Lo scorso 24 febbraio, poche ore dopo l’attacco dell’Ucraina, Anonymous, il celebre gruppo segreto di hacker, ha ufficialmente dichiarato una “guerra informatica” alla Russia. In questi giorni i membri dell’organizzazione hanno attaccato siti istituzionali, televisioni russe e giornali. Per il momento queste offensive informatiche non hanno avuto effetti concreti; nel futuro però potrebbero seriamente indebolire la propaganda del governo russo.
La settimana prima dell’invasione russa dell’Ucraina, un profilo di Twitter connesso con Anonymous aveva minacciato apertamente la Russia. Nelle ore successive all’ingresso delle truppe russe nel Paese, gli hacker legati all’associazione hanno sferrato le prime offensive. Inizialmente si pensava che il tutto fosse solo una sorta di azione simbolica; ma dopo la diffusione di documenti militari riservati è emersa la possibilità che l’intervento di Anonymous possa davvero avere un certo peso sull’andamento del conflitto.
La storia di Anonymous
La nascita di Anonymous risale ai primissimi anni 2000. Inizialmente si trattava di un gruppo di utenti riuniti in una sorta di forum in cui si condividevano immagini senza censura. I membri di queste assemblee in rete hanno poi iniziato ad accordarsi per compiere degli scherzi online a casuali fruitori del web. Solo nel 2008 Anonymous ha assunto una forma concreta di organizzazione finalizzata a condurre veri e propri attacchi informatici coordinati e battaglie ideologiche su Internet. Molto noto è stato l’assalto ai siti della chiesa di Scientology, spesso implicata in controverse opere di censura sul web; nel 2015 poi Anonymous, dopo l’attentato al teatro Bataclan di Parigi, si è scagliata contro l’ISIS, ottenendo un largo seguito in tutto il mondo.
Sempre a partire dal 2008, gli adepti di Anonymous utilizzano una simbologia ed uno stile di comunicazione preciso. Twitter è senz’altro il social network più utilizzato dal movimento per rivendicare le sue attività. I membri dell’organizzazione si identificano e si mostrano in pubblico con le celebri maschere di Guy Fawkes, create nel 2006 dall’illustratore David Lloyd per il film V per Vendetta, ormai diventato un cult del cinema. Le azioni di Anonymous sono infatti ispirate, almeno in parte, alla pellicola in questione: gli hackers attivisti, seguendo le orme del protagonista del film, agiscono nell’ombra per opporsi a istituzioni, banche o qualsiasi altro ente in grado di opprimere i popoli.
L’attacco informatico alla Russia
Anonymous ha dichiarato guerra alla Russia con questo video, diffuso in rete poco dopo l’inizio dell’invasione del territorio ucraino:
Nel video si parla di un attacco totale da parte dell’organizzazione da ogni angolo del mondo. Nessuno sa chi sia l’autore del video né tantomeno chi sia a guidare le azioni di Anonymous. Probabilmente il movimento non ha un’impostazione gerarchica e il coordinamento delle operazioni avviene via internet su chat anonime e segrete. Anonymous ha affrontato a viso aperto Vladimir Putin con delle parole molto dure:
“I membri di Anonymous hanno dichiarato guerra al tuo regime […] I tuoi segreti non saranno più al sicuro.”
Anonymous
Gli attivisti non si sono fatti attendere, hanno condotto diversi attacchi informatici contro la Russia: il 26 febbraio gli hacker hanno disattivato momentaneamente il sito ufficiale del Cremlino e quello della Difesa di Mosca, da cui sono stati prelevati e diffusi alcuni documenti riservati; il 2 marzo l’attacco è stato rivolto al sito dell’agenzia spaziale russa Roscosmos, e hanno iniziato a circolare in rete mappe dettagliate dell’invasione russa, apparentemente già del tutto pianificata lo scorso 18 gennaio; il 7 marzo, gli hacker hanno preso il controllo delle trasmissioni della tv di Stato russa per far passare filmati della guerra e hanno violato canali tra cui Rossiya 24, Channel One e Moscow 24. Anonymous ha aggredito anche i colossi energetici russi Gazprom e Lukoil.
La digitalizzazione della guerra
Secondo alcuni, il fronte sotto cui sta combattendo Anonymous è destinato a non produrre nessun effetto particolare. I vari attacchi informatici che hanno colpito i siti del governo russo e le televisioni sono infatti durati per poco tempo, e non hanno al momento creato particolari disagi. Per Mykhailo Fedorov, ministro ucraino per la Trasformazione digitale, la “guerra cibernetica” è una valida possibilità di attacco al nemico: il ministro ha infatti richiamato l’attenzione di tutte le principali aziende a livello mondiale che operano nel campo delle tecnologie, invitandole a tagliare tutti i ponti con Mosca. Fedorov ha anche predisposto la creazione di un collettivo volontario, denominato Esercito IT dell’Ucraina, con il compito di affiancare Anonymous nella lotta informatica contro la Russia.
Pierluigi Paganini, membro dell’ENISA (European Union Agency for Network and Information Security) ha affermato che:
“Questo episodio evidenza il potere dirompente dell’informazione e dell’impatto che potrebbe avere sulla popolazione russa. Potremo sostenere che questo è un esempio di PSYOP, o guerra psicologica.”
Pierluigi Paganini
Le tecnologie digitali, ormai alla portata di tutti, sono diventate una parte fondamentale della nostra esistenza e, sul lungo termine, continui attacchi informatici potrebbero danneggiare psicologicamente la popolazione russa. La fuga di dati riservati per mano degli hacker, secondo Paganini, non è trascurabile. Tuttavia una “cyber guerra” come questa potrebbe contribuire ad una diffusione di notizie false, giocando a favore del regime di Putin. Inoltre, nel caso di pesanti controffensive russe, si rischia una fuga di informazioni per entrambe le parti, che produrrebbe una situazione di stallo; è insomma poco probabile che si arrivi ad un attacco informatico totale, perché poi non si avrebbe la certezza di poter contenere un eventuale contrattacco.
Diego Bottoni
(In copertina Tarik Haiga da Unsplash)