Cinema

“Euphoria”, secondo capitolo – Ci piace o no?

Euphoria 5

Nonostante alcune polemiche, la tanto attesa “Euphoria” è tornata sul piccolo schermo, con una seconda stagione ricca di cambiamenti e colpi di scena. La serie si conferma, ancora una volta, di ottimo livello.


La seconda stagione di Euphoria, una serie HBO cominciata nel 2019, si è conclusa da pochi mesi e, al contrario della prima, non ha ricevuto una standing ovation unanime. La serie racconta della vita di Rue (Zendaya), una giovane adolescente con problemi di dipendenza, e di quella dei suoi amici e compagni di scuola.

La prima stagione, caratterizzata dalla voce narrante di Rue e dal focus posto nei diversi episodi sulla storia di diversi personaggi, ha costituito una ventata di aria fresca nel panorama internazionale. Ma cos’è cambiato nella seconda stagione, e perché è stata meno apprezzata?

Punti di forza: personaggi, references e tematiche forti

Il punto di forza della prima stagione è stato il metodo narrativo: ogni episodio si concentrava sul passato di un personaggio e sugli eventi più o meno traumatici che l’hanno portato fino al presente. In questa seconda stagione, Sam Levinson ha deciso di non utilizzare così spesso questo espediente: ci sono episodi-flashback su alcuni personaggi secondari, ma sono decisamente di meno. Il punto di forza principale di Euphoria, a questo punto, sono diventati i personaggi stessi. Tutti gli adolescenti che popolano i fotogrammi della serie sono, da un punto di vista morale, sfumati: nessuno di loro è pienamente buono o cattivo, e ciò è confortante in un genere in cui è molto più semplice cavarsela tracciando sagome stereotipate.

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All’ottima sceneggiatura si unisce, poi, l’interpretazione fenomenale degli attori che rendono ogni personaggio insostituibile. Vi sono inoltre meravigliosi riferimenti a film ed opere d’arte che vogliono raccontarci visivamente cosa sta vivendo il personaggio in quel momento, oltre a ricordarci che i nostri protagonisti sono adolescenti e, come gli adolescenti fanno, tendono a paragonare la loro relazione e le loro emozioni a quelle che vedono sullo schermo. Ci sono richiami a I Segreti di Brokeback Mountain e Titanic nel montaggio di Rue e Jules, ma anche riferimenti ad opere di Magritte e Frida Khalo; troviamo anche un rimando a Midsommar in una particolare inquadratura di Cassie.

Euphoria, poi, riesce a raccontare i traumi e l’abuso di droga, a che cosa portano e cosa comportano (per le persone che li vivono e per i loro cari) in un modo pressoché unico. In questo, la regia e la fotografia fanno un lavoro magistrale: non solo i personaggi descrivono che cosa significa vivere quelle situazioni, ma lo fa anche la telecamera con l’utilizzo di colori, inquadrature specifiche e scene al rallentatore. Gli ultimi episodi, in particolare, sono estremamente densi e costituiscono una svolta (costruita con una lenta climax per tutta la stagione) negli archi narrativi di molti personaggi.

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Punti critici: scene di nudo tra personaggi minorenni

La prima critica mossa ad Euphoria è legata alla produzione della serie. HBO è notoriamente una casa di produzione per adulti, ma i protagonisti della produzione sono studenti del liceo, tutti minorenni; questo ha suscitato molte perplessità circa il vero destinatario del prodotto. Ma non ci sarebbe troppo di controverso, se non fossero presenti diverse scene di nudo e tematiche estremamente delicate. Anche se le scene di nudo non sono problematiche di per sé, in quanto momenti ben calibrati e mai usati a sproposito (lo conferma Sydney Sweeney, interprete di Cassie Howard, riferendosi alla politica di Sam Levinson riguardo a suddette scene), l’idea che i personaggi messi in scena siano minorenni le ha rese – a giudizio di alcuni spettatori – inappropriate.

Questa seconda stagione, poi, si caratterizza per un ritmo molto lento rispetto alla prima. Spesso alcune scene salienti vengono allungate fino a spremere tutto ciò che di interessante avrebbero da raccontare, sprecando di fatto la tensione. Infine, alcuni archi narrativi sono diventati più prevedibili, scadendo in clichés che in certi casi (Nate e Kat, ad esempio) non fanno onore ai personaggi che abbiamo conosciuto nella prima stagione.

L’importanza di Euphoria

Euphoria mette sullo schermo realtà raggelanti e condizioni che centinaia di migliaia di persone vivono sulla propria pelle ogni giorno senza perdere di poesia e godibilità. Ciò vale a partire dal conflitto interno di Kat riguardo al suo aspetto fisico fino alle ricadute di Rue, dal bisogno morboso d’amore di Cassie all’inaffidabilità di Jules.

Certo, la serie non è perfetta, e forse sceglie volontariamente dinamiche prevedibili per attirare il maggior numero possibile di spettatori. Ma il tutto è sempre bilanciato da scene di altissima qualità di regia e sceneggiatura, da interpreti fenomenali e da tematiche importanti e spesso molto vicine agli spettatori. Euphoria, insomma, riesce a risultare originale pur essendo terribilmente scontata.

Chiara Parma

(In copertina e nell’articolo, immagini tratte dalla serie TV Euphoria, disponibile su NowTV)


Per approfondire: Malcolm & Marie, di Sam Levinson con Zendaya (un articolo di Davide Lamandini).


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