Quali sono i mestieri del futuro? In che direzione sta andando il mondo del lavoro. Una guida pratica e veloce per capire il presente e il futuro.
Dopo che le votazioni per l’elezione del presidente della Repubblica si sono concluse con la riconferma di Sergio Mattarella, la politica italiana è pronta per entrare nell’ultima fase della sua XVIII legislatura, quella della campagna elettorale. Mai come questa volta l’intera classe dirigente, oltre alla situazione pandemica (ancora irrisolta) e all’attuazione del PNRR, dovrà confrontarsi su un gran numero di temi.
Come di consueto, uno degli argomenti più discussi sarà il mondo del lavoro, una partita fondamentale che molto spesso ha fatto da ago della bilancia della politica italiana. È accaduto anche l’ultima volta, nel 2018, quando i cittadini italiani premiarono il Movimento 5 Stelle e la coalizione di centrodestra per la realizzazione di proposte come il reddito di cittadinanza e la flat tax per le partite Iva.
Adesso, grazie alle recenti riaperture delle attività rese possibili dalle somministrazioni vaccinali contro il virus, anche l’economia globale sembra mostrare i primi segni di ripresa: l’Italia, per esempio, ha riportato il tasso di disoccupazione al valore pre-pandemico del 9%; fuori dallo Stivale, nell’area-euro il tasso continua a scendere da otto mesi, attestandosi in media al 7%.
Una delle principali ragioni per cui si stanno ottenendo questi risultati è la trasformazione che sta avvenendo all’interno del mondo del lavoro, soprattutto grazie alla digitalizzazione, che ha portato alla nascita di nuove professioni. L’esigenza di nuovi mestieri aumenta sempre di più e i titolari d’azienda si stanno scapicollando per trovare risorse con le competenze necessarie; ma di quali lavori stiamo parlando nello specifico?
Partiamo anzitutto dalla nuova figura professionale forse più ambita nel settore tecnologico industriale: il machine learning engineer. Si tratta di un programmatore di software specializzati per gestire progetti di machine learning (sottoinsieme dell’intelligenza artificiale) che monitora la giusta applicazione dei sistemi da lui congegnati per il miglioramento delle prestazioni dei robot. Per poter svolgere questa professione bisogna essere laureati in Informatica, in Ingegneria Informatica o in Matematica.
Nel settore delle cliniche private ora è richiestissimo il clinic manager, che ne dirige l’équipe infermieristica. Per accedere a questo lavoro, oltre alla laurea relativa, serve avere almeno due anni di esperienza oltre a competenze manageriali relative all’implementazione del fatturato.
Una volta nelle grandi aziende a occuparsi delle buste paga dei dipendenti c’erano i ragionieri, che gestivano l’intera contabilità affiancati dai commercialisti. Adesso anche questa professione è stata frammentata: adesso a rendicontare i costi dei dipendenti esiste un professionista apposito, il payroll specialist. Possono praticare questo lavoro i commercialisti, i consulenti del lavoro e chi possiede un Master in gestione delle risorse umane.
Da quarant’anni a questa parte la protagonista indiscussa dell’innovazione è l’informatica. Fra le sue innovazioni più rivoluzionarie c’è sicuramente il cloud (una tecnologia che permette di conservare dati in rete), che per essere sviluppato necessita del cloud architect. Questo lavoratore, insomma, costruisce ambienti virtuali dove un’impresa possa facilmente archiviare e reperire i propri documenti. Come per il machine learning engineer, chi vorrebbe fare questa professione deve essere laureato in Ingegneria Informatica.
Siccome durante la pandemia le attività commerciali sono rimaste chiuse, gli eCommerce (negozi di prodotti online) hanno avuto una crescita esponenziale, cosicché è aumentata anche la richiesta di profili in grado di gestirli e farli crescere. La figura che si occupa di questo è l’eCommerce manager; per diventarlo non esiste ancora una laurea specifica, ma per imparare si possono frequentare corsi professionali.
Questi sono cinque esempi di nuove professioni di cui il mondo del lavoro attuale ha bisogno, ma la lista completa sarebbe lunga. Ciò che conta, però, è che il Governo investa in simili percorsi di studio, per fornire al mercato le figure professionali giuste.
Lorenzo Bezzi
In collaborazione con:
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