Norwegian Wood (di recente Einaudi, 2013) è forse il libro più celebre del giapponese Haruki Murakami. Pubblicato per la prima volta nel 1987, è ormai diventato un classico della letteratura contemporanea internazionale. Il romanzo, scritto durante la permanenza dell’autore in Grecia e in Italia, racchiude tutti i temi cari a Murakami. Con un tocco di delicata malinconia, lo scrittore ci fa vivere le forti emozioni dell’amore adolescenziale.
Norwegian Wood racconta una vicenda profondamente intima e introspettiva, a metà tra un romanzo d’amore e un romanzo di formazione. Temi come l’amore adolescenziale, le insicurezze dei giovani, l’emarginazione e la sessualità si intrecciano e spesso si contrappongono con forza. La semplicità della scrittura di Murakami assume per tutto il testo un tono nostalgico che rende Norwegian Wood un romanzo in grado di toccare profondamente il lettore. La grandezza di Murakami è proprio insita nella capacità di rendere indimenticabili e magiche delle vicende che, in fin dei conti, tutti noi abbiamo vissuto.
La trama
La storia si articola sotto forma di un lungo flashback narrato in prima persona dal protagonista Watanabe Toru. Dopo essere atterrato ad Amburgo, l’ormai trentasettenne Watanabe ascolta le note di Norwegian Wood dei Beatles che si diffondono debolmente dagli altoparlanti della cabina dell’aereo. La musica trasporta il protagonista nei ricordi delle sue vicende giovanili vissute diciotto anni prima, nel Giappone del ’68 agitato da rivolte studentesche e sociali.
Watanabe, come in un diario di gioventù, racconta le sue esperienze intime, quelle che hanno indelebilmente segnato la sua esistenza. Con dolorosa malinconia, il protagonista ripercorre le tappe del suo rapporto travagliato con la giovane Naoko, ex-fidanzata di Kizuki, il suo migliore amico. In seguito ad un incontro casuale per le strade di Tokyo, il legame di amicizia tra Naoko e Watanabe si trasforma in un amore indefinito e impossibile, che trascina entrambi in un limbo di incertezze e di inquietudini.
Mentre Naoko si allontana da Tokyo per motivi di salute, Watanabe inizia a frequentare l’università. Il giovane studia teatro senza troppa convinzione, coltiva la sua passione per la letteratura americana e nelle sue giornate in solitaria trascorse in un collegio studentesco allaccia un’amicizia intermittente con Nagasawa, ragazzo carismatico e spregiudicato che lo trascina in più occasioni nelle sue scorribande all’insegna di locali notturni e sesso occasionale. Il vuoto lasciato da Naoko viene presto riempito da Midori, loquace compagna di corso di Watanabe. Nel giro di poco tempo il giovane protagonista si ritrova in una sorta di triangolo amoroso: da una parte il legame con Naoko, benché complesso, sembra sospeso in un circolo dal quale Watanabe non riesce ad uscire; dall’altra, Midori entra con prepotenza nella sua vita.
Tra solitudine e musica
I personaggi che compaiono in Norwegian Wood hanno due caratteristiche comuni: sono giovani e soli. Watanabe è il classico antieroe che sembra subire passivamente la vita. Parla poco, non riesce a trovare un equilibrio interiore che gli consenta di scegliere il suo destino e si lascia guidare dagli altri, schiavo di abitudini che non potrebbero in alcun modo soddisfarlo. Naoko è fragile e non riesce ad esprimere i suoi sentimenti, che logorano così lentamente la sua esistenza. Murakami, attraverso il suo personaggio, affronta il tema molto attuale dell’instabilità mentale che, in un mondo segnato da poche certezze e pressioni continue, tocca da vicino molti giovani.
Al contrario, Midori e Nagasawa sono molto attaccati alla vita e hanno una personalità esplosiva ed espansiva. Nonostante godano di una maggiore abilità nel tessere relazioni sociali, anche loro si trovano a combattere con la solitudine. Midori, infatti, è vittima di numerosi lutti familiari e vive una relazione a distanza che non la appaga:
“Ho sempre avuto fame di affetto, io. E mi sarebbe bastato riceverne a piene mani anche solo una volta.”
Haruki Murakami, Norwegian Wood
Allo stesso modo Nagasawa ha una carriera universitaria brillante, un futuro professionale sicuro e una ragazza che lo ama; eppure sente l’esigenza di scappare di continuo dalla quotidianità, per non rimanere schiacciato dal peso della solitudine.
Norvegian Wood è un romanzo molto malinconico in cui il ruolo della musica è centrale, come nelle altre opere di Murakami. Attraverso i riferimenti musicali presenti nel testo, i personaggi comunicano al lettore le loro sensazioni e la loro intimità. Nella seconda parte del romanzo, infatti, compare Reiko, una giovane ex-insegnante di pianoforte che guida Toru e Naoko a mantenere il loro difficile rapporto. Proprio Reiko suona alla chitarra Norwegian Wood in più occasioni, e con la sua musica riesce ad alleggerire i pensieri di Watanabe che vede nella donna una sorta una guida spirituale che, con la sua esperienza, lo spinge ad acquisire maggiore consapevolezza di sé.
Un amore malato
Approcciandosi a Norwegian Wood si resta letteralmente disorientati; con grande abilità Murakami, lungo tutta la narrazione, spinge il lettore a chiedersi se Watanabe ami realmente Naoko o Midori, oppure entrambe. Il protagonista sembra totalmente incapace di compiere qualsiasi scelta.
Watanabe non sceglie di legarsi a Naoko; è il destino che lo porta a costruire con lei un rapporto che non può neanche essere definito amore. I due si cercano e allo stesso tempo si allontanano inesorabilmente senza mai raggiungere un equilibrio; il loro legame malato, infatti, è frutto di un passato dal quale non hanno il coraggio di staccarsi.
Allo stesso tempo, è Midori che sceglie di avvicinarsi a Watanabe, è sempre lei che gli rivolge la parola per la prima volta e che lo sollecita con il suo carattere spumeggiante. Toru, però, è indolente, e si lascia trascinare dal caso senza prendere mai posizione.
L’amore in Norwegian Wood entra in una dimensione onirica nella quale tutto è possibile, ma nulla riesce a concretizzarsi. La penna di Murakami riesce a trasformare una storia apparentemente banale in un intreccio dal quale il lettore non riesce a dipanarsi. Leggendo il romanzo non si ottengono mai le risposte che si vorrebbero, ma si precipita in un vortice di tremenda malinconia che lascia l’amaro in bocca. Lo scrittore sposta l’attenzione dall’immagine classica di un frivolo amore adolescenziale alla consapevolezza che l’amore sia qualcosa di indistinto e di imprevedibile. In Norwegian Wood capiamo quanto amare sia un azzardo che non tutti hanno il coraggio di correre: la paura e l’insicurezza bloccano Watanabe e lo rendono incapace di affrontare la vita.
Perché leggere Norvegian Wood
Lo stile semplice e fluido di Murakami è sicuramente il marchio di fabbrica dell’autore. La lettura del romanzo è scorrevole e, nonostante la lentezza con la quale è affrontata la quotidianità della vita dei personaggi, non ci si stanca mai di girare pagina. Il più grande pregio dell’autore è senz’altro la capacità di rendere il lettore totalmente partecipe della vicenda. Murakami descrive emozioni, luoghi e sentimenti con una chiarezza disarmante, che ci proietta in un mondo dal quale restiamo totalmente sopraffatti.
Norwegian Wood è uno di quei romanzi, come ha affermato lo stesso autore nella prefazione all’edizione italiana del 2006, che si possono odiare o amare. In questo senso, Murakami pone il lettore davanti ad una sfida: amare la sua scrittura significa sapersi lasciare andare ad un turbinio di emozioni spesso contrastanti. Sorge spontanea la domanda: siamo pronti ad aprire la nostra intimità, per consentire alle parole di Murakami toccare le corde più profonde della nostra anima? Chi è disposto a correre questo rischio e a esporsi a questa instabilità, amerà di certo sprofondare lentamente nelle pagine di Norwegian Wood.
Diego Bottoni
(In copertina Ennui, di Murman Kuchava)