Lo schiaffo di Will Smith agli Oscar ha fatto il giro del mondo in poche ore. Tra chi sostiene che abbia fatto bene e chi il contrario, in pochi si sono resi conto che sempre meno sono i modelli a cui oggigiorno i giovani possono ispirarsi. Per motivi caratteriali, storici e sociali, è evidente la carenza di modelli a cui affidarsi senza essere poi delusi.
Modelli da seguire
Oggi viviamo nell’era dello smartphone e dei social media. Siamo nel tempo delle notizie veloci, dei messaggi spediti in pochi secondi e in cui basta avere un cellulare per esternare la propria opinione. I mezzi tecnologici hanno reso le nostre vite frenetiche e assai volubili: non esiste il tempo per pensare, ma solo quello per agire. Così – forse – è possibile riassumere anche il gesto di Will Smith alla serata degli Oscar: un’azione dettata dalle emozioni, dalla rabbia, ma non dalla ragione.
Il nostro presente si rivela privo di modelli a cui ispirarsi, di persone che rappresentano valori, idee. Troppo spesso personaggi famosi, della televisione o dello sport, sono al centro di scandali, notizie raccapriccianti. La mancanza di modelli è probabilmente legata al fatto che oggi, per assicurarsi l’attenzione del pubblico, c’è bisogno di persone spericolate, ignoranti, prive di pudore. Gli stessi programmi maggiormente seguiti dai giovani esaltano queste caratteristiche: si offrono persone la cui popolarità dura poco tempo, ma che consentono lauti guadagni.
Così si è andata perdendo la veridicità delle persone a favore dell’illusione prodotta davanti agli schermi, piccoli o grandi che siano. Quello che oggi prevale è l’apparenza, non certo il valore della persona. Si corre alla ricerca della notizia, non della storia. Preferiamo ascoltare favole rassicuranti piuttosto che la voce di chi urla la verità.
Il mostro Gerione
Dante, nella Divina Commedia, aveva parlato di apparenza e essenza descrivendo la figura bestiale di Gerione, un mostro con la faccia da uomo giusto, ma il busto di serpente (simbolo del Diavolo) e le zampe artigliate. Forse il problema è che, al giorno d’oggi, siamo circondati da tantissimi Gerioni – e non sappiamo più riconoscere, a causa di uno schermo, ciò che di vero si trova nelle persone.
Attraverso Internet molte persone sono riuscite a irrompere nella nostra quotidianità. C’è chi sfrutta questi mezzi di comunicazione per alimentare odio, rabbia, o semplicemente per fare bella mostra di sé. La sete di questi individui è andata a discapito di altre che lavorano in silenzio: come Paolo Borrometi, che da anni combatte la criminalità senza che il suo lavoro venga mai adeguatamente elogiato; oppure Marco Omizzolo, che difende i lavoratori contro lo sfruttamento di padroni e padrini nei campi agricoli.
In pochi parlano e raccontano lo sforzo quotidiano di questi personaggi: ma perché? La risposta è in quello schiaffo che ha infiammato il Dolby Theatre. Con quello abbiamo visto che la gente è attratta solo dallo scoop, dal fattaccio, dalla “cassanata”. A nessuno interessano i discorsi sulla non violenza, sulla pace, sull’ambiente; la Notte degli Oscar 2022 verrà ricordata solo per quel preciso episodio. Il resto fa semplicemente volume, annoia.
Conclusioni
Oggi viviamo in una realtà che è in continuo movimento: in pochi minuti notizie da tutto il mondo cambiano lo scenario che abbiamo di fronte, e siamo chiamati ad adattarci nella maniera più celere possibile. In questo contesto molti sono costretti a rivedere e rimodellare continuamente la loro fede per poter restare a galla ed essere omaggiati dalle folle. Ma possiamo fidarci davvero di questi equilibristi della popolarità?
I modelli a cui ci ispiriamo sono lo specchio della nostra società, nonché uno dei suoi bisogni primari, come in parte sostiene lo scrittore algerino Mohammed Moulessehoul: “Nessuna nazione può sopravvivere senza miti, e nessun giovane può crescere senza idoli“. E qui sta il problema: che società siamo per avere come modelli i maghi delle illusioni, gli eterni vincitori e i saltimbanco delle emozioni facili?
(Immagine di copertina da Morning Consult)
Hot Topic! è una rubrica curata da Alessandro Bitondo, Camilla Galeri, Jon Mucogllava e Alessandro Sorrenti.