondamentale per lui. Giovanni ama la sua compagna più di qualsiasi altra cosa al mondo.
Rovistando tra i libri della moglie, Giovanni trova una copia di Anna Karenina del celebre autore russo Lev Tolstoj. Giulia infatti, a differenza del marito, è un’amante della lettura, e prima di fuggire di casa dedicava molte sue serate ai libri.
Giovanni inizia a sfogliare il capolavoro russo e pensa così di produrne una copia nella sua umile tipografia con lo scopo di farne un libro unico, curato in ogni dettaglio, da offrire in dono a Giulia al suo sperato ritorno. Durante l’opera di copiatura, Giovanni finisce per leggere il romanzo di Tolstoj e scopre, con grande amarezza, che la protagonista fugge dal marito per inseguire il bello e brillante Vronskij, che porterà Anna alla rovina.
Il povero tipografo, sentendosi abbandonato, inizia a sovrapporre le sue vicende personali a quelle del libro e, colpito dalla gelosia, inizia a credere che la moglie sia fuggita con un uomo più ricco e avvenente di lui. La sofferenza di Giovanni è radicale: Giulia tornerà mai a casa per salvarlo dall’oblio e dalla solitudine?
L’elogio della quotidianità
Con questo romanzo, Piersanti entra letteralmente nelle dinamiche quotidiane della vita di coppia. I protagonisti dell’opera sono di estrazione sociale medio borghese e vivono, come molti altri, seguendo abitudini ormai consolidate nel tempo che assumono l’aspetto di una routine.
Spesso i due protagonisti si parlano poco, e la loro esistenza è scandita da gesti che forse, dopo tanti anni di matrimonio, hanno assunto una meccanicità automatica.
Nonostante ciò, la chiave del loro amore sta proprio in questa mediocrità quotidiana che, a ben vedere, è alla base dell’equilibrio esistente tra due persone che si amano da molto tempo.
La quotidianità quindi per Piersanti non è noia, ma è la molla che ogni giorno fa scattare l’amore tra Giovanni e Giulia. Quello che spinge il protagonista ad andare avanti dopo la fuga della moglie è proprio la continua ricerca di questo equilibrio perduto.
La resilienza dell’amore raccontato da Piersanti risiede proprio nei piccoli gesti reciproci che due persone che si amano davvero continuano a compiere per tutta la vita. In quest’ottica, l’opera di copiatura diventa una sorta di impresa titanica che impegna Giovanni notte e giorno: il libro che ne uscirà fuori, curato in ogni minimo dettaglio, sarà il frutto più puro del suo amore per Giulia.
Lo spettro dell’abbandono
Giovanni è un uomo semplice, come tanti altri, e fa un lavoro ormai destinato a scomparire. Giulia, a differenza sua, è una donna molto affascinante e colta che, apparentemente, non è stata piegata neanche dalla malattia che l’ha colpita. Questo è uno dei principali motivi che spingono Giovanni a credere che la moglie sia scappata con un “Vronskij” qualsiasi. Nessuno sa dove sia finita Giulia, e questo lo destabilizza ulteriormente.
Lo spettro dell’abbandono si insinua lentamente nella sua mente: Giovanni ha paura di rimanere da solo perché senza il suo amore si sente completamente svuotato di ogni senso. La figura di “Vronskij” diventa quindi la metafora di un male generico che sta portando via a Giovanni la sua principale ragione di vita.
Emblematica è l’immagine del giardino della villetta dei due coniugi. Giulia ama molto il giardinaggio e cura religiosamente le sue piante. Nel giro di poco tempo però, dopo la sua fuga, il piccolo giardino inizia ad appassire e l’intera casa diventa inospitale e vuota:
Purtroppo la casa era diventata un’estranea. Tutti gli oggetti sembravano vedovi e senza senso, proprio come lui.
Claudio Piersanti. Quel maledetto Vronskij
In questa fase in cui ogni cosa perde di significato, Giovanni inizia, in un certo senso, ad odiare se stesso. Potrebbe addirittura apparire un inetto che non è in grado di farsi carico della sua stessa esistenza.
Quel maledetto Vronskij sembra essersi ormai impossessato dei suoi pensieri e del suo unico amore. In questa fase il tono del romanzo diventa più duro, a tratti quasi aggressivo. Con una scrittura più “tagliente”, Piersanti fa emergere la rabbia di Giovanni nei confronti del proprio carattere accomodante e fin troppo gentile:
La gentilezza lo avvolgeva come una camicia di forza.
Claudio Piersanti. Quel maledetto Vronskij
Forse è proprio a causa di queste sue debolezze che Giulia ha scelto di andarsene, forse Giovanni non è stato capace di sostenerla a sufficienza nel corso della sua malattia, forse non è abbastanza per lei. Con questi interrogativi in sospeso, si resta incollati alle pagine nel tentativo di scoprire davvero cosa stia accadendo a Giulia e se alla fine tornerà.
Perché leggere Quel maledetto Vronskij
Quel maledetto Vronskij è un romanzo che parla di persone comuni, che ogni giorno devono affrontare le difficoltà della vita. Piersanti, con grande chiarezza, ci fa riflettere sulla precarietà degli equilibri sui quali poggiano tutti i legami affettivi.
La malattia, la perdita di un lavoro sicuro, la paura di rimanere soli sono aspetti della vita con i quali prima o poi, direttamente o indirettamente, siamo chiamati a confrontarci. Sono questi i nemici che rischiano di far crollare le certezze sulle quali ognuno di noi fonda la propria vita. Il famigerato Vronskij è sempre dietro l’angolo, ed è pronto a portarci via ciò che amiamo.
Il messaggio che ci manda Piersanti è chiaro: non bisogna arrendersi alla vita, ma è necessario rispondere con coraggio alle avversità. La malattia e il dolore si contrastano con l’amore.
Giovanni, nonostante tutti i suoi limiti e le sue difficoltà, non soccombe proprio perché, a modo suo, tiene vivo dentro di sé l’indissolubile amore per la moglie. Diventa quindi un vero e proprio eroe del quotidiano, che dà tutto se stesso per produrre un dono unico, che rappresenta dunque il simbolo dei suoi sentimenti più genuini.
Le parole di Piersanti, scelte con cura e maestria, nutrono il lettore di speranza e lo conquistano perché è facile identificarsi nella vicenda, proprio come Giovanni ha rivisto la sua esperienza nel romanzo di Tolstoj. Proprio per la profonda commozione personale che è in grado di suscitare, Quel maledetto Vronskij è a pieno titolo in lizza per il Premio Strega 2022.
Diego Bottoni
(In copertina Dans le lit, le baiser di Henri de Toulouse-Lautrec)
Questo articolo fa parte della rassegna di Giovani Reporter in attesa del Premio Strega 2022.